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 2019  agosto 20 Martedì calendario

Sarri sta male. Ha la polmonite

Maurizio Sarri non sta per niente bene e dopo una settimana di silenzi e conseguenti misteri, la Juventus ha finalmente ammesso che la malattia dell’allenatore è una cosa seria che porta un nome preciso: polmonite. Lo ha scritto quasi alla chetichella sul suo sito internet, parlando del «persistere della forma influenzale» e poi specificando, due righe più in basso, che l’allenatore «nel tardo pomeriggio è stato sottoposto a ulteriori accertamenti che hanno confermato una polmonite per la quale è stata prescritta terapia specifica».
Sarri, dunque, dopo aver saltato l’ultima amichevole di tre giorni fa in casa della Triestina, sarà quasi certamente in mutua anche per l’esordio in campionato di sabato prossimo a Parma, anche se in questi giorni sta frequentando, nei limiti del possibile, il centro sportivo della Continassa, dove ha fatto una capatina anche ieri, senza tuttavia mettere piede sul campo. I lavori li sta dirigendo il suo vice Giovanni Martusciello, che era in panchina già al Nereo Rocco e che potrebbe esserlo anche al Tardini. Martusciello, in ogni caso, non è l’ultimo arrivato: ha fatto il secondo di Spalletti all’Inter e prima ancora (2016/17) era stato il tecnico titolare all’Empoli, che lo aveva promosso dopo gli anni da assistente di Sarri e poi di Giampaolo. L’avventura in solitaria non andò bene, perché si chiuse con una retrocessione.
Sarri sta male dai primi giorni della settimana scorsa, quando ha cominciato ad avere il fisico fiaccato da una febbre molto alta. Nonostante questo, mercoledì scorso ha deciso ugualmente di andare con la squadra a Villar Perosa, valutando l’importanza simbolica della sua presenza nel giorno e nel luogo più simbolici, per il mondo bianconero: è sceso dal bus della squadra infagottato in una vistosa sciarpa, ha trovato la forza di firmare qualche autografo, di scambiare due chiacchiere con John Elkann e di assistere dalla panchina ai 50 minuti della partitella con la Primavera, salvo poi raggiungere gli spogliatoi quasi barcollante, sicuramente stremato. A Ferragosto, l’indomani, stava anche peggio. E non è migliorato in vista del viaggio a Trieste, da cui è stato dispensato anche per risparmiargli l’aria insalubre dell’aereo. Dalle analisi, in ogni caso, è risultato che la polmonite, così assicura il club bianconero, non sarebbe di origine virale e dunque contagiosa, anche se di recente alla Juve si è verificato un altro episodio di cui è rimasto vittima un membro dell’ufficio stampa, il quale è ancora in malattia dopo essere stato male al ritorno dalla tournée asiatica, a fine luglio.
Nel caso di Sarri, non lo aiuta la sua confidenza con le sigarette. Lui stesso ha confessato di arrivare spesso a fumarne 60 al giorno e di certo non ha mollato la presa in queste prime settimane juventine, che ha affrontato con il logico ma preoccupato nervosismo di chi sa di giocarsi l’occasione della vita in un ambiente che lo ha accolto, almeno a livello di tifoseria, con prudente circospezione e nel quale lo aspetta un lavoro enorme: ribaltare i canoni calcistici di Allegri, un gigante della panchina che ha vinto cinque scudetti di fila. La polmonite non fa il gioco di chi deve organizzare una sorta di rivoluzione.