La Stampa, 21 agosto 2019
Dall’inizio di agosto arrivati 648 disperati
Gli ultimi 69 sono sbarcati ieri dal solito veliero, intercettato dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera al largo di Santa Maria di Leuca, in Puglia. Sono i migranti della rotta del Mediterraneo orientale; partono quasi sempre dalla Turchia su insospettabili imbarcazioni che arrivano, indisturbate, sin sulle coste italiane. Loro, i 69, non ci sono ancora nella statistica del Ministero dell’Interno, aggiornata a ieri, secondo cui dall’1 al 19 agosto sono arrivati in Italia 579 migranti, un terzo rispetto al 2018.
Ma vale la pena guardare il calendario: l’1 agosto è il giorno in cui la Open Arms ha fatto i primi due dei tre salvataggi al largo della Libia prima di arrivare davanti a Lampedusa: 55 persone prima, 69 dopo, per un totale di 124 migranti cui, il 10 agosto, se ne sono aggiunti altri 39: 163 persone in attesa, in mare, proprio nelle stesse ore in cui, tra “sbarchi fantasma” e “sbarchi autonomi” a Lampedusa, nell’Agrigentino, in Sardegna e in Puglia, arrivavano in Italia 579 persone, passate direttamente dalle imbarcazioni agli hotspot. Almeno, quelle che sono state individuate, perché una parte di migranti, soprattutto nell’Agrigentino, ha fatto perdere le proprie tracce.
Se poi si esamina il periodo più ristretto dal 10 al 19 agosto, il conto degli arrivi in Italia è di 371 persone. Sulla Ocean Viking, la nave delle Ong Medici senza frontiere e Sos Mediterranee che alla sua prima missione ha compiuto dal 9 al 12 agosto 4 salvataggi al largo della Libia, i migranti in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare sono poco di meno, 356, un terzo dei quali minori.
La nave è sempre lì, nel tratto di mare tra l’isola di Linosa e l’arcipelago maltese: «La situazione non è normale – dice Avra Fialas, Sos Mediterranee, dalla nave – la notte la gente dorme sul ponte, per terra; abbiamo ancora cibo ma c’è frustrazione, ci chiedono dove andiamo, quando arriviamo, e siamo all’undicesimo giorno. Non abbiamo casi medici gravi ma questo non vuol dire che dobbiamo arrivare a un caso medico clinico per avere attenzione. Aspettiamo una soluzione e indicazioni delle autorità che finora non abbiamo ricevuto». Soluzione che ieri ha sollecitato anche il ministro dell’Interno francese Castaner: «Le persone a bordo di Open Arms e Ocean Viking sono vulnerabili e devono essere sbarcate al più presto nel porto più sicuro e più vicino».
Dei flussi migratori e dello sbarco delle persone salvate in mare, ieri hanno discusso i ministri degli esteri italiano e tedesco, Moavero e Maas, in vista della riunione dei ministri Ue di fine mese. Si parlava di Mediterraneo, dove si consuma, ha scritto ieri l’Osservatore romano, una «tragedia senza fine». —