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 2019  agosto 15 Giovedì calendario

Come combattere (o convivere con) un tumore al cervello

Cari malati di cancro al cervello, voi lo sapete bene, il tumore all’encefalo è una malattia serissima, che colpisce come un fulmine a ciel sereno, che all’inizio si nasconde, inganna, opera sottotraccia, si maschera da altre malattie, viene scambiata per emicrania, cefalea o peggio per sindrome da stress, e che quando viene scovata ed accertata si ribella, resiste alle terapie, a volte si rafforza e cerca di espandere le sue radici, invadere il territorio limitrofo, e purtroppo non sempre viene sconfitta, e non sempre si raggiunge un esito positivo al termine delle cure. Ma c’è un ma, a mio giudizio molto importante. Intanto non fatevi impressionare dalla morte di Nadia Toffa, perché lei ha avuto uno di quei tipi di tumori per i quali non ci sono cure certe, e per i quali la scienza e la ricerca stanno lavorando molto, in Italia e nel mondo, per raggiungere il maggior numero di certezze e di successi terapeutici, ed il suo cancro si era manifestato ed era stato diagnosticato quando ormai era già radicato nel suo cervello, era ad alta malignità, e non ha mai lasciato, nemmeno per un momento, speranza di lunga vita. Infatti non esiste un solo tipo di tumore cerebrale, perché le neoplasie che si sviluppano all’interno della scatola cranica, possono essere molto diverse istologicamente, avere diversi gradi di benignità e malignità, di dimensione, di locazione e di crescita, e ciascuna di esse ha una storia naturale differente caso per caso. Tra i benigni il più frequente è il meningioma (30,1%), mentre tra i maligni il glioblastoma (20,3%), l’astrocitoma (9,8%), i tumori della guaina dei nervi (8%), della ghiandola ipofisaria (6,3%), l’ependimoma (2,3%), ed altri tipi che raggiungono il 14%. Questi quelli che appartengono alla famiglia dei “gliomi”, che colpiscono prevalentemente dopo i 21 anni, mentre il medulloblastoma o il neuroblastoma sono i tumori più frequenti nell’infanzia, che hanno un picco di incidenza nei bambini e giovani sotto i 15 anni, e che ogni anno in Italia colpiscono oltre 400 bambini. Naturalmente io sto parlando dei tumori primitivi dell’encefalo, ovvero quelli che nascono e germogliano dentro la scatola cranica, e non di quelli secondari, ovvero delle metastasi al cervello (i tumori intracranici più comuni negli adulti) che sono ripetizioni tumorali di neoplasie diffuse che provengono da altre parti del corpo, arrivando fino dentro la testa, e che derivano principalmente dal carcinoma polmonare, mammario e dal melanoma.
PROBABILITà DI SOPRAVVIVERE
Comunque i segni e i sintomi della presenza di lesioni occupanti spazio nel cranio sono simili, e riconoscerli allo stadio iniziale può migliorare la probabilità di guarigione e di sopravvivenza, e quando si presenta uno di questi sintomi, non bisogna pensare subito al peggio, ma è importante consultare il medico ed il neurologo per gli accertamenti necessari. In generale, se una neoplasia colpisce la parte destra del cervello, il sintomo si manifesta a sinistra e viceversa, mentre se ad essere interessato è il cervelletto, situato a livello della nuca, si hanno segnali differenti, quali disturbi della coordinazioni, dell’equilibrio e della vista. Cefalea e nausea sono i primi segni di ipertensione endocranica, segni però che possono avere molte altre cause, ma se persistono per giorni e non regrediscono con i comuni antalgici è bene richiedere un consulto. I problemi della vista riguardano la riduzione del campo visivo, perdita della visione laterale (persone che sbattono regolarmente contro gli spigoli o le porte, o strusciano la fiancata dell’auto) e la visione sdoppiata, mentre i disturbi della sensibilità e della motilità degli arti sono ulteriori campanelli d’allarme. A seconda delle aree del cervello interessate inoltre, possono comparire disturbi del linguaggio parlato o scritto, difficoltà ad esprimersi, parola inceppata, deficit dell’udito, della comprensione e della memoria, cambi della personalità e del comportamento, fino ad arrivare alle crisi epilettiche e alla perdita di coscienza o svenimenti senza una causa apparente.
GLI INTERVENTI La terapia più adeguata del tumore cerebrale dipende dal tipo di neoplasia, dalla sua grandezza e posizione encefalica, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente, e consiste principalmente nella rimozione chirurgica, quando possibile, nella chemioterapia associata alla radioterapia, ed alla radiochirurgia e terapia mirata sulla massa cerebrale da ridurre, quest’ultima eseguita con gli anticorpi monoclonali, che vanno a colpire solo ed esclusivamente le cellule tumorali del cervello e nel circolo sanguigno. Ogni paziente con un tumore al cervello ha una propria prognosi, nessuno è uguale ad un altro, perché il destino della progressione o regressione della malattia dipende da molti fattori di quel tumore, come la sede, il tipo istologico, la regione accessibile chirurgicamente dell’encefalo e soprattutto la precocità della diagnosi, perché individuare una neoplasia al primo stadio consente un trattamento terapeutico meno invasivo e con un rischio di complicanze molto ridotto. Molti tumori hanno una crescita lenta e limitata a un’area cerebrale, possono insorgere a qualsiasi età e a causarli è spesso una mutazione genetica tale, per cui le cellule colpite da questo “errore”, crescono e si dividono con un ritmo più elevato rispetto al normale. Esclusi i tumori tipici dell’infanzia, il primo fattore favorente indiziato è l’età senile, poiché le persone avanti con gli anni sono decisamente le più colpite, anche se un altro fattore importante sono considerate le malattie congenite, quali la neurofibromatosi, la sclerosi tuberosa, la sindrome di Gorlin e varie altre. Non va sottovalutata neppure la storia familiare, in quanto se in famiglia ci sono stati casi precedenti di cancro al cervello, i familiari debbono obbligatoriamente seguire la prevenzione.
PIù FREQUENTE
Oggi il tumore del cervello è tra i primi 5 tipi di cancro più frequenti prima dei 50 anni, ma si registrano progressi anche nella cura di neoplasie da sempre ritenute ardue da combattere (gliomi, glioblastomi e neuroblastomi), e molti risultati incoraggianti e positivi sono stati ottenuti con la immunoterapia, basata sull’uso di particolari cellule del sistema immunitario sensibilizzate verso il tumore con peptidi sintetici. La ricerca in questo ultimo decennio ha fatto grandi passi in avanti in questo settore, aggiungendo nuove molecole come la temozolomide, oltre a nuove combinazioni di farmaci già in uso. Le più recenti tecniche chirurgiche consentono di asportare tumori che un tempo venivano giudicati inoperabili, mentre oggi è sempre più risolutiva. Inoltre la radioterapia, da sola od aggiunta alla chemioterapia, è finalizzata ad arrestare la crescita neoplastica ed a ridurre il rischio di recidiva, e le nuove analisi molecolari consentono una prognosi più precisa e permettono sempre di più di scegliere le terapie mirate a quel tipo di tumore. Poiché ogni zona del cervello è responsabile di una funzione specifica, sarà quella funzione, se colpita dal tumore, ad essere per prima compromessa, per cui quando si avverte che qualcosa è cambiato nella sensibilità, nei movimenti, nel linguaggio, nella vista, nell’equilibrio, nel tremore e in qualunque sintomo riconducibile alla testa, è bene farsi controllare da uno specialista ed approfondire l’origine del sintomo, fosse anche un semplice, ma persistente mal di testa. In un’epoca come la nostra, chiunque di noi ha avuto un familiare, un parente, un amico o un conoscente colpito da questo male, per cui la cura e la attenzione alle nostre condizioni di salute devono essere vigili e comprendere la prevenzione, l’arma più importante per intervenire in tempo, e spesso per salvarsi la vita. Ai malati di tumore cerebrale aggiungo che la storia di Nadia Toffa è tristissima e dispiace a tutti, anche a chi non la conosceva, ma voglio ricordare che sono di più le storie dei molti pazienti guariti, piccoli e grandi, famosi e sconosciuti, che spesso non arrivano alle cronache, che erano malati come voi e che hanno superato e vinto una delle patologie più infami, crudeli e terribili, con coraggio, con determinazione, superando i momenti più difficili senza lasciarsi intimidire, senza mai perdere la speranza e la voglia di lottare, un esempio da perseguire e da tenere sempre bene in mente.