La Stampa, 15 agosto 2019
L’uomo dei castelli di sabbia
«Il segreto sta nelle sabbie: quelle fini sono raffinate, ma se il granello è troppo arrotondato può diventare un problema. Meglio quelle dalle forme irregolari, si incastrano tra loro con più facilità. Poi la vera magia la fa l’acqua che riesce a tenere tutto unito e ben saldo».
Visioni e gioco, chimica ed estro: c’è tutto nelle abili mani di Antonio Molin, romano di 53 anni, artigiano che per primo in Italia ha trasformato un divertimento da spiaggia in mestiere. «Già a 12, 13 anni, sul litorale di Terracina gli amici mi cercavano per farmi costruire le piste per le biglie perché mi riusciano particolarmente bene. Ci mettevo passione e impegno, sperimentavo e imparavo dai miei errori. Dopo qualche anno ho iniziato come artista di strada, realizzando sculture: funzionavano molto gli animali e mi ero specializzato nei cavalli».
Gli inizi da autodidatta, poi la formazione con maestri stranieri e anche la partecipazione a festival internazionali, dove la figura professionale è riconosciuta. Fino a fondare insieme ad altri appassionati l’Accademia della sabbia. «Abbiamo fatto diversi corsi, anche se i più bravi sono andati a lavorare oltre confine dove c’è più mercato. Ma vorrei rilanciare il progetto di una vera scuola di formazione in zone come Rimini o la Versilia» Secchi e pala, cazzuole e pennellini, spatole e pettini, spazzole per disegnare texture e pezzi di filo spinato con cui scavare inattese feritoie: ecco gli attrezzi dell’artista della sabbia, che porta il suo talento sui set di cinema e videoclip, nei resort di lusso e all’interno di aziende per attività di team building, nelle vetrine o nelle tante località balneari che hanno adottato la sua idea di animare il periodo natalizio con un presepe in spiaggia. «Però le mie preferite rimangono le piste per le biglie: lunghe o corte, ma ricche di ostacoli, curve paraboliche, tunnel e salite. Deve essere uno spettacolo sia per chi gioca e sia per chi guarda». Usare sabbia umida, prepararne una bella quantità prima di mettersi al lavoro, fare in modo che il tutto sia sempre compatto. E poi abbondare con conchiglie, sassi e legnetti per decorare castelli e circuiti: questi alcuni suoi consigli. «Ma la cosa più bella – conclude Molin – è chiamare i propri figli e iniziare ad inventare una storia davanti ad un mucchio di sabbia. Dopo vanno da soli e sembra di vedere quello che raccontano e raffigurano. Se si ha la fantasia e il cuore di prendersi quel tempo é un’esperienza che consiglio a tutti i genitori. —
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