Corriere della Sera, 18 agosto 2019
La verifica di Fruttero e Lucentini
Santa martire messa a morte mediante soffocamento nel 201 o 206 d.C., a Smirne. Tertulliano ne loda le grandi doti di eloquenza fornendo tuttavia scarne notizie sulla sua vita errabonda, e gli Acta Martyrorum accennano alla Passio Verificae con frammentaria reticenza. Risulta che, in disaccordo con i «montanisti», coi «patripassiani» e coi «traducianisti», Verifica si adoperò per riunire in Cartagine i seguaci di queste eresie e persuaderli a tornare alla vera dottrina. Prolungandosi oltre misura il segreto convegno, un servo (secondo altre fonti, un catecumeno insofferente) denunciò alle autorità imperiali la presenza in città di quei facondi cristiani, che furono tutti arrestati, messi in catene e richiesti di rendere omaggio agli idoli. In una appassionata professione di fede che si protrasse per tre giorni davanti al proconsole Galerio Massimo, Verifica rifiutò l’abiura; ma mentre i suoi confratelli chiesero e ottennero di essere esposti ad bestias, la santa donna fu condannata all’esilio e trasferita nel carcere di Pergamo.... Da Pergamo a Efeso a Cesarea a Tumi, le tappe seguono uno svolgimento identico: la prigione, l’ininterrotta e argomentata predicazione ai tentennanti confratelli, costoro che chiedono infine il martirio delle fiere, il nuovo trasferimento della santa. Testimonianze indirette la segnalano nel carcere di Alessandria e da ultimo in quello di Smirne, dove Verifica sarebbe stata strozzata da un gladiatore che temeva di essere convertito dalle sue incalzanti parole, ovvero soffocata con le sue stesse vesti da un giovane patripassiano portato all’esasperazione dal Demonio.