Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 17 Sabato calendario

Il ritorno dei tutor

Occhio all’acceleratore sulla via delle vacanze, guida senza scatti nel controesodo se si vogliono evitare multe e conservare intatti i punti della patente. Tornano infatti i Tutor, i portali installati nelle autostrade italiane che permettono di rilevare la velocità media dei veicoli scoprendo se si sono superati i limiti.
Fino all’anno scorso, controllavano il flusso lungo 2.500 chilometri di asfalto della rete del gruppo Autostrade per l’Italia, poi una contesa legale che dura dal 2006 li aveva messi fuori gioco e solo 400 chilometri erano rimasti monitorati grazie a un sistema alternativo. Ora una sentenza della Corte di cassazione li riaccende, almeno fino alla prossima decisione. Nel frattempo Autostrade ha annunciato, entro l’8 settembre, il ripristino del sistema Tutor su mille chilometri di carreggiate, e nel giro di un paio di mesi la copertura degli originari 2.500, nei tratti indicati dalla polstrada come quelli più a rischio.
La sentenza che li aveva spenti è dell’aprile 2018, quando la Corte d’appello di Roma diede torto ad Autostrade, dichiarando che il brevetto del Tutor era copiato da quello di una piccola azienda toscana, la Craft, e che quindi gli apparecchi andavano immediatamente rimossi. Ora una nuova puntata della saga, che a molti ha richiamato le vicende bibliche di Davide e Golia per la stazza societaria dei protagonisti in campo, ribalta la situazione.
La Cassazione ha infatti accolto il ricorso di Autostrade e ha annullato la sentenza che dava ragione alla piccola azienda di Greve in Chianti, fondata da un ex tecnico della Galileo, Romolo Donnini. La Suprema corte ha rinviato il tutto nuovamente alla Corte d’appello di Roma. Ritiene infatti errate le motivazioni per cui era stato considerato un plagio il sistema Tutor installato sulle autostrade dal 2005. Si aspetta quindi una ulteriore puntata, con la nuova decisione dei giudici romani.
«La Cassazione ha riconosciuto che non si posso brevettare le formule matematiche conosciute e ci ha dato ragione su tutta la linea. Questo ci consente di ripartire con i Tutor che abbiamo finanziato, installato a nostro spese e affidato gratuitamente alla polizia stradale. Uno strumento che non ci fa guadagnare ma aiuta a salvare vite, controllando la velocità di percorrenza. Su quelle tratte le vittime sono diminuite del 50 per cento», sottolinea l’avvocato di Autostrade, Amedeo Gagliardi.
Dopo la sentenza che aveva fatto sospendere l’utilizzo dei macchinari contestati, nell’ultimo anno solo circa 400 chilometri lungo 22 tratti autostradali erano stati coperti da un sistema alternativo di controllo della velocità media.
Ora, anche dopo la sentenza della Cassazione, c’è chi non desiste: «Abbiamo perso una battaglia, come diceva il generale De Gaulle, ma non la guerra. Non ci arrendiamo, aspettiamo i risultati del rinvio e nel caso ci appelleremo alla Cassazione. Passeranno ancora anni, e io ne ho quasi 80. Spero di fare in tempo a vedere riconosciuti i diritti di Donnini», commenta l’avvocato Vincenzo Vigoriti.