la Repubblica, 20 agosto 2019
In vacanza Trump non smette mai di twittare
La lunga estate calda di Donald Trump. Sì, anche la Casa Bianca ha chiuso per ferie: ma di vacanze vere, il presidente non ne ha voluto sapere. Certo, come i predecessori, anche The Donald si è concesso una pausa. Preferendo, quest’anno, al buen retiro di Mar-a-Lago in Florida, troppo vicino alla villa del defunto miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, i meno esotici campi da golf del suo resort di Bedminster, New Jersey. Ma fra raccolte fondi per la campagna 2020 e comizi, non ha mai mollato la scena. Sfruttando, anzi, il periodo di relax per infiammare gli animi di un’America più divisa che mai randellando via social amici e nemici: dal capo della Fed Jerome Powell «che manca di visione e dovrebbe tagliare di 100 punti i tassi», alle deputate progressiste Rashida Tlaib e Ilhan Omar definite «nemiche del popolo ebraico»: scatenando un tal polverone da far saltare il loro programmato viaggio in Israele. Non basta. Attraverso l’uccellino, il Twittatore- in-Capo ha rilanciato assurde teorie cospirazioniste sul presunto coinvolgimento di Bill e Hillary Clinton nel suicidio di Epstein. Si è schierato con i suprematisti bianchi radunati a Portland, definendo «terroristi» chi protestava contro di loro. Ha offerto la spalla al dittatore nordcoreano Kim Jong-un dicendosi pronto a «incontrarlo di nuovo». E ha rimandato al 15 dicembre i nuovi dazi sulle merci cinesi che, pure, aveva annunciato lui stesso poche settimane fa.
Il Washington Post lo aveva previsto: «È proprio quando il presidente è in vacanza che dobbiamo aspettarci nuovi fuochi d’artificio. Guarda tanta tv, ha più tempo libero e twitta senza che nessuno lo controlli», scriveva alla vigilia delle ferie Philip Rucker, il corrispondente dalla Casa Bianca. Con The Donald, d’altronde, è vietato parlare di relax: «Non sono mai in vacanza», aveva tuonato il 9 agosto, primo giorno di ferie, mentre si recava agli Hemptons: ospite d’onore della raccolta fondi organizzata per lui dal patron delle palestre Equinox, Stephen Ross. L’evento mondano dell’anno – una maxi cena da 250 mila dollari a coperto nell’esclusiva località balneare a due ore da New York – in poche ore ha raccolto 12 milioni di dollari per la campagna elettorale. Ma ha anche acceso la miccia del primo fuoco d’artificio della sua stagione vacanziera, spingendo migliaia di persone a boicottare le popolari – e costosissime – palestre di Ross cancellando gli abbonamenti.
Durante i 10 giorni di vacanze presidenziali non sono mancate le “gite fuori porta”. Fra una partita di golf e l’altra, sempre affiancato da un militare ammanettato alla valigetta contenente i codici nucleari, com’è tradizione fin dai tempi di John Fitzgerald Kennedy, Trump ha infatti trovato il tempo di saltare sull’Air Force One per andare a Monaca, Pennsylvania. Dove il 13 agosto ha tenuto un discorso infuocato – è proprio il caso di dirlo – nel nuovo stabilimento petrolchimico Shell appena inaugurato. Qui, non solo si è intestato il merito dell’apertura, pur sapendo che il progetto era stato approvato da Obama, ma ha usato l’occasione pubblica per attaccare gli avversari politici Joe Biden ed Elizabeth Warren. Il picco è però arrivato a ferragosto: quando il presidente è volato a Manchester, New Hampshire, per un comizio a ruota libera: dove, fra l’altro, ha accusato i medici abortisti di «assassinare i bambini che sopravvivono alla pratica», definito «delinquenti» gli alleati della Nato, esagerato il numero di giudici federali nominati da Obama e sbagliato la conta dei collegi elettorali vinti nel 2016.
Se la lunga estate del presidente, rientrato ieri alla Casa Bianca, è finalmente finita, niente paura: l’autunno caldo sta già per cominciare.