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 2019  agosto 17 Sabato calendario

Tedeschi e francesi uccidono più degli italiani

 In Italia si uccide sempre meno. Nonostante le redazioni dei quotidiani si ritrovino a dover raccontare ancora uno o più omicidi volontari in media al giorno – nel 2017 sono state 368 le persone uccise -, si “lavora” comunque meno della vicina Francia di Macron e dell’austera Germania della Merkel, che non perdono occasione per darci “lezioni di vita” e di “umanità”. Che siamo un po’ più “buoni” dei cuginetti e meno inclini ad armarci di pistole e coltelli per far fuori il nemico, lo dicono i freddi numeri. Il tasso di omicidi, calcolato in base ai delitti commessi ogni centomila abitanti, infatti, fa dell’Italia uno dei paesi più sicuri non soltanto in Europa, ma anche nel mondo. I dati sono quelli che il ministero degli Interni incasella ogni qualvolta si ha una pessima notizia di cronaca nera e che ha racchiuso nel “Dossier Viminale”, così come fa l’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del controllo della droga e della prevenzione del crimine fondata nel lontano 1997. Prendiamo la Francia e l’anno 2017 come riferimento. Gli omicidi volontari qui sono stati 824 (874 nel 2016, 1012 nel 2015). Non proprio pochissimi rispetto ai 368 registrati in Italia (400 nel 2016 e 469 nel 2015). Non meglio è andata in Germania: nel 2015 sono state ammazzate 682 persone, l’anno dopo hanno perso la vita per mano di altri 963 anime, e nel 2017 sono stati 813 gli omicidi volontari su terra tedesca. il resto E bene, se non benissimo, usciamo anche dal confronto con il resto dei Paesi europei. I morti ammazzati nel 2017 fanno registrare un tasso di omicidi (calcolato ogni centomila abitanti) pari allo 0,6. Ci supera soltanto il Lussemburgo (0,3) mentre siamo in buona compagnia con Cipro e Repubblica Ceca. Peggio di noi c’è la Lettonia (5,64), la Lituania (4,92), l’Estonia (2,51). Dopo le repubbliche baltiche, arriva la Francia (1,31), il Regno Unito (1,22), e la Germania (0,91), quindi l’Italia con il suo 0,6 (0,59 per l’esattezza). fianco a fianco Vicinissime ai nostri dati, si trovano Austria (0,7, 57 morti nel 2017), Grecia (0,8 con 84 vittime nello stesso anno), Portogallo (0,6 con 66 morti ma nel 2016, ultimo dato disponibile) e la Spagna (294 morti ammazzati per un tasso dello 0,6). Con un tasso dello 0,8 ogni centomila abitanti troviamo la Polonia e l’Olanda. Invece, è di 2,1 il tasso di “uccisione” dell’Ungheria di Orbàn con 202 persone vittime per mano di assassini nell’anno 2016. 2,5 è il suo tasso. luoghi comuni Eppure, nell’immaginario comune, l’Italia è spesso dipinta e rappresentata come un luogo dal grilletto facile, che ha come cornice la Mafia, la Camorra, la ’Ndrangheta. Ad alimentare questo luogo comune c’è poi tutta una serie di film e serie tv con dentro belli, brutti e cattivi dall’accento siciliano o napoletano. Certo, la malavita negli anni ha allargato le sue maglie dentro e fuori i confini europei. Chi non ricorda, per esempio, la strage di Duisburg in Germania, ribattezzata anche strage di Ferragosto? Sei le persone uccise davanti ad un ristorante italiano, il 15 agosto del 2015, per un regolamento di conti tra clan rivali con radici sprofondate nel sud dell’Italia. Ma ma non è soprattutto di criminalità che si muore da noi. la passione Tra il primo agosto del 2017 al 31 luglio del 2018, e dal 1 agosto 2018 al 31 luglio di quest’anno, sul nostro territorio sono stati commessi rispettivamente 357 e 307 omicidi volontari. Bene, dei 357, “solamente” 31 sono attribuibili alla criminalità organizzata, 151 sono maturati in un ambito familiare o affettivo, il resto per i più disparati motivi. Dei 307 omicidi consumati tra il 2018 e il 2019, 25 sono maturati in contesti criminali, 145 in contesti familiari, i restanti si sono consumati per altre questioni, per lo più economiche. Non sappiamo se è meglio o peggio. Se fa più male uccidere perché incapaci di accettare separazioni e superare gelosie o perché convinti che gli altri debbano obbedire alla malavita senza opporre resistenza. Di certo alla base di tutto c’è sempre un problema culturale che sembra davvero difficile da scardinare. Certo, l’ideale sarebbe vivere in una società “pulita e non c’è molto da rallegrarsi. O forse sì, visto che le possibilità di morire ammazzati, per fortuna, sono poche. Se, incredibilmente, la Cina se la “batte” con noi (nel paese della Grande Muraglia il tasso è di 0,6), drammatica è la situazione in Sudafrica (35,9), in Brasile (30,5) e pure in Russia (9,2). L’Italia, in fondo, negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante: la voglia di ammazzare si è praticamente dimezzata: nel 2000 ci sono stati 766 morti, nel 1990 1794. Per fortuna.