la Repubblica, 17 agosto 2019
La Open Arms e il braccio di ferro tra Viminale, Guardia Costiera e procura. Intanto i migranti a bordo vogliono suicidarsi
«La situazione è di assoluta emergenza. Devono sbarcare tutti subito», l’ultimo disperato appello dalla Open Arms. Raccolto persino dalla Guardia costiera che, con una comunicazione inviata al Viminale dal centro di ricerca e soccorso di Roma, fa sapere che «non vi sono impedimenti di sorta per l’attracco senza indugio a Lampedusa». E chiede una risposta urgente al ministero, che per tutta la giornata ha fatto orecchie da mercante. È la prima volta che la Guardia costiera si smarca dal Viminale.
Adesso c’è la consapevolezza che può veramente finire in tragedia. Chi minaccia di buttarsi in acqua, chi di tagliarsi le vene o di soffocarsi. I 134 migranti ancora a bordo passano da uno stato catatonico a scatti di rabbia incontenibile. Si guardano in cagnesco per contendersi un angolo d’ombra o il bagno (solo due). Ieri mattina il comandante Marc Reig e la capomissione Ani Montes Mier hanno capito che garantire l’incolumità a bordo diventa di ora in ora più difficile. E hanno messo giù i barchini di salvataggio nel caso di qualche gesto improvviso. Il prefetto di Agrigento Dario Caputo (a cui spetta autorizzare lo sbarco) attende ordini da Roma e la sentenza del Tar del Lazio, che ha autorizzato la Open Arms ad entrare in acque italiane per consentire immediati soccorsi ai migranti a bordo in una situazione di «eccezionale gravità», resta inattuata per il secondo giorno di fila. «Questo è sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d’ufficio», denunciano i legali della Open Arms in un esposto presentato alla procura di Agrigento che, di conseguenza, apre un nuovo fascicolo con queste nuove ipotesi di reato, che va ad aggiungersi a quello originario per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di ignoti scafisti e all’altro, già trasferito a Roma nei giorni scorsi, per abuso d’ufficio.
Le decisioni di Agrigento
È il grimaldello che, già nelle prossime ore, potrebbe consentire alla procura di Agrigento di intervenire e sbloccare una situazione che il Viminale non sembra intenzionato a risolvere in tempi rapidi. Così come accadde per il caso Diciotti, se Salvini non dovesse autorizzare l’approdo, il procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella, ricostruita la catena di comando, potrebbero decidere di iscrivere nel registro degli indagati per sequestro di persona e abuso d’ufficio chi doveva consentire e non lo ha fatto (dal prefetto al capo di gabinetto del Viminale fino a Salvini stesso) l’ingresso in porto della Open Arms e lo sbarco. Unico modo – si osserva in ambienti giudiziari – per eseguire l’ordinanza del Tar. Ma soprattutto per garantire i diritti dei 29 minori a bordo per i quali, tre giorni fa, il tribunale dei minori di Palermo aveva indirizzato una lettera al premier Conte e ai ministri Salvini, Toninelli e Tenta ricordando che la legge italiana prevede che i minori non possano in nessun caso essere respinti. Ieri è stata avviata la procedura per la nomina dei tutor. Intanto, l’avvio dell’indagine per sequestro di persona potrebbe nelle prossime ore portare la Procura alla decisione di far scendere i migranti nonostante il no di Salvini.
La Ue e i sei Paesi in attesa
La confermata disponibilità di sei Paesi europei ad accogliere i migranti della Open Arms non basta al ministro dell’Interno, che ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar. Spagna, Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo e Romania i paesi che hanno risposto all’appello della commissione Ue, sollecitata dal presidente del parlamento europeo David Sassoli: «La situazione a bordo è diventata drammatica – dice Sassoli – Il comandante della Open Arms ci ha descritto condizioni al limite del sopportabile. Gli immigrati sono bloccati da 15 giorni e possono cedere ad atti di autolesionismo e perdere la percezione della realtà. Le condizioni igieniche sono ormai precarie. Auspico che le autorità italiane capiscano la gravità e l’urgenza umanitaria e consentano alla nave di entrare in porto oggi stesso».
Le due tesi sullo stato di salute
Che la situazione a bordo sia di assoluta urgenza lo certificano i medici del Cisom e di Emergency saliti a bordo che hanno chiesto l’evacuazione medica di urgenza per otto persone, tra cui Benjamin, il venticinquenne con entrambi i piedi fasciati perché martoriati da colpi di mitraglietta libica sceso a terra con altri e i familiari. Ma poche ore dopo, il responsabile medico dell’ambulatorio di Lampedusa Francesco Cascio (ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ex senatore di Forza Italia), seppure in ferie e lontano da Lampedusa, ha dato la stura a nuove polemiche dichiarando: «C’è qualcosa che non funziona perché tra i 13 migranti fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, mentre gli altri stavano bene». Parole che Salvini prende al volo per lanciare nuove accuse alla Open Arms: «Siamo davanti all’ennesima presa in giro della ong spagnola».