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 2019  agosto 17 Sabato calendario

Trump vuole comprarsi la Groenlandia

Sulle prime a Copenaghen hanno pensato che fosse un pesce d’aprile. Ma l’idea che gli Stati Uniti vogliano comprare la Groenlandia, attribuita da fonti bene informate a Donald Trump, con il passare delle ore ha reso necessaria una reazione ufficiale: «La Groenlandia non è in vendita». Riportata inizialmente dal Wall Street Journal, l’indiscrezione sostiene che il presidente americano ha avanzato la possibilità in varie conversazioni con i suoi consiglieri: e anche le trovate improbabili, con l’odierno capo della Casa Bianca, vanno prese sul serio. Questa non è fra le più strampalate, sebbene qualcuno ironizzi su Twitter: «Vuole acquistarla per fare un regalo a Melania».
Lo status dell’"isola più grande del mondo”, come viene definita (in teoria la superano Australia e Antartico, ma entrambe sono masse continentali, non isole), potrebbe anche cambiare nel prossimo futuro: non tuttavia per essere inglobata dall’America, cui pure appartiene dal punto di vista geografico. Territorio autonomo del regno di Danimarca, da tempo la sua popolazione di 56 mila persone, 90 per cento delle quali sono inuit eschimesi, disseminate su una superficie pari a sette volte l’Italia, preme per ottenere piena indipendenza. Attualmente il governo di Copenaghen si occupa soltanto di affari esteri e difesa: il resto è affidato alle autorità di Nuuk, la capitale della Groenlandia, cittadina di 17 mila abitanti, le cui belle case dai colori sgargianti si affacciano sul bianco del ghiaccio perenne e sul blu intenso del mar Artico.
«Trump che compra la Groenlandia?», commenta l’ex ministro degli Esteri danese Martin Lidegaard. «Speriamo sia uno scherzo, altrimenti sarebbe un progetto terribile, con il rischio di militarizzarla». Ma esiste qualche precedente in materia. Nel 1916 la Danimarca vendette per 25 milioni di dollari agli Stati Uniti le proprie isole delle Antille. Ci sono stati molteplici tentativi americani di acquisire anche la Groenlandia: il più recente nel 1946, quando il presidente Truman offrì 100 milioni di dollari. E nel 1867 l’America comprò un altro immenso territorio nordico: l’Alaska dalla Russia, per appena 7 milioni di dollari. Lo zar non sapeva che farsene e fu felice di liberarsene. Trent’anni più tardi un cacciatore vide brillare una pepita nel fiume Klondike, in Alaska cominciò la corsa all’oro e lo zar capì di avere fatto un pessimo affare.
Trump non sbaglia se crede che la Groenlandia potrebbe essere un’altra Alaska. Pur vivendo al momento di pesca, Kalaallit Nunaat (Terra degli Uomini, come si chiama in eschimese), vanta un potenziale di significative risorse naturali, tra cui petrolio, gas e metalli rari. Ma soprattutto ha un’importanza geopolitica cruciale per la sua posizione ai confini del Polo Nord. Anche per questo fa gola agli Stati Uniti, che vi hanno già insediato una base militare aerea. Collocata sulla rotta del mitico passaggio a Nord-Ovest, fantastica scorciatoia per le navi cargo, il suo valore strategico interessa anche alla Russia e alla Cina, che l’anno scorso si era candidata a costruire tre aeroporti in Groenlandia (su pressioni Usa, li ha finanziati la Danimarca).
Piacerebbe insomma a parecchi ingoiarla in un boccone o almeno prendersene un pezzo. Come riconosce implicitamente la reazione del governo danese: «La Groenlandia non si può vendere, ma le sue autorità sono aperte a negoziati per collaborazioni con altri paesi, inclusi gli Stati Uniti». Non è casuale che a Trump sia venuta in mente adesso: il 2 e 3 settembre sarà in visita di stato a Copenaghen, per incontrare i primi ministri di Danimarca e Groenlandia. E Mette Frederiksen, neo-eletta premier di centrosinistra danese, farà domani il suo primo viaggio in Groenlandia. Tutte le strade sembrano portare in questa remota isola glaciale, compreso l’allarme per il cambiamento climatico: il caldo dei giorni scorsi ha provocato uno scioglimento record dei suoi ghiacci, 10 miliardi di tonnellate sono diventate acqua in un solo giorno. In futuro, se il mondo non corre ai ripari, la Groenlandia che Trump sogna di comprare rischia letteralmente di scomparire.