la Repubblica, 19 agosto 2019
Gli sponsor non penalizzeranno più le atlete che fanno figli
La maternità non sarà più, forse, «il bacio della morte per un’atleta donna». Lo disse Phoebe Wright, una runner americana, commentando la vicenda della collega Allyson Felix, che aveva denunciato il trattamento da parte della Nike, il suo sponsor tecnico. Come ha raccontato la sei volte campionessa olimpica della velocità al New York Times, la gravidanza aveva reso complicato il suo rapporto con la casa di Beaverton, con cui aveva un contratto pubblicitario. Per mesi Felix tenne all’oscuro anche il suo manager del suo stato interessante. «Quando abbiamo figli rischiamo tagli dagli sponsor durante e dopo la gravidanza. È l’esempio di un’industria sportiva dove le regole sono fatte principalmente per e da uomini. Ho sentito la pressione di tornare in forma il prima possibile dopo la nascita di mia figlia nel novembre 2018, anche se avevo dovuto sottopormi ad un cesareo a 32 settimane perché c’erano rischi per la vita mia e della mia bambina, a causa della pre-eclampsia. Ma Nike, dopo il parto, avrebbe voluto pagarmi il 70% in meno».
Felix ha così cambiato sponsor tecnico, passando alla Athleta. Sabato però la casa del baffo l’ha contattata. Allyson ha pubblicato su Twitter per intero una lettera del vice presidente esecutivo John Slusher, e ha commentato così: «Le nostre voci hanno potere». Nike fornirà «tutela di maternità ufficialmente e contrattualmente alle atlete di cui è sponsor», che «non saranno più penalizzate economicamente per aver avuto figli». Nike non applicherà alcuna riduzione legata alle performance per un periodo consecutivo di 18 mesi in caso di gravidanza. «Grazie ai brand che hanno già preso questo impegno. Chi è il prossimo?», ha aggiunto la 33enne nata a Los Angeles.
Nelle ultime settimane altre atlete come Phoebe Wright, Alysia Montaño e Kara Goucher hanno raccontato al Nyt le pressioni che le sportive vivono nei confronti di uno sponsor tecnico dopo aver partorito. Montaño, divenuta famosa per aver gareggiato negli 800 metri ai campionanti Usa nel 2014 con il pancione all’ottavo mese, ha sostenuto la collega con un video: «Se vogliamo essere atlete e mamme, beh, è roba da pazzi». La Nike rescisse il contratto di sponsorizzazione con Montaño dopo aver saputo che la mezzofondista era incinta. La donna tornò però in pista con un nuovo sponsor tecnico nel 2017, quella volta al quinto mese. La maratoneta Kara Goucher riprese ad allenarsi a una settimana dal parto per poter correre una mezza maratona dopo aver dato alla luce suo figlio Colt. Serena Williams era già incinta quando vinse l’Australian Open 2017, il suo ultimo Slam. La tennista americana mise in luce le problematiche dell’essere atleta e mamma in uno spot di grande impatto emotivo, “Dream crazier”, commissionato proprio dalla Nike, in cui Serena dice «pensare di avere un bambino e tornare a giocare, ti diranno che è folle». Sarà normale, d’ora in poi.