Corriere della Sera, 19 agosto 2019
Conte si affida a Mattarella
«Seguirò con attenzione le indicazioni di Mattarella». Giuseppe Conte nella crisi più strampalata e imprevedibile dell’Italia repubblicana avrà un faro di riferimento, lo va ripetendo da giorni, sarà il capo dello Stato il suo primo consigliere, un punto di riferimento irrinunciabile per chi non vuole restare strangolato dai tatticismi parlamentari dei due partiti della (ex) maggioranza ma anche dai giochi ancora opachi e degli annusamenti fra Pd e Cinque Stelle.
Domani in ogni caso il premier Conte salirà al Quirinale un attimo dopo la conclusione del dibattito parlamentare a Palazzo Madama. Se per dichiarare chiusa la sua esperienza o se per ragionare con la prima carica della Repubblica sugli scenari che possono schiudersi è impossibile prevederlo, di sicuro ascolterà i suggerimenti e le riflessioni di Sergio Mattarella.
La posizione di Conte è indubbiamente flessibile, sarebbe anche disposto a restare in carica a Palazzo Chigi qualora trovasse in Aula un’altra maggioranza pronta a sostenerlo, ma a questo punto con un programma ben chiaro, soprattutto in materia economica, capace di affrontare la manovra di bilancio con una trasparenza e una chiarezza di punti programmatici che al momento non appare nemmeno all’orizzonte a parte la volontà unanime di evitare l’innalzamento dell’Iva. I contatti fra Mattarella e Conte al momento sono quasi quotidiani e la volontà di procedere in parallelo è condivisa anche su temi come il taglio dei parlamentari, ragione per cui Conte potrebbe anche decidere di non dimettersi subito e andare a vedere le carte dei diversi partiti, a cominciare dalla Lega.
Il consenso politico a cui ogni leader politico aspira si nutre della fiducia degli elettori
E questo soprattutto sulla percorribilità dell’approvazione della legge sul taglio dei parlamentari, che almeno a parole ha trovato l’adesione persino di Matteo Salvini. Approvazione che necessiterebbe di decreti attuativi, i quali sarebbero una sorta di garanzia sulla durata del nuovo esecutivo, e di un probabile referendum.
Sul futuro politico di Conte, mentre i Cinque Stelle sembrano compatti nel chiederne la riconferma, non tutti la pensano allo stesso modo. E se all’interno del Pd c’è chi sussurra l’ipotesi di un tecnico (tra i nomi più gettonati Cantone) non mancano coloro come Casini che già oggi immaginano come intelligente e giusto un trasferimento dell’avvocato del popolo in uno dei posti chiave della nuova Commissione europea.
Il confronto
I contatti con il capo dello Stato. Dopo il dibattito in ogni caso Conte salirà al Colle