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 2019  agosto 18 Domenica calendario

Troppi turisti per la Gioconda. Il Louvre costretto a chiudere i battenti

Davanti alla Nike di Samotracia, la calca è simile a quella sul 64 in una qualsiasi ora di punta. Anche il richiamo di uno degli addetti risuonerebbe familiare agli utenti romani dei mezzi pubblici, se non fosse pronunciato soltanto in inglese e francese: «Avancez! Andate avanti, avanzate, avanti, avanti!». La folla in fila e stipata sulla monumentale scala Daru non deve scendere alla prossima, ma farsi strada fino alla Gioconda. Il pellegrinaggio quotidiano al Louvre di 30 mila fan della Monna Lisa, con tappe obbligate nella Grande Galérie a scelta un Radeau de la Méduse di Géricault o magari una Grande Odalisca di Ingres provocano ormai imbottigliamenti quotidiani.
GLI INGORGHI
Un pomeriggio di fine luglio, la direzione del museo è stata costretta a chiudere per tutto esaurito: troppa folla dentro, ingorghi a croce uncinata nell’Ala Denon, addirittura svenimenti segnalati nella coda davanti al capolavoro di Leonardo dove per arrivare a scattare un fugace selfie (due minuti e mezzo tre minuti massimo consentiti) si era arrivati a un tempo record di attesa di quasi due ore. Il museo ha lasciato fuori qualche migliaio di turisti in fila davanti alla Piramide invitandoli a riprovare il giorno dopo.
Passato il tempo degli attentati quando è stata registrata una diminuzione notevole di ingressi il Louvre ha ritrovato l’anno scorso affluenze da record. Nel 2018 è stata superata la soglia di 10 milioni di visitatori e di questi quasi l’80 per cento sfida code, caldo, freddo e pioggia solo per vedere Lei segnalata da appositi pannelli: per la Gioconda, seguire le frecce.
Il trasloco della Monna Lisa, che il 16 luglio è stata spostata provvisoriamente dalla sua storica dimora nella la Salle des Etats, in restauro fino a metà ottobre, alla Galleria Medici, è stato il colpo di grazia alla circolazione dentro al museo. L’amministratore generale Vincent Pomarède ha dunque deciso di prendere una decisione storica: il Louvre diventerà un Museo con prenotazione obbligatoria. La misura, che ha già provocato grosse polemiche, doveva inizialmente entrare in vigore nel 2020 ma è stata anticipata all’autunno, in ottobre o novembre. Tutta colpa della Gioconda.
I FLUSSI
«Non è solo una questione di numero di visitatori ma di flussi ha spiegato Pomarède Inutile negarlo, l’ingresso al museo è condizionato dall’accesso alla Gioconda, e ogni volta che il quadro viene spostato, sorgono problemi di organizzazione. Quando si trovava nella Grande Galérie si creava regolarmente un ingorgo nel mezzo, quando è stata nella Sala Rosa, si era costretti a entrare e uscire dalla stessa porta ed è stato orribile. Perfino nella Salle des Etats ci sono stati picchi di traffico. Contrariamente a quanto è stato detto, a fine luglio non è stata la prima volta che il Louvre ha dovuto chiudere le porte per troppa folla. Lo avevamo già fatto l’anno scorso durante il ponte del primo maggio. La gente ha la memoria corta: quando ero piccolo, la coda per entrare al Louvre faceva due volte il giro della Cour Carrée...».
LE CRITICHE
L’idea di riservare l’ingresso al Louvre alle prenotazioni ha però provocato la sollevazione dei visitatori non obnubilati da un solo quadro per quanto il più famoso del mondo – sulle 35 mila opere esposte (su una collezione di 460 mila). «È il trionfo del turismo di massa sulla fruizione dell’arte» ha riassunto in un tweet la rivista specializzata La Tribune de l’Art. I non affetti da Giocondomania come Peccadille, autrice di un famoso blog di cultura e docente all’Ecole du Louvre – propongono di selezionare solo alcune parti del museo a prenotazione obbligatoria, visto che «i tre quarti del museo restano semideserti».