Corriere della Sera, 19 agosto 2019
Balotelli pagherà il 50 per cento di tasse in meno
Affarone o fregatura? Né l’uno né l’altro: la definizione corretta, come sempre quando c’è di mezzo Balotelli, è scommessa. L’ha spiegato bene il c.t Mancini alla Gazzetta, scegliendo toni volutamente duri, da maestro elementare d’una volta: «Non dipende dal Brescia, ma da Mario». Il primo a sapere d’aver comprato a scatola chiusa è però proprio quella volpe di Massimo Cellino. La prima mezza idea gli era venuta già in gennaio, quando il suo Brescia viaggiava come un treno verso la serie A e l’attaccante andava in prestito a Marsiglia col contratto in scadenza a giugno. Nei mesi successivi il patron sardo ci ha riflettuto a lungo. In silenzio, alla sua maniera: in pubblico smentiva e intanto valutava pro e contro, analizzava costi e coperture. Ma, soprattutto, attendeva con ansia una data: 29 giugno. Quel giorno il Decreto Crescita è diventato ufficialmente legge.
Lì ha capito che l’affare era sostenibile anche per il suo Brescia neopromosso. Grazie allo sconto fiscale previsto dalla legge che si occupa anche del cosiddetto «rientro dei cervelli» risparmierà un mucchio di soldi in contributi. Funziona così: da qui in poi, ai calciatori stranieri o a quelli che tornano dall’estero dopo almeno due anni, viene tassato solo il 50% del reddito imponibile. Semplificando: la metà dei guadagni dei calciatori non è più soggetta a tassazione. Un risparmio enorme che consente ai nostri club di offrire ingaggi netti più alti, come avveniva in Spagna con la legge Beckham. Un gran bell’assist per le squadre di serie A. Ne ha giovato ad esempio la Juve nell’affare De Ligt. Senza lo sconto fiscale, il Brescia non avrebbe mai potuto garantire a Balotelli 3 milioni netti per la prima stagione e 4,5 per le altre due. L’accordo è di un anno con rinnovo automatico in caso di salvezza. Attenzione: per accedere all’agevolazione occorre restare in Italia almeno due anni. E siccome la norma entra in vigore dal primo gennaio 2020, Mario deve giocare qui almeno tre stagioni calcistiche. Se va via prima, la quota risparmiata va restituita al fisco italiano. Insomma: vedrete che per un po’ resterà da queste parti.
Il piano è chiaro: sempre di scommessa si tratta, ma a rischio più contenuto. L’ufficialità è arrivata ieri sera: era tutto pronto per il 17 ma Cellino è scaramantico. Una mano preziosa per sostenere l’investimento arriverà dagli sponsor, quelli individuali di Mario, come la Puma, più quelli del club. Per quanto la sua immagine sia offuscata rispetto ai tempi in cui finiva sulla copertina di Time, 2012, Balotelli resta un formidabile brand commerciale anche sui mercato esteri. L’estate prossima, se tutto va come nelle intenzioni, ci saranno tournée e campagne pubblicitarie internazionali. Oggi riapre la campagna abbonamenti, ferma a 9mila: si arriverà subito a oltre 10mila.
Fin qui finanza e marketing. Ora il calcio. Con tutte le sue incognite. Prima di tutto, quella atletica. «Io gli voglio bene, ma per lui non posso più fare niente, deve pensare che ha ancora tanto da dare, se vuole» ha osservato Mancini, facendo capire che la strada per la Nazionale resta lunga. Il c.t. ha poi puntualizzato che Mario è senza preparazione. In questo senso lo aiuterà, per così dire, la squalifica di 4 giornate rimediata in Francia. Il debutto è previsto il 25 settembre contro la Juve di Cristiano Ronaldo, col quale ha un pessimo rapporto. Non molto tempo fa di CR7 ha detto: «Non paragonatelo a Messi, per favore, per il bene del calcio». Mario è tornato, prepararsi.