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 2019  agosto 20 Martedì calendario

Cronologia della Guerra dei Sette anni (1756-1763)

STORIACCIAX
RIASSUNTO
Maria Teresa, imperatrice d’Austria, infelice per aver ceduto la Slesia a Federico II, era nella disposizione d’animo favorevole per dar ragione al suo consigliere von Kaunitz, secondo il quale il sistema delle alleanze andava ribaltato, il vero pericolo per Vienna essendo costituito dalla Prussia. Bisognava secondo lui allearsi con l’eterno nemico, la Francia, e cercare di demolire il mito di Federico II. Mandato a Parigi come ambasciatore, Luigi XV, nonostante le insistenze di quell’uomo intelligente, non si convinceva. La svolta è determinata dalla notizia che inglesi e prussiani hanno stretto un’alleanza (Trattato di Westminster). Per gli inglesi si tratta soprattutto di preparare la guerra ai francesi in America, per via della concorrenza sulle colonie. Ne consegue che Luigi XV accetta di allearsi con l’Austria (Trattato di Versailles) e con loro, alla fine del 1756, si schiera anche la Russia. A questo punto Federico II invade, senza dichiarar guerra la Sassonia, mentre l’Inghilterra dichiara la guerra ai francesi e dà inizio alle battaglie in America. Si va avanti così per sette anni e alla fine i francesi in America sono ridotti alle loro province canadesi, mentre gli austriaci in Europa non riescono a recuperare la Slesia. In definitiva la Guerra dei Sette anni, definita da Churchill la prima vera guerra mondiale, sposta poco in Europa, ma sancisce politicamente il primato prussiano e nel mondo quello inglese.

1749, 5 maggio – Guerra dei Sette anni: Wenzel Anton von Kaunitz, durante una riunione segreta (Geheine Konferenz) del Consiglio privato di Maria Teresa d’Austria, sostiene che la Slesia va recuperata e che per questo bisogna spezzare l’alleanza franco-prussiana e stringere un’alleanza con la Francia contro Federico II di Prussia. Maria Teresa è d’accordo. Kaunitz viene di conseguenza mandato ambasciatore a Versailles, dove resterà fino al 1753 [14]
1749-1750 – Guerra dei Sette anni: Maria Teresa d’Austria, insoddisfatta del Trattato di Aquisgrana, piena di ranconre verso l’ex alleato inglese che l’aveva costretta a firmare, progetta di riprendersi la Slesia. «Malgrado fosse più interessata alle questioni interne che alla politica estera, i piani dell’abile von Kaunitz per la riconquista della Slesia ottennero rapidamente il suo consenso. Quest’abile politico riteneva che oramai la Prussia avesse sostituito la Francia come nemico principale degli Asburgo e faceva forza su argomenti ideali che avevano molta presa sulla sovrana, che aveva tutte le ragioni per nutrire astio verso il “brigante di Potsdam”, come veniva chiamato a corte Federico II di Prussia. Parallelamente ad accordi segreti in funzione anti-prussiana con Elisabetta di Russia, trattative diplomatiche con i Borbone di Francia con l’obiettivo di staccarli dall’alleanza con Federico II furono così avviate fin dal 1750. Tuttavia esse languivano tra proposte e controproposte, in virtù del solco tracciato tra le due dinastie da secoli di guerre e dalla ritrosia di Luigi XV ad abbandonare l’alleato, per quanto si fosse già dimostrato scarsamente affidabile. Tantomeno il re era disposto ad aderire ai piani di smembramento vero e proprio della potenza prussiana che facevano parte della strategia austriaca. Da parte francese era comunque all’opera un forte partito filo-austriaco guidato da Madame de Pompadour, che aveva tra i suoi protetti il de Bernis, che giocò una parte importante negli accordi e sarebbe divenuto ministro degli esteri prima di cadere in disgrazia» [13].
1750, dicembre – Guerra dei Sette anni: Memorandum di Galissonière: «La Gran Bretagna si poneva come garante del mantenimento dello status quo sul continente europeo. Le sue priorità erano infatti in primo luogo la sicurezza del vulnerabile possedimento ereditario dell’Hannover e in subordine quella degli alleati Paesi Bassi, rispetto alle quali ostacolare l’espansionismo borbonico. Tesa allo sviluppo dei commerci e del dominio sui mari, non aveva interesse a impegnarsi in un nuovo conflitto sulla terraferma o ad appoggiare le rivendicazioni austriache sulla Slesia. In Gran Bretagna era piuttosto convinzione comune che in previsione di un conflitto continentale con la Francia il tradizionale alleato austriaco avrebbe fatto la sua parte, per quanto fosse uscito indebolito dal conflitto precedente. Per ovviare a ciò vennero stipulati accordi di fornitura di truppe con diversi stati minori tedeschi (cioè gli stati minori fornivano truppe agli inglesi. Gli inglesi s’aspettavano una fornitura di soldati anche dai russi [17]). Nella prima metà del Settecento la Francia si era aperta importanti sbocchi commerciali con la Turchia, nel bacino del Mediterraneo e nella stessa America spagnola, a danno dei concorrenti britannici, i quali dopo la guerra di successione spagnola sembravano aver ottenuto l’egemonia del commercio in Sudamerica. I generi di lusso come gli specchi, le porcellane di Sèvres, i mobili, le trine francesi conquistavano i mercati europei. Inoltre i francesi avevano una posizione di primo piano nel traffico delle merci coloniali grazie allo zucchero delle loro colonie nelle Antille. Anche l’India venne invasa di manufatti francesi: la Francia ai tempi di Luigi XIV aveva ottenuto nell’entroterra del Bengala il centro di Chandernagore e sulla costa la base di Pondichéry, da dove si allargò fino a competere con olandesi e inglesi nel commercio della cannella e delle cotonine indiane. Il primato francese nell’esplorazione dell’interno del continente nordamericano e le conseguenti rivendicazioni territoriali erano inoltre un ostacolo all’espansione delle vivaci colonie britanniche costiere. Punti di forza della Francia erano l’alleanza con molte tribù indiane nell’America settentrionale, i minori costi degli schiavi in Africa e dello zucchero nelle Antille. Vi erano però anche diversi punti di debolezza: lo stato francese era guidato dall’aristocrazia feudale e il sostegno statale dato alla borghesia francese nella competizione con quella inglese era scarso. Inoltre la popolazione coloniale francese era minore di quella di origini britanniche: ai tempi della guerra in Nordamerica vi erano circa 60.000 coloni francesi contrapposti ai circa 2.000.000 britannici. Nondimeno presso la corte di Versailles aveva avuto ampio successo un memorandum proposto nel dicembre 1750 da una commissione guidata dal conte di Galissonière, che aveva servito come comandante generale a Quebec. Con notevole acume e una miscela di argomenti pratici e idealistici, egli sosteneva che l’espansione delle colonie inglesi e del commercio britannico non solo minacciava direttamente le colonie francesi in Nordamerica, ma indirettamente minava anche il predominio francese in Europa. Questo rendeva a suo parere necessario sostenere colonie in perdita come il Canada francese e la Louisiana. [15]
1752 – Testamento spirituale di Federico II di Prussia [17].
1753 – Kaunitz diventa Cancelliere a Vienna.
1753 – Guerra dei Sette anni: «Mentre l’Austria era impegnata in complesse manovre diplomatiche per rientrare in possesso della Slesia, il governo inglese, sollecitato da Giorgio II, si prodigava a garantire la sicurezza dei possedimenti ereditari hannoveriani, fertili e ricchi di miniere ma scarsamente difendibili. Dotata di un esercito terrestre poco numeroso, la Gran Bretagna era solita trattare la fornitura di contigenti militari alleati in cambio di sussidi. Il governo guidato da Newcastle si era rivolto fin dal 1753 a quello russo, spinta in questo anche dalla diplomazia austriaca. Secondo l’uso del tempo si garantiva inoltre da tempo la presenza alla corte russa di un partito filo-inglese con bustarelle» [15].
1754, 28 maggio – Guerra dei Sette anni: piccolo scontro tra francesi e inglesi a Jumonville Glen (Pennsylvania): «Un attacco all’alba condotto da poche decine di miliziani coloniali, guidati dal giovane George Washington, e loro alleati Mingo colse di sorpresa un contingente di 35 canadesi guidati da Joseph Coulon de Villiers» [15].
1755 – Guerra dei Sette anni: la marina inglese inizia ad attuare un blocco navale per impedire l’arrivo di rinforzi francesi nella Nuova Francia (Acadia, Canada, Baia di Hudson, Terranova e Louisiana, si tratta in parte dell’attuale Quebec francese), mentre in Nordamerica affluiscono reparti di linea britannici [15].
1755, 8 giugno – Guerra dei Sette anni: battaglia di Belle Isle (Canada orientale, tra Labrador e Terranova): «una flotta inglese intercettò alcune navi di linea francesi rimaste attardate e ne catturò due. L’episodio sollevò molta eccitazione in Francia e Gran Bretagna» [15].
1755, estate – Guerra dei Sette anni: contatti tra inglesi e prussiani per la sicurezza dell’Hannover. «Allorché il conflitto con la Francia divenne aperto, il timore per un’entrata in campo della Prussia a fianco della Francia aumentò tra gli inglesi. Il governo inglese decise quindi di accelerare un accordo con i russi per poterlo utilizzare come spauracchio verso l’ambizioso Federico. Del resto al tempo le relazioni tra Gran Bretagna e Prussia erano pessime: Federico si rifiutava di ripagare il cosiddetto “debito slesiano”, originato da un prestito inglese a Carlo VI d’Asburgo durante la guerra di successione polacca, e si poneva come campione della causa dei giacobiti. In contraccambio la Gran Bretagna aveva sequestrato navigli commerciali prussiani. Malgrado ciò, nell’estate del 1755 vi erano stati contatti diplomatici diretti, con discussioni in merito a garanzie per la sicurezza dell’Hannover» [15].
1755, 9 luglio – Guerra dei Sette anni: eccidio del fiume di Monongahela (presso Braddock, Pennsylvania): «un contingente guidato dal gen. Edward Braddock, che comprende parte di due reggimenti di linea inglesi ed è diretto ad assediare Fort Duquesne, è annientato da uno molto più piccolo di miliziani francesi e nativi alleati poco oltre un guado del fiume Monongahela. L’utilizzo di spiegamenti e tattiche europee si dimostra infatti assai poco adatto alle foreste americane. Lo shock è grande, ma i britannici si dimostrarono capaci di imparare presto la lezione» [15].
1755, 1° novembre – Grande terremoto a Lisbona
1756, 16 gennaio – Guerra dei Sette anni: Trattato di Westminster, siglato a Londra tra inglesi e prussiani. «Dagli esiti della guerra di successione austriaca erano emersi diversi motivi di frizione tra la Gran Bretagna e l’Austria, che minavano la tradizionale alleanza anglo-austriaca in funzione anti-borbonica. La Gran Bretagna, che sussidiava economicamente l’Austria, era rimasta scontenta della debolezza militare da essa dimostrata. Alla fine l’aveva praticamente abbandonata, forzando Maria Teresa alla cessione di diversi territori pur di finire la guerra, cosa che l’Asburgo aveva mal digerito. La potenza inglese d’altro canto era concentrata sul commercio e l’espansione coloniale, che comportavano un’inevitabile conflitto su scala mondiale con la Francia. Le preoccupazioni di Giorgio II per i possessi ereditari dell’Hannover, esposti a un attacco francese, ne guidavano la politica sul continente. Desiderando unicamente lo status quo sulla terraferma e non volendo impegnare le proprie forze in un conflitto continentale da cui non aveva nulla da guadagnare, la Gran Bretagna ignorava quindi le rivendicazioni di Maria Teresa. Del resto la diplomazia austriaca si era oramai allineata alle posizioni di von Kaunitz, nominato Cancelliere di Stato nel 1753, che sosteneva già dal 1749 la necessità di riavvicinarsi alla Francia in funzione anti-prussiana, in quanto la Gran Bretagna aveva interessi troppo divergenti da quelli asburgici e la Prussia si era oramai definita come il maggior nemico dell’Austria. In particolare il Kaunitz riteneva vantaggioso per lo stato asburgico la perdita delle lontane e poco difendibili province olandesi, la cui economia era oltretutto minata dalla preponderanza inglese, in cambio della riacquisizione della Slesia. Ne aveva del resto già discusso con diplomatici francesi durante le trattative del 1748. Maria Teresa, maggiormente interessata alle riforme interne, si era fatta convincere a seguire le sue posizioni, a difesa della legge, dell’Impero e del cattolicesimo contro l’eretico re prussiano. Nelle trattative giocò un ruolo importante il de Bernis, protetto di Madame de Pompadour e ambasciatore francese a Venezia. I diplomatici francesi si rendevano conto che la Francia aveva parecchio da guadagnare nel suo stato di debolezza attuale, considerato che il vero nemico era oramai la Gran Bretagna, ma non intendevano rinnegare l’alleanza con la Prussia né tantomeno impegnarsi in un conflitto aperto contro di essa. Le trattative pertanto languivano.  Nel 1748 era inoltre emersa come vera nuova potenza la Russia, che aveva sconfitto la Svezia e manteneva una sorta di protettorato sulla Polonia, e Federico II non aveva tardato a rendersi conto del rischio di una manovra a tenaglia austro-russa. Si era inoltre reso conto che la Francia, indebolita dal conflitto precedente e impegnata nel confronto coloniale con la Gran Bretagna, non era granché interessata ad espandersi a occidente, fatto salvo l’antico interesse per le province olandesi meridionali, tanto che tra il 1749 e il 1754 si era piuttosto dedicata a rafforzare decisamente il naviglio militare in funzione antibritannica. Federico inoltre sospettava di contatti tra Francia e Austria. Quando i ministri inglesi gli recapitarono il trattato anglo-russo, non ancora ratificato, e una bozza di accordo volto a garantire come sempre la sicurezza dell’Hannover, Federico II prese la palla al balzo. Ponendosi come campione della pace in Europa, e in special modo in Germania, volle una proposta per la neutralizzazione della Germania e la difesa dello status-quo, chiedendo unicamente di aggiungere un articolo segreto per escludere i Paesi Bassi austriaci, in ossequio all’alleato francese. Nel primo articolo le due parti si impegnavano a non attaccarsi reciprocamente e a fare del loro meglio per impedire attacchi da parte dei loro alleati. Nel secondo concordavano di unire le forze per impedire un passaggio di forze straniere sul suolo germanico. Malgrado sia stato firmato a Whitehall il 16 gennaio 1756, il trattato è conosciuto come “convenzione di Westminster"» [17].
1756, 1° maggio – Guerra dei Sette anni: «Con il trattato di Versailles del 1756, siglato tra Austria e Francia al Palazzo di Versailles il 1º maggio di quell’anno, si attuò il cosiddetto rovesciamento delle alleanze conosciuto come “rivoluzione diplomatica del 1756”. Austria e Francia si garantirono neutralità reciproca e assistenza armata se attaccate da terzi» [13]. «Von Starhemberg, incaricato asburgico delle trattative con la Francia, aveva ricevuto istruzioni da Maria Teresa e Kaunitz precedenti alla notizia dell’accordo anglo-prussiano (Trattato di Westminster – ndr). Trovandosi dinanzi ad una situazione assai diversa e allo sdegno francese, Von Starhemberg fece abilmente del suo meglio per approfittarne. Punto nell’onore, Luigi XV era infatti disposto a veder punita diplomaticamente la Prussia. Aveva perciò deciso già in febbraio di non rinnovare l’alleanza, che scadeva formalmente a giugno 1756, ma intendeva ancora avvalersi dell’alleanza difensiva franco-prusso-svedese, che sarebbe scaduta solo l’anno seguente.Visto però che permaneva il rischio di rimanere isolati nel conflitto oramai aperto con la Gran Bretagna se gli Asburgo avessero mantenuto comunque il vecchio sistema di alleanze, le trattative tra francesi e austriaci ebbero una decisa accelerazione. Vennero stipulate due convenzioni, di neutralità e alleanza difensiva (comprensive di cinque articoli segreti), che assieme sono conosciute come “primo trattato di Versailles”, firmato il primo maggio. Con esso l’Austria si impegnava a restare neutrale nel conflitto con la Gran Bretagna, mentre la Francia rinunciava a qualsiasi aggressione ai territori asburgici, comprese le province olandesi. Il trattato prevedeva inoltre anche una parte difensiva, nella quale ciascuna delle due potenze si impegnava ad accorrere in difesa dell’altra con un contingente di 24.000 uomini in caso di un’aggressione da parte di terzi. Elisabetta, che aveva ricevuto notizia della convenzione anglo-prussiana due giorni dopo la ratifica di quella di San Pietroburgo, intese immediatamente che l’accordo anglo-russo era carta straccia. Costituiva anzi quasi una minaccia diretta, visto che in teoria costringeva la Prussia a volgere le sue mire ad est anziché verso la Germania. Il filo-francese Voroncov ebbe gioco facile a screditare Bestužev e ad assecondare l’odio della zarina per Federico II. Un comitato speciale che doveva proporre delle misure per limitare il potere prussiano confermò che le misure da prendere erano procedere nell’avvicinamento già in corso all’Austria, anche in chiave offensiva, e conquistarsi i favori francesi.» [15].
1756, 13 marzo – Guerra dei Sette anni: «Maria Teresa istruisce il suo ambasciatore a San Pietroburgo di informare la zarina delle trattative tra Austria e Francia e della possibilità di accordarsi per un attacco combinato contro la Prussia nel 1757, allo scadere dell’alleanza franco-prusso-svedese. Questo non fece altro che accelerare i preparativi russi per la guerra, che da aprile in avanti procedettero a ritmo spedito, mentre gli austriaci si limitavano a preparativi più contenuti. Malgrado la salute della zarina si deteriorasse a partire dall’estate, la Russia aderì al trattato di Versailles il 31 dicembre 1756, con articoli segreti volti ad assicurare l’aiuto russo in caso di attacco inglese sul continente e sussidi francesi alla Russia in caso di attacco turco. La corte russa non venne comunque messa a parte degli articoli segreti stipulati tra Francia e Austria» [15]. Dettagli sugli eserciti e le formazioni di battaglia (fronti anche di sette chilometri) in [15].
1756, aprile – Guerra dei Sette anni: attacco francese alla base inglese di  Mahón, nelle Baleari [15].
1756, maggio – Guerra dei Sette anni: il governo francese invia in Nordamerica rinforzi e un nuovo comandante, il Montcalm [15].
1756, 17 maggio – Guerra dei Sette anni: La Gran Bretagna dichiara guerra alla Francia, convinta che gli accordi stipulati con gli altri europei terranno indenne da conflitti il Continente [15].
1756, 20 maggio – Guerra dei Sette anni: battaglia di Minorca tra la flotta francese e quella inglese guidata da Byng. La sconfitta costò all’ammiraglio inglese la corte marziale e l’esecuzione [15].
1756, 28 maggio – Guerra dei Sette anni: i francesi prendono Minorca.
1756, 29 agosto – Guerra dei Sette anni: «Senza una formale dichiarazione di guerra, similmente a quanto fatto nel 1740, e dichiarando che solo le intenzioni ostili dell’Austria lo obbligavano a rinunciare al suo desiderio di pace, Federico II di Prussia con 58.000 uomini suddivisi in tre colonne di marcia invade la vicina Sassonia, tradizionale alleato della Francia e alleato dell’Austria nella guerra precedente. Federico II intendeva annullare una possibile minaccia, visto che il confine sassone era vicinissimo a Berlino, e accapararsi preziose risorse economiche: durante il resto del conflitto sfruttò ampiamente il territorio sassone, che contribuì per circa un terzo alle spese materiali prussiane. I suoi piani erano di dirigersi verso la ricca Boemia austriaca, per neutralizzare l’esercito austriaco prima dell’arrivo dei russi e acquartierarvi le truppe per l’inverno a spese di territori asburgici. Prevedevano quindi di impadronirsi della piazzaforte morava di Olmütz e di marciare rapidamente su Vienna, per forzare una rapida conclusione del conflitto. Aveva lasciato in Slesia 25.000 uomini, al comando del feldmaresciallo conte von Schwerin per premunirsi da incursioni dalla Moravia o dall’Ungheria, mentre la Prussia orientale, distaccata dal nucleo centrale dei domini prussiani, era presidiata dal feldmaresciallo von Lehwaldt, a guardia di una potenziale invasione russa. Dal punto di vista ideologico, per Federico si trattava di un caso di “guerra precauzionale”, come da lui teorizzato nel suo “Anti-Machiavel”. L’aggressione però ebbe vasta risonanza e sollevò ampia indignazione, portando al secondo trattato di Versailles, di natura questa volta offensiva: le due maggiori dinastie europee, Asburgo e Borbone, dopo essersi combattute per secoli si trovavano ora alleate. È certo che sfidare contemporaneamente le tre maggiori potenze terrestri europee fosse un azzardo enorme. Considerato l’acume di Federico è evidente ritenesse la situazione prussiana disperata (come in effetti era, stante gli accordi segreti per la spartizione del paese promossi dal Kaunitz) e che l’unica alternativa fosse la restituzione della Slesia, cosa che non era disposto a fare. Fu perciò una scelta largamente ponderata. L’attacco fu infatti ritardato alla fine di agosto anche per evitare un intervento francese nella buona stagione, come sarebbe potuto accadere in caso di un probabile attacco austro-russo nella primavera seguente. La Gran Bretagna invia aiuti in denaro all’alleato» [15].
1756, ottobre: Guerra dei Sette anni: la Francia è in condizioni di netta inferiorità navale rispetto all’Inghilterra; d’altra parte, l’alleanza con l’Austria e con la Russia impose di dividere gli sforzi francesi riservando ai teatri coloniali un’insufficiente difesa [12].
1756, 21 novembre – Guerra dei Sette anni. La Francia, sapendo di doversi anche cimentare a fondo contro l’Inghilterra nelle colonie, conclude con la Russia l’Alleanza di San Pietroburgo [12].
1756-1757, inverno – Guerra dei Sette anni: «L’Austria promette alla Francia la maggior parte dei Paesi Bassi in cambio dei territori di Parma e di Guastalla, mentre la Francia diventa il banchiere di Maria Teresa e assicura di non trattare separatamente» [12].
1757, gennaio – Guerra dei Sette anni: la Russia accede all’alleanza tra Austria e Francia [12].
1757, 2 febbraio – Guerra dei Sette anni: la Russia formalizza l’alleanza con l’Austria [12].
1757, 1° maggio – Guerra dei Sette anni: l’alleanza tra Luigi XV e Maria Teresa da difensiva diventa offensiva (Secondo trattato di Versailles). Francia e Austria, con la Russia, si impegnano a una guerra continentale. «Nei progetti di Parigi un tale schieramento di forze avrebbe dovuto schiacciare in una sola campagna la Prussia, portando alla conquista dell’Hannover, allo stabilimento di un condominio continentale franco-austriaco, alla sottomissione dei Paesi Bassi alla Francia, la quale avrebbe allora potuto volgere tutte le sue risorse contro l’Inghilterra. In realtà, la genialità di Federico II e l’incertezza e la disunione fra gli alleati mandarono a vuoto questo disegno» [12].
1757, 6 maggio – Guerra dei Sette anni: Battaglia di Praga: «Federico II costrinse i reparti austriaci sopravvissuti a trincerarsi entro le mura di Praga. Pone quindi l’assedio alla città, ma le forze prussiane sono troppo esigue per un attacco diretto e Federico deve accontentarsi di bloccare gli assediati al suo interno, in attesa della resa per fame». [15]
1757, 18 giugno – Guerra dei Sette anni: vittoria austriaca a Kolin: «Il felmdaresciallo austriaco Daun non aveva fatto in tempo a partecipare allo scontro, ma ai suoi 30.000 uomini unì altri 16.000 austriaci fuggiti dal campo di battaglia. Riorganizzate le truppe si mosse lentamente in soccorso della città, ben sapendo che le forze prussiane erano troppo deboli per rischiare di trovarsi accerchiate tra gli assediati e il suo esercito.[30] Con un distaccamento di circa 5.000 uomini Federico raggiunse a Kolin il reparto del duca di Brunswick-Bevern per intercettare il Daun. In inferiorità numerica (i rapporti variano tra 44 e 65.000 uomini da parte austriaca contro 32.000 prussiani), non riuscì in una manovra di accerchiamento per l’intervento della fanteria leggera austriaca, i grenzer. Si trovò così ad attaccare frontalmente e in maniera poco coordinata gli austriaci, che si erano attestati in buona posizione difensiva a Kolin, il 18 giugno. Fu la prima, pesantissima sconfitta per Federico, che fu costretto a togliere l’assedio a Praga. La contemporanea ritirata del contingente prussiano guidato da Augusto Guglielmo di Prussia a Zittau lo costrinse all’abbandono della Boemia» [15].
1757, 23 giugno – Guerra dei Sette anni: la vittoria di Robert Clive nella battaglia di Plassey, per conto della Compagnia, durante la Guerra dei sette anni, segna una battuta d’arresto alle pretese francesi in India, assicurando la supremazia britannica sulla penisola indiana e offrendo alla Compagnia il controllo del Bengala, la provincia più popolosa e redditizia [8]
1757, 30 agosto – Guerra dei Sette anni: vittoria russa sui prussiani a Gross-Jägersdorf. «Nella tarda estate 75.000 russi guidati dal maresciallo Stepan Fyodorovich Apraksin presero d’assalto la munita fortezza prussiana di Memel dopo cinque giorni di bombardamenti. Invasero quindi la Prussia orientale. Un esercito prussiano guidato con abilità da von Lehwaldt riuscì a sorprendere i reparti russi guidati dal generale Lopukhin, che fu ucciso nello scontro. Lehwaldt dovette però soccombere alla grande superiorità numerica del contrattacco russo a Gross-Jägersdorf, il 30 agosto, riuscendo comunque a sganciarsi dopo aver inflitto gravi perdite agli avversari. La durezza degli scontri lasciò nei prussiani una solida impressione delle capacità combattive russe, rinforzata dalle sanguinose battaglie di Zorndorf e Kunersdorf negli anni successivi. Apraksin, poco esperto e cauto, organizzò la ritirata anziché sfruttare la vittoria. In mancanza di rifornimenti per l’artiglieria, l’assedio a Königsberg sembrava del resto improponibile. A ciò si univano le difficoltà logistiche causa la distanza dalle basi, il pessimo stato delle strade e più in generale la scarsa organizzazione dell’esercito. La tendenza da parte russa a interrompere le operazioni e a ritirarsi dopo una grande battaglia, che si ripeterà più volte, sarà infatti dovuta maggiormente a lunghezza e disorganizzazione delle linee di riferimento, che causavano in primo luogo carenza di munizioni, che alle perdite subite. Cionondimeno la minaccia russa fu una costante durante il conflitto e condizionò in parte anche le operazioni contro l’Austria, considerato il rivale principale da Federico» [15].
1757, settembre – Guerra dei Sette anni: la Svezia, impressionata dalle vittorie russe sui prussiani, invade la Pomerania. Federico II, fidando sul fatto che fino all’anno prossimo i russi staranno fermi, la recupererà facilmente, invadendo a sua volta la Pomerania svedese [15].
1757, 5 novembre – Guerra dei Sette anni: vittoria di Federico II di Prussia a Rossbach (Braunsbedra, oggi in Sassonia-Anhalt). «La congiuntura sembrava davvero pessima per Federico, con gli austriaci pronti al contrattacco e all’invasione di territori finora controllati dalla Prussia. A ovest i francesi avevano battuto ad Hastenbeck gli hannoveriani, guidati dall’incompetente duca di Cumberland, e con una seconda armata guidata dal principe di Soubise erano penetrati in Sassonia assieme al Reichsarmee imperiale, mobilitato da Francesco I di Lorena. La situazione era però destinata ad essere ribaltata in due battaglie che consacrarono la fama di Federico II come condottiero. Il 5 novembre a Rossbach, nell’unico scontro del conflitto tra francesi e prussiani, Federico inflisse una sconfitta storica alle forze miste guidate dal Soubise, malgrado un’inferiorità numerica di 1 a 2, grazie alla rapidità di manovra della sua fanteria e alla cavalleria pesante guidata da von Seydlitz» [15].
1757, 5 dicembre – Guerra dei Sette anni: Federico II sconfigge nuovamente gli austriaci a Leuthen, in Bassa Slesia: «Federico II, riprendendo, subito dopo la vittoria di Rossbach, a marciare in direzione opposta, ingaggia gli austriaci guidati da Carlo Alessandro di Lorena a Leuthen, nella bassa Slesia. Anche qui, in grande inferiorità numerica, Federico sfrutta le superiori capacità di movimento e disciplina delle sue truppe, aggirando un’ala del lunghissimo schieramento nemico e cogliendo una vittoria eclatante. Anche nel prosieguo della guerra la valuterà personalmente come la sua più grande vittoria, avendola colta contro l’avversario austriaco, da lui considerato il più valido militarmente. Con questi due successi Federico raggiunge l’apice della fama. Tuttavia a Leuthen non riesce a distruggere completamente l’esercito austriaco, che si ritira in Boemia. Inoltre Maria Teresa si dimostra assolutamente determinata a non cedere e ignora i suoi tentativi di arrivare a un accordo. Il comando supremo delle truppe austriache viene affidato a Daun, che aveva dimostrato capacità certamente superiori a quelle del principe Carlo» [15].
1758, inizi – Guerra dei Sette anni: i russi invadono la Prussia orientale, che Federico II lascia sguarnita, preferendo cercare battaglia con gli austriaci e porre in questo modo rapidamente fine alla guerra. Invade la Morava e mette l’assedio a Olmütz, che resiste sette settimane.
1758, 11 aprile – Guerra dei Sette anni: convenzione anglo-prussiana: «L’alleanza abbozzata a Westminster viene formalizzata, compreso un sussidio annuale da parte inglese di 670.000 sterline. La Gran Bretagna invia anche un contingente di 9.000 uomini a rinforzo dell’armata hannoveriana» [15].
1758, 25 agosto – Guerra dei Sette anni: battaglia di Zorndorf (Sarbionowo in Polonia): «n estate Federico non poté più ignorare l’avanzata russa e si mosse a intercettarla. Poco a oriente del corso dell’Oder, presso l’odierna Sarbinowo, in Polonia (allora Marca di Brandeburgo) una forza di circa 36.000 uomini al suo comando si scontra con 43.500 uomini circa guidati dal generale Fermor, di discendenza russo-baltica, nella battaglia di Zorndorf. Il confronto si risolse in uno scontro frontale in cui molti reparti arrivarono al corpo a corpo e comportò grave perdite da ambo i lati: 12.800 prussiani e 18.000 russi risultarono morti o gravemente feriti. Tatticamente l’esito non fu chiaro, ma davanti alla ritirata russa Federico vantò la vittoria. Il parere di diversi storici è che lo scontro finì sostanzialmente in parità, per semplice esaurimento delle capacità combattive dei reparti» [15].
1758, 18 agosto – Guerra dei Sette anni: i francesi che hanno cercato di rompere il blocco navale inglese, sono sconfitti a Lagos nel sud del Portogallo.
1758, 14 ottobre – Guerra dei Sette anni: battagli di Hochkirch (Sassonia): «Il feldmaresciallo austriaco Daun prende l’iniziativa, attaccando all’alba e cogliendo di sorpresa il fianco orientale dell’armata di Federico a Hochkirch. Il re, in grave inferiorità numerica, perde gran parte della sua artiglieria ma riesce a ritirarsi in buon ordine. Gli austriaci non riescono invece a sfruttare la vittoria. Dopo un tentativo di riprendere Dresda, le truppe si ritirano in territorio asburgico per l’inverno, lasciando la Sassonia all’occupazione prussiana. A est i russi non riescono prendere Kolberg, in Pomerania, difesa dal generale Heinrich Sigismund von der Heyde» [15].
1758, 20 novembre – Guerra dei Sette anni: «La flotta atlantica di 21 navi di linea guidata dal conte di Conflans viene attaccata e sconfitta dalle 23 navi dell’ammiraglio Hawke nella battaglia della baia di Quiberon» [15].
1758, fine – Guerra dei Sette anni: «In Francia l’andamento assai deludente della guerra causò la cacciata del cauto Bernis e la sua sostituzione come ministro degli Esteri da parte di un altro favorito della Pompadour, il duca di Choiseul. Questi formulò dei piani assai ambiziosi con l’obiettivo di concludere il conflitto l’anno seguente, pianificando addirittura l’invasione dell’Inghilterra».
1759 – Guerra dei Sette anni: sconfitte prussiane a Kunersdorf (12 agosto) e a Maxen. Dopo Kunersdorf Federico II ha pensato al suicidio. In Renania va meglio: il 1°agosto Brunswick sconfigge a Minden l’armata francese guidata dal marchese de Contades.  [15].
1760, 15 agosto – Guerra dei Sette anni: va male per Federico nella prima parte dell’anno (sconfitta di Landeshut, dove il generale prussiano Fouqué viene fatto prigioniero), ma Federico recupera a Liegnitz e sconfigge il generale Laudon «risollevando il morale prussiano, fiaccato dall’andamento della guerra. Con tale vittoria ottiene anche la cauta ritirata dei russi, evitando una manovra congiunta degli alleati austro-russi contro Breslavia» [15].
1760, 9 ottobre – Guerra dei Sette anni: gli austro-russi occupano Berlino [15].
1760, 3 ottobre – Guerra dei Sette anni: sanguinosissima battaglia a Turgau, restano feriti sia Federico che Daun. Le perdite austriache sono maggiori, Vienna perde la speranza di risolvere la guerra con una battaglia decisiva [15].
1761, inizio – Guerra dei Sette anni: «A inizio campagna del 1761 la Prussia si ritrovò un esercito ridotto a circa 100.000 uomini, per la maggior parte reclute poco addestrate. La situazione sembrava disperata e le possibilità di difesa esigue. In realtà anche Austria e Russia avevano ormai esaurito gran parte delle energie e non furono in grado di lanciare un’offensiva coordinata e su larga scala» [15].
1761, luglio – Guerra dei Sette anni: sono in atto trattative tra il governo Pitt e i francesi per giungere a una pace. Il fatto che a Lippsdtat 65.000 anglo-hannoveriani riescano a battere 92.000 francesi permette a Pitt di richiedere condizioni più dure per la pace [15].
1761, 15 agosto – Guerra dei Sette anni: a Parigi si sigla un patto di famiglia tra Borboni di Francia e di Spagna (il re è Carlo III di Borbone): gli spagnoli sono impegnati a dichiarare guerra agli inglesi entro il 1° maggio. Il dispaccio che annuncia l’ingresso degli spagnoli nella Guerra dei Sette anni è però intercettato dalla marina inglese
1761, fine – Guerra dei Sette anni: «Alla fine del 1761 il governo inglese dava la Prussia per spacciata e minacciò di cessare di sussidiare l’alleato ove questo non si fosse dimostrato pronto a concessioni pur di raggiungere la pace, per la quale da tempo c’erano trattative in corso tra inglesi e francesi, per quanto infruttuose. Le armate prussiane erano ridotte oramai a 60.000 effettivi e Berlino stessa sembrava definitivamente in pericolo».
1762, inizio – Guerra dei Sette anni: gli inglesi anticipano le intenzioni spagnole. Approfittando della loro debolezza nelle colonie, gli dichiarano guerra. Gli spagnoli, a loro volta, dichiarano guerra agli inglesi [15].
1762, 5 gennaio – Guerra dei Sette anni: morte di Elisabetta di Russia. Pietro III grande ammiratore di Federico, rinuncia alle conquiste russe e si offre di aiutare Federico, cambiando bandiera.
1762, 1 aprile – Guerra dei Sette anni: ultimatum spagnolo al re del Portogallo, che ha sposato la sorella del re di Spagna, perchéa derisca al Patto di famiglia rompendo la tradizionale alleanza con la Gran Bretagna, e bloccasse i porti al commercio inglese. «Fino a quel momento il paese era rimasto neutrale nel conflitto e aveva cercato di dirimere le questioni belliche che lo avevano interessato (come le conseguenze della battaglia navale avvenuta nelle acque portoghesi prospicienti Lagos nel 1759) cercando di soddisfare entrambe le parti in conflitto. Il Portogallo si trovava in situazioni critiche: il terremoto di Lisbona del 1755 aveva distrutto la città e la ricostruzione aveva dissanguato le casse reali. L’economia coloniale era ai minimi livelli. La marina, un tempo potentissima, era ridotta a tre navi di linea e l’esercito allo sbando. Malgrado ciò l’uomo di fiducia del re, il marchese di Pombal, scelse di resistere a tutti i costi e chiese aiuto al tradizionale alleato britannico. Spagnoli e francesi contavano di avere ragione in poco tempo di un paese militarmente debole e all’apparenza difficilmente difendibile» [15].
1762, 5 maggio – Guerra dei Sette anni: pace fatta tra russi e prussiani, Pietro III si offre come mediatore tra prussiani e svedesi. Comincia l’invasione del Portogallo da parte dei francospagnoli [15].
1762, 17 luglio – Colpo di stato in Russia. Caterina la Grande, moglie di Pietro III, con l’aiuto dell’amante suo Orlov, fa arrestare il marito e lo chiude in carcere dove muore. La pace con Federico II di Prussia è subito negata.
1762, 29 ottobre – Guerra dei Sette anni: Federico II spazza via gli austriaci dalla Sassonia, «a Freiberg suo fratello Enrico vinse l’ultimo scontro campale del conflitto, battendo un largo contingente di tedeschi filo-imperiali guidati dal principe Stolberg, supportati dai reparti austriaci del conte Hadik. Ad ovest il Brunswick catturò Gottinga e finalmente in novembre Kassel, importante piazzaforte sotto controllo francese» [15].
1762, 24 novembre – Guerra dei Setta anni: i portoghesi hanno resistito all’invasione francospagnola applicando la tattica della guerriglia, fidando sull’aiuto inglese e sulla resistenza del popolo. Il conte di Aranda chiede una tregua [15].
1762, 1° dicembre – Guerra dei Sette anni: tregua fra francospagnoli e portoghesi [15].
1763, inizio. Guerra dei Sette anni: «Nel 1763 in Europa continentale vi era una situazione di stallo tra Prussia e Austria. Federico aveva ripreso quasi tutta la Slesia, tranne la contea di Glatz. Grazie alla vittoria di Freiberg aveva riacquistato il controllo di gran parte della Sassonia, ma non della capitale Dresda. Malgrado le sue riserve finanziarie non fossero esaurite, il paese era però devastato e l’esercito assai indebolito, sia negli effettivi che nella loro qualità. La mancanza di ufficiali e sottufficiali addestrati era gravissima. Tutto ciò rendeva impossibile una nuova offensiva per riprendere Dresda. Oltretutto il nuovo primo ministro inglese, Lord Bute, aveva cessato i sussidi. In Russia Pietro III era stato sostituito dalla moglie Caterina la grande, che rinnegò l’alleanza con Federico e sembrava propensa a riprendere la guerra contro la Prussia. Nondimeno l’Austria si trovava in difficoltà. Una seria crisi finanziaria aveva infatti costretto a una mobilitazione ridotta. Entrambi i paesi avevano quindi esaurito da tempo le capacità necessarie a porre fine autonomamente al conflitto con una vittoria decisiva. Buona parte delle risorse finanziarie erano state prosciugate nei primi due anni del conflitto. Federico di Prussia aveva coniato moneta con l’argento delle chiese e dei suoi palazzi, diluendolo con rame, pur mantenendo un minimo di riserva monetaria nella prospettiva di dover ricostruire dopo la guerra un paese in buona misura devastato. Allo stesso modo, Maria Teresa aveva impegnato i gioielli reali nel 1758 e nel 1760 aveva aperto una sottoscrizione pubblica invitando il popolo a portare alla zecca di stato l’argento. La popolazione austriaca aveva sofferto molto meno di quella prussiana, ma ugualmente le risorse per la leva erano insufficienti, per l’incapacità di rifornire l’esercito di cibo e vestiti» [15].
1763, 10 febbraio – Guerra dei Sette anni: il Trattato di Parigi pone fine alla Guerra dei Sette anni tra Francia e Inghilterra: «In vero, gli accordi di Parigi ebbero una gestazione alquanto più travagliata di quelli di Hubertsburg. Infatti, alcuni anni prima, nel marzo 1759, la Francia aveva stipulato con l’Austria un terzo trattato di Versailles mediante il quale Luigi XV si era parzialmente disimpegnato dai legami con l’Imperatrice Maria Teresa, concentrando tutte le sue risorse più nel conflitto con gli inglesi in terra d’oltremare che sul continente europeo. Inoltre Re Luigi aveva concluso il 15 agosto 1761 un nuovo “patto di Famiglia” con Carlo III di Borbone nuovo Re di Spagna succeduto a Ferdinando VI nel 1759. Nel 1760 era deceduto anche Giorgio II e gli era succeduto Giorgio III. Fu proprio quest’ultimo che, nel mese di gennaio del 1762, sostenuto dal suo Primo ministro John Stuart conte di Bute, conservatore, ebbe a dichiarare guerra alla Spagna sul continente americano. Il conflitto fu molto breve perché il contingente spagnolo dislocato nelle terre americane, del tutto inadeguato a tener testa alle truppe britanniche, fu rapidamente e facilmente sconfitto. Il Bute fu molto risoluto nell’avviare a conclusione il conflitto con la Francia, soprattutto dopo essersi reso ben conto che Federico II si era dimostrato un alleato non del tutto affidabile, perché utilizzava le sovvenzioni inglesi per tramare assieme alla Russia di Pietro III a salvaguardia dei suoi soli interessi territoriali, senza tenere in alcun conto gli obblighi derivanti dalla Convenzione di Westminster. Il trattato di pace di Parigi, preceduto dai preliminari di Fontainebleau tenutisi nell’autunno dell’anno prima, imponeva un prezzo abbastanza alto alla Francia, ma non fu affatto umiliante, tant’è che il Parlamento inglese, nel ratificare gli accordi ebbe a rilevare che l’ex nemico era stato trattato con eccessiva indulgenza perché le erano stati restituiti troppi territori sul continente europeo, caduti in mano britannica lungo il corso del conflitto. Altri, invece, ebbero a far rilevare che una nazione come la Francia non andava umiliata, a evitare, in futuro, propositi di rivalsa. Pur tuttavia la Francia si sentì ugualmente umiliata, cominciando da questo momento a covare propositi di vendetta che avrebbe attuato negli anni a venire soprattutto sui mari. La vera potenza vincitrice fu l’Inghilterra; infatti con la stipula della pace di Parigi, Giorgio III riuscì a estromettere completamente la Francia dall’America settentrionale, sottraendole interamente la Nuova Francia costituita dal Canada francese e dalla Louisiana francese. Si trattava di un territorio immenso, molto più vasto dei possedimenti inglesi in terra americana, che si estendeva su oltre quattordici Stati attuali, dal Montana alla Louisiana e che attraverso i grandi laghi si congiungeva con il Canada francese occupando circa un terzo di quelli che ora sono gli Stati Uniti. La parte orientale della Louisiana francese, quindi a est del Mississippi, andò ai britannici, mentre quella occidentale andò agli spagnoli. I britannici acquisirono anche la Florida dagli spagnoli in cambio di Cuba, da loro conquistata durante la guerra. Proprio la perdita della Nuova Francia, con la conseguente espansione inglese giudicata eccessiva, fu alla base della successiva decisione francese di sostenere economicamente e militarmente l’insurrezione delle 13 colonie americane che portò alla nascita degli Stati Uniti d’America, un’alleanza ricordata con la Statua della Libertà. La Francia dovette cedere anche alcune isole delle Antille caraibiche, tra cui Dominica e Grenada, nonché il Senegal e il Gambia in Africa occidentale. Sul continente asiatico le acquisizioni inglesi risultarono altrettanto consistenti, con la conquista di Calcutta, del Bengala, della regione del Bihar e dell’intera regione del Deccan. La Prussia riuscì soltanto a salvare se stessa e la Slesia. Tuttavia, se l’obiettivo dell’alleanza franco-austriaca era quello dello smembramento della Prussia, l’aver mantenuto invece la propria integrità territoriale unitamente alla conferma del proprio status sovrano, non poteva certamente dirsi un risultato trascurabile, soprattutto visto che, accanto alla integrità territoriale, Federico II era riuscito a mantenere anche il possesso della Slesia. Altra grande sconfitta fu l’Imperatrice Maria Teresa che, dopo ben sette anni di guerre che avevano scosso le finanze di uno stato ben solido come l’Austria, dovette rassegnarsi alla definitiva perdita della Slesia. La politica asburgica si orientò quindi definitivamente verso i Balcani e a est verso una Polonia sempre più debole. L’alleanza tra la Francia e l’Austria venne comunque mantenuta e ulteriormente rafforzata ed ebbe il suo punto di massimo nel matrimonio, celebrato nel 1770, tra l’arciduchessa Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, con il Delfino di Francia che sarebbe diventato Re con il nome di Luigi XVI. Quest’alleanza costituì uno dei capisaldi della politica asburgica e consentì un trentennio di pace in tutta l’Europa occidentale. Malgrado ciò l’opinione pubblica francese la avversò grandemente, imputandole il disastro di Rossbach e dubitando dell’assennatezza dei Borboni nell’accettarla. Tale avversione avrà un certo peso nella loro successiva caduta. In Europa orientale invece di lì a poco si sarebbe aperto un nuovo scenario di crisi. Le mire espansionistiche della Prussia, della Russia e dell’Austria sul regno più instabile del continente, la Polonia, e la debolezza del suo tradizionale protettore francese avrebbero portato allo smembramento di quest’ultima. Austria e Russia inoltre si sarebbero rivolte entrambe verso l’oramai declinante Impero ottomano. Si è trattato del conflitto più sanguinoso del XVIII secolo.[52] Una stima delle perdite – militari e civili – non è facile. Durante la guerra, la popolazione civile dell’Austria scese da 5.739.000 a 4.890.000 persone, con una perdita di 849.000 abitanti.[53] La rinuncia austriaca alla Slesia e la creazione del mito di Federico il Grande costò al piccolo Regno di Prussia la morte di 180.000 soldati; in totale durante la guerra morirono circa 500.000 prussiani, un nono della popolazione totale, e in certe province – quelle a est dell’Oder, dove si era combattuto a lungo e dove erano passati i russi saccheggiando, devastando e stuprando – morì più di un abitante su cinque» [15].
1763, 15 febbraio – Guerra dei Sette anni: il Trattato di Hubertusburg pone fine alla Guerra dei Sette anni tra Prussia e Austria sul continente. «Nelle condizioni di esaurimento reciproco di Prussia e Austria era oramai chiaro che nessuno dei due contendenti era nelle condizioni di raggiungere una vittoria definitiva. Maria Teresa aveva ormai perso la speranza di riacquistare la Slesia. Con la mediazione di Augusto III di Sassonia, re di Polonia, non fu difficile trovare un accordo in base al quale, in cambio della restituzione di Glatz, Federico si sarebbe ritirato completamente dalla Sassonia. Il trattato di Hubertusburg siglato il 15 febbraio 1763 presso il castello omonimo pose fine al conflitto nell’Europa centrale. Esso sancì in pratica la situazione precedente al conflitto, ripristinando l’assetto geo-politico germanico allo status quo ante, cioè alla situazione esistente, nel 1756, alla vigilia del conflitto. A seguito degli accordi sottoscritti, la Prussia si vedeva riconfermata come stato sovrano nella sua integrità territoriale e manteneva il possesso della Slesia. L’Austria doveva abbandonare definitivamente ogni velleità di rientrare in possesso della Slesia, per la quale aveva speso inutilmente enormi risorse per ben sette anni. Dal punto di vista politico, la Prussia uscì comunque dal conflitto con riconosciuto il suo rango quale più piccola tra le Grandi Potenze europee, avviata a sostituirsi agli Asburgo come potenza dominante in Germania» [15].


[1] wikipedia, voce Conferenza di Berlino [1884].
[2] Tim Marshall Le dieci mappe che spiegano il mondo Garzanti Milano 2018, pagine 135-140.
[3] wikipedia, voce Congo (fiume)
[4] wikipedia, voce Henry Morton Stanley
[5] wikipedia, voce David Livingstone
[6] Treccani, voce David Livingstone
[7] wikipedia, voce Impero britannico
[8] wikipedia, voce Compagnia britannica delle Indie orientali
[9] Treccani, voce Successione austriaca, guerra di
[10] wikipedia, voce Battaglia di Mollwitz
[11] wikipedia, voce Carlo VII di Baviera
[12] Treccani, voce Sette anni, guerra dei
[13] wikipedia, voce Trattato di Versailles (1756).
[14] wikipedia, voce Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg
[15] wikipedia, voce Guerra dei Sette anni
[16] wikipedia, voce Elisabetta di Russia
[17] wikipedia, voce Trattato di Westminster
[18], wikipedia, voce Anti-Machiavel
[19], wikipedia, voce Regulating Act of 1773