Corriere della Sera, 18 agosto 2019
Simon Gautier, l’escursionista francese sparito nel cilento
Simon Gautier non si trova. L’escursionista francese di 27 anni, che da due vive e studia a Roma, dallo scorso 9 agosto è in un cono d’ombra. Sparito, in qualche anfratto della macchia mediterranea, tra le rocce che dividono Basilicata e Campania. Si sa solo che ha le gambe rotte e che, dal cunicolo dove è ruzzolato, mentre con lo zaino in spalla si era incamminato da Policastro verso Nord, intravede il mare. È da quella posizione che proprio il 9 agosto ha chiamato il 118, in una disperata telefonata alla quale si aggrappano ora la madre Delphine e gli amici, una ventina, giunti da Parigi per cercarlo: «Mi potete aiutare? – lo si sente dire con affanno all’operatrice —. Non so dove sono e sto morendo di male». «Metta giù, tenga il telefono libero», le risponde lei. Da allora silenzio. Poco prima una telecamera lo aveva ripreso mentre con una t-shirt nera lasciava l’alimentari dove si era comprato una bottiglia d’acqua. Ore 16.44: sono le sue ultime immagini.
Sulle tracce di Simon ci sono oggi carabinieri e Soccorso alpino con elicotteri e droni; i Vigili del fuoco e la Guardia Costiera con le motovedette. Ma per gli amici ci sono ancora troppi aspetti che non tornano. Thomas Marsal, giovane manager, è il migliore amico di Gautier: «Le autorità italiane non ci dicono niente – si lamenta —. Siamo abbandonati a noi stessi. Sì, hanno rinforzato le ricerche ma è passato troppo tempo da quando si sono mossi: il primo elicottero è arrivato 28 ore dopo quella telefonata». È lui che coordina il lavoro dei compagni sul campo. «Abbiamo incominciato ricerche autonome. Ma nessuno di noi conosce la zona. Cerchiamo di individuare i sentieri che lui può avere percorso. È molto pericoloso, ma ce la stiamo mettendo tutta. Siamo certi che sia ancora vivo; ma qui fa un caldo terribile. Quanto potrà resistere?».
Le certezze sono poche. Simon avrebbe imboccato il sentiero della Molara che collega il borgo di Scario con la grotta dell’Acqua. I Vigili del fuoco hanno focalizzato le ricerche tra le pendici del monte Bulgheria e la costa che affaccia sull’area marina protetta degli Infreschi. Tre testimoni dicono di averlo visto in spiaggia un’ora prima dell’ultima telefonata. I soccorritori stanno setacciando palmo a palmo la zona, armati di asce per farsi largo nella fitta macchia. Gli inquirenti stanno anche esaminando il computer di Simon, dove aveva le mappe.
Intanto si moltiplicano anche i volontari, come cacciatori e pastori che conoscono questa fetta di Parco del Cilento così bella e pure così carente di segnaletica.