Corriere della Sera, 17 agosto 2019
Kilian Jornet, il ragazzo che corre in salita e sccrive libri
WIMBLEDONX
«Quando gareggio mi piace vincere». Concetto chiaro, a formularlo è un super atleta: Kilian Jornet (1987), skyrunner e alpinista pluripremiato, spagnolo che ama correre in salita. Nel nuovo libro, il quarto, Niente è impossibile (traduzione di Roberta Bovaia, Solferino, pp. 250, e 17), Kilian racconta perché gli piace vincere: «Correre e scalare le montagne mi riesce bene, e per dare sempre il meglio devo sfidare i miei limiti, devo capire fin dove posso arrivare. Quindi devo vincere, nelle gare che affronto ma anche e soprattutto nella gara con me stesso». E leggendone le imprese sembra davvero di seguire il diario dell’impossibile, un percorso di sfide estreme che arriva al culmine nel 2017: doppia scalata dell’Everest (senza ausilio dell’ossigeno e in solitaria) nell’arco di 10 giorni. Proviamo a immaginare: salire a 8.848 metri poi scendere fino al campo base per risalire e discendere. Racconta: «Dopo la prima salita in vetta e discesa mi sentivo bene e ancora in forze. Mi sono riposato qualche ora (al campo base avanzato, ndr) e prima che albeggiasse sono ripartito per conquistare l’Everest una seconda volta».
La storia di questo ragazzo è tutta legata al concetto del limite. Il momento di affrontare la scalata di una parete o la gara da skyrunner, quelle corse in salita da 120, 180 fino a oltre 200 chilometri e che possono durare anche due o tre giorni sono solo la medaglia, prima c’è la preparazione: «È vero, sono un masochista: mi sono testato per capire quanti giorni posso correre senza mangiare, quanti chilometri posso coprire senza bere e quante ore posso resistere senza dormire. Mi conosco alla perfezione e so fino a dove posso arrivare per sfiorare, e a volte superare, il mio limite». L’aver vinto per tre volte la Utmb, la Ultra Trail du Mont Blanc (170 chilometri con 10 mila metri di dislivello), fa di Kilian un eroe di molti skyrunner. Lui lo sa: «La corsa mi dà tutto quello che mi serve: soldi e felicità. Quindi la mia casa sono le montagne, tutte, e soprattutto quelle che ho scalato o dove ho corso».
Leggere Niente è impossibile può essere rischioso: sentirsi leggermente fuori allenamento è una certezza ma anche una sorta di piacere: esistono super uomini all’apparenza normali. «Camminare? È quello che fa il corridore quando è stanco».