la Repubblica, 18 agosto 2019
Liu Yifei, eroina della Disney, s’è schierata con la polizia di Hong Kong: «Ora colpitemi pure»
La leggendaria eroina cinese che ha sfidato secoli di tradizioni per correre in aiuto della sua nazione in balìa dell’invasione degli Unni, è scesa in campo a sostegno della polizia cinese e di quella di Hong Kong, scatenando la rabbia social. Liu Yifei, cittadina 31enne americana di origini cinesi, protagonista del remake del cartone animato Mulan in uscita nel 2020, ha deciso, a sette mesi dall’uscita del milionario film della Disney, di prendere posizione sulle proteste contro Pechino in corso da inizio giugno a Hong Kong. Liu ha scritto su Weibo, piattaforma social cinese: «Io sostengo la polizia di Hong Kong. Ora potete pure colpirmi». Audace affermazione che però non è farina del suo sacco. Ha solo copiato un messaggio del Quotidiano del popolo, voce ufficiale di Pechino, che citava le parole di un giornalista cinese che sostiene di essere stato aggredito dai manifestanti all’aeroporto. Sono sue invece le parole, in inglese: «Che vergogna per Hong Kong». La “fatina”, così è stata soprannominata nel suo ambiente per i modi gentili e riservati, ha postato i suoi commenti in un momento in cui i rapporti tra l’ex isola britannica e la Cina corrono sul filo del rasoio. La polizia di Hong Kong è stata accusata dai manifestanti, dall’Onu e dalle associazioni dei diritti umani, di avere usato una violenza eccessiva.
Yifei ha scatenato la rivolta social dando il via all’hashtag, #BoycottMulan, per invitare al boicottaggio del film in uscita a marzo, diffuso su tutte le piattaforme che in Cina sono oscurate. «Facile prendersela con chi sta combattendo per la propria libertà dai comodi e democratici spazi americani», ha scritto un utente su Twitter. E ancora: «Proprio tu, che interpreti un’icona della ribellione per la libertà, prendi una posizione così meschina a fianco delle azioni brutali della polizia».
Liu sognava di fare l’attrice sin da piccola. A 8 anni è iniziata la sua ascesa. Prima come modella, poi come cantante, e infine sul grande schermo. L’America l’ha aiutata e adottata. Nel 1998 vola a New York e ottiene la cittadinanza, con la Cina nel cuore. L’interpretazione di Mulan è il coronamento del suo sogno.
Il remake del cartone animato è costato 350 milioni di dollari, secondo solo ad Avengers: Endgame.
Questa versione però non ha nulla a che vedere con Mulan 1998: non c’è più il draghetto Mushu, al suo posto, una fenice, è stata eliminata la colonna sonora candidata all’Oscar, e l’antagonista non è più un uomo ma una potente strega cinese interpretata dall’attrice Gong Li. Sembrerebbe che la Disney sia scesa a patti con chi comanda sul mercato dei botteghini, e cioè la Cina, secondo mercato al mondo. Il film, firmato Nicky Caro, si avvicina molto ai gusti di Pechino.