il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2019
La morte di Nadia Toffa, i malati senza nome e cognome, il dolore, la vecchiaia, la morte e la retorica. Il commento di Massimo fini
L’enfasi di tutte le televisioni, di tutti i giornali, di molti personaggi dello spettacolo sulla morte per cancro di Nadia Toffa la trovo oltraggiosa nei confronti delle centinaia di migliaia di ammalati di tumore che non hanno un nome e un cognome famosi. A parte questa discriminazione sociale fra Vip, o presunti tali, e quella che, senza accorgersi dello sprezzo, viene chiamata “gente comune”, il fatto è che noi non siamo più capaci di accettare quelli che i filosofi, quando esistevano ancora, chiamavano “i nuclei tragici dell’esistenza”, il dolore, la vecchiaia, la morte. E cerchiamo di coprire questi che ci sembrano degli “scandali”, mentre sono eventi naturali della vita, con la retorica. Scrive Alberto Savinio in “Sorte dell’Europa”: “La retorica è un male endemico nel nostro paese, è il male che inquina la nostra vita, la nostra politica, la nostra letteratura e una delle cause principali, se non addirittura la principale, delle nostre sciagure”.