Libero, 17 agosto 2019
Un muro in Guinea per fermare i migranti dal Camerum
Fra Berlino e Malabo, Capitale della Guinea Equatoriale, ci sono più di 5 mila chilometri, 7 mila se dovete farli via strada. Un’enormità. Ma un muro rischia di unire il destino delle due città. Nella Capitale tedesca la «parete divisoria» più famosa al mondo è caduta sotto il peso della storia, lasciando scorie pesanti e tracce evidenti. Nella Guinea equatoriale, uno dei Paesi più ricchi dell’Africa Centrale, sognano di tirar su una barriera nuova di zecca, come quella che Donald Trump vuole realizzare per dividere gli Stati Uniti dal Messico, per fermare l’immigrazione selvaggia dal Camerum, diventata un problema serio per il Paese, considerato una «miniera» in termini di risorse naturali. L’idea di un muro come mezzo di difesa, e di controllo dell’immigrazione, non conosce latitudine. Il piano messo a punto dal presidente, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, al potere da 40 anni (la piccola repubblica presidenziale, di fatto è una dittatura) è quello di erigere un muro lungo 183 chilometri che divida la Guinea Equatoriale dal Camerun, il Paese con cui confina a Nord. Le fondamenta della barriera sarebbero già state sistemate: un ufficiale dell’esercito camerunese ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp che i soldati equatoguineani hanno attraversato il fiume Ntem, il corso d’acqua che segna il confine naturale tra i due paesi, e posto le pietre miliari nella città di Kye-Ossi, sul lato camerunese. La mossa, come prevedibile, non è piaciuta alle autorità di Yaoundé. L’esercito camerunese, spiega la fonte consultata dall’Afp, «non tollererà alcuna intrusione illegale nel suo territorio». E una settimana fa il ministro degli Esteri del Camerun ha convocato l’ambasciatore equatoguineano nel paese. Anastasio Asumu Mum Munoz, in missione diplomatica a Yaoundé dal 2013, ha confermato il piano ma negato la storia delle pietre. La decisione di proteggere la frontiera sembra avere diverse origini. Voice of America scrive che la Guinea Equatoriale accusa da sempre il Camerun di permettere ai suoi cittadini, e a quelli provenienti dagli altri paesi dell’Africa occidentale, di entrare illegalmente nel suo territorio.