Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 20 Martedì calendario

Tutti i sospetti sul principe andrea per le foto con Epstein

Tutti ormai lo chiamavano «Randy Andy». «Andy l’arrazzato», greve ma memorabile definizione che i tabloid gli avevano confezionato su misura negli anni 80. Era il principe Andrea, duca di York, terzogenito di Elisabetta e secondo figlio maschio, oggi ottavo in linea di successione per il trono (ma quando è nato, il 19 febbraio 1960, era secondo). La sua passione per le donne era nota e lo rendeva una figura allegramente smargiassa nel panorama grigio (Elisabetta e, ovviamente, Diana a parte) della famiglia reale.
Ora però i sospetti di pedofilia gettano una luce orrida su quel soprannome di una volta, dopo che il Mail on Sunday ha pubblicato le immagini e il video di Andrea a New York, a casa dell’amico Jeffrey Epstein, nel 2010, due anni dopo la condanna per pedofilia dell’americano. Nelle immagini Andrea è sorridente e pare supervisionare il viavai di ragazzine – bambine, a ben guardare – nel lussuoso palazzo di Manhattan con vista su uno dei musei più belli del mondo, la Frick Collection. Buckingham Palace ha rapidamente diffuso una nota dura: «Il Duca di York è rimasto sconvolto dalle recenti rivelazioni sui presunti crimini di Jeffrey Epstein. Sua Altezza Reale condanna lo sfruttamento di ogni essere umano, e ipotizzare che possa aver favorito, incoraggiato, commesso crimini di questo tipo è orribile».
Si sapeva già che Andrea, amico di Epstein, aveva continuato a frequentarlo anche dopo la condanna per pedofilia del 2008: una scelta incomprensibile. Ma è ancora più grave sapere, grazie al video emerso l’altro giorno, che Andrea frequentava Epstein non solo in luoghi pubblici ma anche nella sua villa (dove sono stati trovati in cassaforte passaporti falsi, materiale pedopornografico, decine di migliaia di dollari in contanti).
Andrea nei giorni scorsi si è provvidenzialmente ritirato dalla vita pubblica, auto-pensionandosi a soli 59 anni (la madre, a 93, continua a fare la sovrana con un calendario di impegni molto fitto). Elisabetta tace ma appoggia il figlio con decisione: si è fatta fotografare in auto con Andrea soltanto pochi giorni fa, segnale ovvio della sua intenzione di proteggerlo.
Quello che la regina non può impedire, però, è che le indagini sui crimini di Epstein che continuano anche dopo la sua morte, avvenuta apparentemente per suicidio in cella, finiscano per aggravare ulteriormente la posizione di suo figlio. È significativo che ieri, a Londra, ci si domandasse se Andrea potrebbe contare o no sull’immunità diplomatica (la questione è spinosa, la risposta non è certa ma è più sì che no, e se gli americani volessero un giorno incriminarlo si aprirebbe un caso diplomatico senza precedenti). Come si è arrivati a questo punto? Per i reali, poi, i giornali di domenica hanno aggiunto un ulteriore gravissimo imbarazzo: si è scoperto che l’Fbi aveva un dossier su Lord Mountbatten – ultimo viceré dell’India, zio di Filippo e mentore del giovane principe Carlo, assassinato dall’Ira nel 1979 – accusato di pedofilia su ragazzini e descritto come «personaggio di infimo livello morale».
Si è a questo punto per l’enorme imprudenza di Andrea: frequentare Epstein, personaggio oscuro e già molto discusso prima della condanna per pedofilia, uomo dall’enorme patrimonio dall’origine misteriosa e in odore di contatti con l’intelligence di vari Paesi. Aver continuato a vederlo anche dopo la condanna sembra oggi pura follia. O quantomeno il sintomo della convinzione di Andrea d’essere invulnerabile.