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 2019  agosto 18 Domenica calendario

In morte di Richard Williams, l’animatore di Roger Rabbit

«Io non sono cattiva, mi disegnano così», diceva la conturbante maliarda animata Jessica Rabbit. A dare vita e movimenti a quel personaggio, insieme al coniglio protagonista di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, era stato Richard Williams, animatore scomparso venerdì scorso a Bristol.
Nato 86 anni fa a Toronto, in Canada, l’animatore si era trasferito in Gran Bretagna negli anni Cinquanta. Nella lunga carriera da tre Oscar e altrettanti Bafta (i premi inglesi), Williams aveva creato le celebri sequenze animate per i titoli di testa di classici della commedia anni Settanta come Il ritorno della Pantera Rosa e La pantera colpisce ancora e aveva lavorato in Casino Royale, ma il film che lo aveva consegnato alla storia del cinema e gli era valso un Oscar e due Bafta era stato quello firmato nel 1988 da Robert Zemeckis (e prodotto da Steven Spielberg) che mescolava attori in carne e ossa come Bob Hoskinks a personaggi animati. La sua passione per l’animazione era nata quando aveva cinque anni, guardando Biancaneve «mi aveva lasciato una tremenda impressione e da bambino già sognavo di arrivare a lavorare per la Disney. E siccome ero un ometto intelligente, presi i miei disegni e riuscii a entrare: scrissero addirittura un articolo su di me, visto che negli studios ci rimasi per due giorni, capirete cosa rappresentava per un bimbo», aveva raccontato alla Bbc.
Il suo primo film, The Little Island, uscì nel 1958 e vinse un Bafta, il primo Oscar nel ’71 con
A
Christmas Carol, che per molti critici resta il migliore adattamento dal racconto di Charles Dickens, tanto che pur se nato come progetto televisivo, uscì poi anche in sala. La cosa creò molto scontento tra i produttori, tanto che l’Academy decise in seguito di non candidare più opere già trasmesse in tv. Nella sua carriera Williams ha anche scritto un manuale per animatori. La figlia, Natasha Sutton Williams, ha fatto sapere che malgrado la malattia, l’artista «ha lavorato e scritto fino all’ultimo giorno».