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 2019  agosto 21 Mercoledì calendario

Da oggi le consultazioni. Il Colle vuole un nome per lunedì

Pochi giorni al massimo. Non di più. Già all’inizio della settimana prossima Sergio Mattarella vuole sapere se esiste in Parlamento un’altra maggioranza in grado di ottenere la fiducia, o se è il caso di varare un governo elettorale che porti il Paese rapidamente al voto, tra fine ottobre e i primi di novembre. Questo è lo scenario della crisi, apertasi ieri sera alle 21, quando il premier Giuseppe Conte ha rimesso il suo mandato nelle mani del capo dello Stato. «Salvini non ha coraggio», aveva detto il presidente del Consiglio nella sua replica al Senato alle 20, «io ce l’ho, e vado da Mattarella». Alle 20,45 è entrato al Quirinale, in una Roma agostana semideserta, al culmine di una delle più surreali crisi politiche della storia della Repubblica. In piazza solo giornalisti e una decina di curiosi, poi il premier s’intrattiene col Presidente in un colloquio di un quarto d’ora appena. «Un incontro breve e formale», così viene descritto. Mattarella accetta le dimissioni, e da prassi invita Conte al disbrigo degli affari correnti.
Oggi pomeriggio partiranno le consultazioni della durata di due giorni. A partire dalle 16 al Colle dovrebbero salire i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera Roberto Fico (ore 16,45), subito dopo tocherrà al Gruppo per le Autonomie del Senato (17,30), al gruppo Misto del Senato (ore 18), a seguire il gruppo Misto della Camera (18,30), e Liberi Uguali della Camera (ore 19). Il presidente emerito Giorgio Napolitano, che non si trova a Roma, sarà consultato per telefono. Domani, dalle ore 10, toccherà invece ai big: sfileranno nell’ordine le delegazioni parlamentari di Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia; nel pomeriggio, dalle 16, invece toccherà Lega e Cinquestelle. Questi tempi strettissimi stanno a indicare la sollecitudine che anima il Presidente della Repubblica.
Le opzioni realistiche sul tavolo sono due. Un governo imperniato sull’asse Pd-M5S, che comprenda anche Leu e gli autonomisti, che sappia esprimere un premier credibile in grado di reggere il peso della legislatura. Oppure non resta che andare a votare. Non sembrano esserci al momento altre alternative. E la necessità di procedere con una certa fretta. Anche perché le scadenze di bilancio incombono. La manovra va presentata a Bruxelles entro il 15 ottobre. e va approvata entro il 31 dicembre. Soprattutto al Colle vogliono evitare che la crisi si trascini troppo, e che si crei un effetto palude, che possa esporre l’Italia alle intemperie dei mercati. La messa in sicurezza dei conti è sempre stata in cima alle preoccupazioni del Presidente. E stavolta non è come nella primavera del 2018, quando, dopo il voto, l’incertezza si trascinò per tre mesi, prima del varo del governo gialloverde. Stavolta di tempo ce n’è poco. E quindi Mattarella si aspetta sin da domani un percorso, in altre parole vuol capire se esistono le condizioni per un governo solido. Se sì, concederà a Luigi Di Maio e a Nicola Zingaretti un paio di giorni per concretizzare la propria idea. Dovranno esprimere un nome come premier al massimo per lunedì, e a cui il Capo dello Stato affiderebbe un incarico per provare a formare un esecutivo.
I Cinquestelle sono convinti di riuscire ancora a imporre Giuseppe Conte, il Conte bis, specie dopo il duro discorso anti Salvini di oggi. È stato notato che ieri il premier ha tessuto un elogio di Mattarella, a cui ha pubblicamente espresso «profonda gratitudine per i consigli e il sostegno di cui mi ha onorato». Ma il Pd non ci sta. Reclama una netta discontinuità, e pretende un nome terzo, che possa convincere entrambe le aree politiche. Una figura come l’ex presidente Anac, Raffaele Cantone, per esempio. Anche se al momento siamo agli identikit.
Se questa operazione fallisse Mattarella procederebbero senza indugi con un governo elettorale che porterebbe l’Italia al voto. Insomma, non sembrano esserci spazi per incarichi esplorativi o altri tentativi. L’Italia si è cacciata in un grande pasticcio, che va risolto senza cincischiare. «Servono subito idee chiare dai leader, il tempo non può essere eterno», è l’umore che ieri sera tardi trapelava dal Quirinale. Scelte difficili attendono il presidente Mattarella.