il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2019
con il riscaldamento globale la grande letterature perde senso
Quel che Greta Thunberg, l’Onu e gli amici Verdi si sono dimenticati di dire – e di valutare – è l’impatto del cambiamento climatico sulla letteratura: questa sì, una vera catastrofe. Ispirato dal recente rapporto (Ipcc) delle Nazioni Unite, ecco un elenco di classici da riscrivere o addirittura in via d’estinzione a causa del riscaldamento globale e altre sciagure in corso. Poco male: meno libri, meno carta, meno alberi abbattuti. E tanti applausi dagli amici green.
CALDO ESTREMO VS SICCITÀ. Nel 2030 si stima un aumento delle temperature di 1,5° C con bizzarrie meteorologiche varie: freddo al Sud e caldo al Nord. Che triste sarà il Canto di Natale con clima primaverile: i poveri da sfamare rimarranno sempre, ma senza il fascino della neve non se li filerà più nessuno. Dovremmo accontentarci della Bella estate perenne o del Sogno di una notte di mezza estate che si replica tutto l’anno: una noia mortale. “L’invero del nostro scontento – altro Shakespeare: già sapeva – s’è fatto estate sfolgorante”; perciò non lamentiamoci. Come consolazione, rileggere Ghiaccio nove; oggi suona apocalittico, domani ci sembrerà una favola per bambini: avercela una sana glaciazione.
DESERTIFICAZIONE. Mentre i ghiacciai si sciolgono, le isole vengono sommerse e le spiagge erose. Chi farà più la Gita al faro se l’oceano s’è inghiottito il faro? Ciao anche agli atolli belli, e meno belli: L’isola del tesoro; L’isola di Arturo (Procida); gli scogli del Conte di Montecristo; Robinson Crusoe e naufraghi vari. Con loro se vanno pure le Lettere da Capri e i Quaderni di Lanzarote, a meno che qualcuno, previdentemente, non li abbia prima imbottigliati e affidati ai flutti. Tra i flutti è sparita anche una città: più che Morte a Venezia è morta Venezia. Ma si sapeva. L’unico felice, dell’avanzata di acque e sabbie, è Il piccolo principe: dal deserto non se ne andrà più, anche perché è tutto deserto. Gli farà compagnia quell’altra svalvolata, la Dorothy del Meraviglioso mago di Oz: i tornadi sono la sua passione e, col tempo che fa, potrà viaggiare in uragano a giorni alterni.
DISBOSCAMENTO. Con l’imminente crisi agricola non sarà difficile trovare le Anime morte, alias servi della gleba del feudalesimo ripristinato ad hoc. Addio monti: Il monte analogo, La montagna incantata e Le otto montagne, o forse quelle otto reggeranno all’erosione e alle frane. Per non sbriciolare ulteriormente la terra bisognerà rinunciare alle bonifiche: sono perniciose, sostiene l’Onu, citando il risanamento delle paludi in Indonesia e Malesia. Dalle nostre parti toccherà piantar lì il Canale Mussolini: le grandi opere hanno rotto.
DIETA VEGETARIANA.Il mondo, dicono, sarà diviso in due: di qua le carestie e la fame, di là lo spreco alimentare e l’obesità. Nel dubbio, consiglia sempre l’Onu, tenersi nel mezzo: una dieta parca e bilanciata, meglio se vegetariana. Bene, dunque, si comportano I mangia a poco, anche se dovrebbero ridurre il consumo di carne rossa. Bocciati, invece, i crapuloni del Satyricon: mangiano e bevono troppo. E l’alcol verrà presto bandito.
EMISSIONI ZERO. Prendere l’aereo sarà vietato: nessuno potrà più provare l’ebbrezza degli amplessi in alta quota come Emmanuele. Sconsigliata anche l’auto: si potrà viaggiare On the road solo di notte e in autostop. Mezzi del futuro saranno le imbarcazioni a remi senza toilette a bordo: Greta docet, sicuramente ispirata dall’umorismo di Tre uomini in barca. Chi odia spostarsi e preferisce poltrire al paese suo non se la passerà meglio: le Città invisibili sono diventate invivibili.
ESTINZIONI. Flora e fauna saranno le prime vittime: La signora delle camelie dovrà fare a meno delle camelie e Il giardino dei ciliegi dovrà fare a meno dei ciliegi. Ma anche del giardino. Quanto agli altri animali cechoviani – gabbiano, cigno, orso… –, morti tutti. Come Moby Dick, Zanna Bianca e il lupo di Cappuccetto rosso: la piccolina nel bosco si annoierà un poco, molto poco. Poi il bosco sparirà. E con esso le farfalle, tanto care a Nabokov. Che goduria, però, per Il signore delle mosche.
MIGRAZIONI DI MASSA. Gente in Aspromonte non ce n’è più e La mia Africa è deserta: sono rimasti solo gli antropologi. La tempesta sarà riscritta come tragedia di naufraghi e Lo straniero sarà di nazionalità francese.
PIÙ CONFLITTI. Il caldo esacerba la violenza e l’aggressività, persino di virus e batteri. La Guerra sarà senza pace e il Delitto senza castigo: anche la Siberia non è più quella di una volta.