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 2019  agosto 21 Mercoledì calendario

Open Arms, la magistratura fa sbarcare i migranti

Alla fine è stata la magistratura a sbloccare il caso della Open Arms. Allarmato e indignato dopo aver visto le immagini dei migranti che si gettavano in mare cercando disperatamente di raggiungere a nuoto Lampedusa, il procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio ha preso un elicottero e, dopo un’ora di volo, è arrivato sull’isola. «La situazione è esplosiva, devo riportare la calma e fare in modo che nessuno si faccia male», aveva detto prima del decollo.
È stata sufficiente un’ora e mezza di sopralluogo sulla nave, assieme a uno staff medico arrivato con lui da Agrigento, per convincerlo a disporre il sequestro preventivo della Open Arms. E, dopo un breve vertice negli uffici della Guardia Costiera, dove a un certo punto è stato convocato anche il presidente della Ong spagnola Oscar Camps, ha ordinato anche lo sbarco immediato degli 81 migranti rimasti a bordo della nave. Aperta anche una nuova inchiesta per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio a carico di ignoti.
L’intervento della Procura è motivato «dalle condizioni igienico-sanitarie e psicologiche a bordo della nave» e ora dovrà essere convalidato dal Gip. Quindi si cercheranno eventuali responsabili da iscrivere nel registro degli indagati.
Il leader della Lega Salvini sembra già mettere le mani avanti: «Molto probabilmente – attacca – mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere. Ma io non mollo». Poi ribadisce che sulla nave «non c’era allarme sanitario ma finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti nel nome del governo dell’inciucio che vuole riaprire i porti».
Per i migranti è comunque «la fine di un incubo» (parole della Ong) durato diciannove giorni, cinque dei quali bloccati a poche centinaia di metri dalla costa italiana. In serata, dopo un rallentamento dovuto al contemporaneo sbarco a Lampedusa di una carretta del mare con cinquanta tunisini, la nave è entrata nel porto commerciale dell’isola e i migranti sono stati trasferiti nell’hotspot.
La Open Arms invece oggi riprenderà il mare verso Licata dove ci sono già altre navi sequestrate in passato. Se per i migranti finisce l’odissea, strascichi giudiziari e polemiche sono destinati a continuare. Ieri mattina, però, si era temuto il peggio. Stremati dalla lunga attesa a un certo punto i migranti avevano cominciato a lanciarsi in mare. Prima uno, poi altri nove, quindi ancora cinque. Alcuni anche senza salvagente, con il rischio di annegare. Determinante il lavoro dei soccorritori marittimi che hanno continuato a fare la spola con le motovedette riuscendo a raggiungerli e a metterli tutti in salvo.
E dire che già lunedì sera l’accordo per sbloccare la situazione era stato praticamente raggiunto.
Prevedeva il trasbordo dei migranti su una nave della nostra Guardia Costiera che li avrebbe poi trasferiti fino al porto sicuro messo a disposizione dalla Spagna. Ma in mattinata il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli su Facebook ha continuato a insistere sul rispetto di alcune condizioni poste al governo di Madrid per dare il via alla fase operativa dell’intervento. Tra queste chiedeva che togliesse alla Open Arms la bandiera spagnola.
È probabile che tutto ciò abbia ulteriormente irritato la Spagna che nel primo pomeriggio ha annunciato la partenza di una propria nave militare per venire a prendersi i migranti della Open Arms.