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 2019  agosto 18 Domenica calendario

Al meeting di Cl

Nella settimana in cui il Parlamento è stato riconvocato d’urgenza, a Rimini riapre i battenti il tradizionale Meeting dell’amicizia organizzato da Comunione e Liberazione. Sono passati gli anni in cui il movimento fondato da don Giussani era pienamente coinvolto nell’agone politico e quindi il legame tra i due eventi ora è quasi solo di calendario. Nessuno del resto si chiede sui giornali o altrove, con l’insistenza di una volta, da che parte stia Cl, cosa abbiano votato alle Europee i suoi iscritti e questa discontinuità rispetto a un passato recente è il portato della trasformazione guidata dal teologo spagnolo Julián Carrón, gran conoscitore delle Sacre Scritture.Il successore di don Giussani ha traghettato il movimento dalla «presenza» alla «testimonianza» e in sostanza lo ha portato al riparo dei contraccolpi del quadro politico e dai rischi dell’adesione acritica all’avanzata di un leader (vedi Silvio Berlusconi). L’identità del Meeting di conseguenza è radicalmente cambiata lungo quella che Giorgio Vittadini chiama la «terza stagione» di Rimini e che ha saputo rimettere al centro dell’attenzione dei partecipanti (e si sperava degli osservatori esterni) il Dna della manifestazione, dialogo interreligioso e opere.
Non è certo la politique politicienne a farla da padrona nella settimana riminese ma volendo cercare un filo rosso che colleghi Roma e Rimini lo si può rintracciare in basso: a patto, quindi, di usare il Meeting per guardare dentro una parte significativa del mondo cattolico, per indagare anche da questo lato gli slittamenti del «sottostante» della politica italiana. Non è un mistero che l’universo dei credenti sia in grande agitazione, il successo dei partiti e movimenti populisti ha rimescolato le carte, ha stravolto la tradizionale dialettica tra la società e lo Stato e ha tolto ai cattolici il privilegio di trasmettere domande inespresse. Perché al di là dell’adesione religiosa e valoriale molta della forza di Cl negli anni d’oro era dovuta alla capacità di interpretare domande sociali e di libertà che le istituzioni non riuscivano a soddisfare e che la sinistra ideologica non era capace di comprendere. Oggi questo schema è saltato, sono i social a veicolare la «materia prima» dell’insoddisfazione popolare e i sondaggi a costruirne la raffigurazione politica. In mezzo resta poco o niente. E così il mondo cattolico soffre due volte: da una parte si sente menomato per una riduzione del suo mandato social-popolare e dall’altra vede le organizzazioni – dal Terzo settore alle Ong – sottoposte a un attacco continuo da parte dei leader sovranisti.
Nel programma
Gli organizzatori non hanno previsto un confronto sul consenso che riscuote Salvini
Nell’offensiva anti migranti Matteo Salvini ha messo nel mirino la solidarietà umana, l’ha fatta diventare addirittura reato, ha legittimato i comportamenti razzisti, ha utilizzato spregiudicatamente i simboli religiosi nei suoi comizi e in virtù di questo mix ha sfondato nell’elettorato cattolico. Ha creato i presupposti di un ampio consenso bianco-verde. Lo ammette il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, dove avverte che «sentimenti di paura, diffidenza e persino odio hanno preso forma tra la nostra gente» e lo rivendica Davide Rondoni, poeta molto vicino a Cl, presentando su Panorama il Meeting difende Salvini. «Il mio amico Vittadini lo attacca per l’uso strumentale dei simboli religiosi ma per decenni le gerarchie invitavano a votare uno scudo crociato. I simboli sono importanti e poi si sa che tanti ciellini hanno votato Lega e la rivoteranno». La diffusione di un sentimento bianco-verde assomiglia a un triplo salto mortale che si spiega anche con l’incapacità dei sostenitori della sussidiarietà di intermediare il nuovo e soprattutto di lavorare sulle contraddizioni popolari chiamandole con il loro nome. Sull’immigrazione si era dato per scontato un orientamento favorevole all’accoglienza e poi si è verificato che non tutto era così lineare.
La risposta che il mondo cattolico sta dando al palesarsi di queste contraddizioni per ora è all’insegna della resistenza («umana, civile e religiosa» secondo Spadaro). Basta leggere cosa scrivono due voci importanti del mondo cattolico come Avvenire e Famiglia Cristiana oppure scorrere l’intervista che due vecchi saggi come Giovanni Bazoli e Giuseppe Guzzetti hanno rilasciato al settimanale paolino parlando della «diffusione in Italia di un veleno che può portare a travolgere il sistema democratico». Vedremo se da Rimini verranno altre risposte, guardando il programma si può dire che gli organizzatori hanno scelto di non prendere il toro per le corna, non hanno previsto – ad esempio – un panel specifico che indagasse sul consenso dei cattolici per Salvini. Poco male, se si saprà leggere il sottostante, qualche elemento in più dalla settimana riminese comunque verrà.