La Stampa, 20 agosto 2019
Macron e Putin sono d’accordo solo sulla crisi in Ucraina
Emmanuel Macron ha visto ieri Putin, giovedì incontrerà il premier britannico Boris Johnson; infine nel weekend, a Biarritz, ospiterà Trump e i grandi nel summit del G7. La politica internazionale riparte e sul tavolo riappare, insieme ai dossier regionali e globali più spinosi, l’attivismo di Macron. Con Angela Merkel, la cui stella in seppur lenta fase discendente, è il capo dell’Eliseo a provare a prendere le redini e a indirizzare l’agenda internazionale, almeno dal fronte europeo.
L’esordio di questa settimana ad «alta intensità diplomatica» con Putin non è dei più facili anche se il presidente francese scegliendo Fort de Bregancon, la suggestiva residenza estiva medievale che sorge su un isolotto nel Mediterraneo, come location per il bilaterale ha dato alla visita di Putin un tono più rilassato ed informale. E visto che siamo a pochi giorni dal G7 di Biarritz, Putin commenta l’ipotesi di un ritorno russo nel consesso da cui fu espulso (quando era un G8) a causa del coinvolgimento nel Donbass. «Non rifiuteremmo un invito al G7 – dice il capo del Cremlino – qualsiasi contatto, in qualsiasi formato, con i nostri partner è utile». Macron annuisce ma puntualizza: «Il ritorno al gruppo del G8 come ad una pienamente normalizzata relazione con la Ue richiede una soluzione della questione ucraina». E proprio sull’Ucraina si sono registrate le maggiori seppur caute aperture fra i due. Putin ha dichiarato che i suoi contatti telefonici col nuovo presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono fonte di «cauto ottimismo», mentre Macron ha auspicato che un nuovo vertice del Quartetto di Normandia per cercare una soluzione condivisa alla guerra nel Donbass possa aver luogo già nelle prossime settimane. Sarebbe un grande passo in avanti visto che l’ultimo di questi summit risale all’ottobre del 2016. Del Quartetto fanno parte Russia, Francia, Germania e Ucraina.
Sulla Siria c’è stato qualche momento di frizione. Il presidente francese ha espresso preoccupazione per l’offensiva delle forze governative a Idlib che sta mietendo vittime tra i civili e ha dichiarato che è necessario rispettare «la tregua concordata a Sochi» e mettere fine ai bombardamenti. Putin gli ha risposto che approva gli attacchi delle truppe del suo alleato Assad contro i miliziani.
Un altro momento di tensione si è registrato quando si è parlato delle proteste che in queste settimane stanno scuotendo Mosca. I russi scendono in piazza contro l’esclusione degli oppositori dalle elezioni comunali moscovite in programma l’8 settembre. Finora le manifestazioni sono state duramente represse dalla polizia a colpi di manganello e con ondate di arresti. Macron ha invitato Putin a rispettare i principi democratici e il diritto a manifestare pacificamente. Ma Putin lo ha gelato: la Russia – ha affermato – non vuole proteste come quelle messe in piedi in Francia dal movimento dei gilet gialli «con 11 persone uccise e 2.500 ferite».