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 2019  agosto 15 Giovedì calendario

Jennifer, storia di una 14enne reclutata fuori scuola per fare sesso con Epstein

«La prima volta che entrai nel palazzo di Jeffrey Epstein, nell’Upper East Side, nell’autunno del 2001, notai le telecamere di sicurezza e, all’interno, un piccolo monitor che mostrava le immagini. Ero una bambina di 14 anni, ma il messaggio mi fu chiaro: “Sei nella casa di una persona importante, ti osservano”. Ricordo la mia immagine riflessa in quello schermo mentre entravo nella casa di quello che si sarebbe rivelato un predatore, un pedofilo, il mio stupratore».
Jennifer Araoz 32 anni, vive nel Queens: solo un mese fa ha trovato il coraggio di denunciare Epstein in un’intervista con la tv Nbc, e ieri ha scritto queste parole in una lettera pubblicata dal New York Times.
Dopo l’apparente suicidio del finanziere accusato di traffico sessuale di minorenni (i secondini si sarebbero addormentati e non lo avrebbero controllato per tre ore secondo nuove indiscrezioni), la causa penale contro di lui si è chiusa, ma Araoz ieri è stata la prima delle decine di accusatrici a farsi avanti in una causa civile contro il patrimonio del finanziere e le sue complici, l’ex fidanzata Ghislaine Maxwell e altre tre donne («la segretaria, la cameriera e la reclutatrice»). Molte vittime la seguiranno, come hanno già annunciato gli avvocati: possono farlo grazie a una legge entrata in vigore proprio ieri nello Stato di New York, il Child Victims Act, che consente a chi ha subito abusi sessuali da minorenne di presentare denuncia fino all’età di 55 anni, anche se sono scaduti i termini della prescrizione.
Fu una donna a «reclutare» Araoz davanti alla scuola superiore dell’Upper East Side dove studiava teatro. «Mi disse che voleva farmi conoscere un uomo ricco, che poteva presentarmi le persone giuste per la mia carriera. Quando confidai che avevo perso mio padre da poco e che la mia famiglia viveva di assistenza sociale, aggiunse che quell’uomo era molto attento e ci avrebbe aiutati». Una-due volte a settimana, cominciò a visitare il palazzo, una delle più grandi residenze private di Manhattan, visitata da principi, politici, scienziati dei quali Epstein sosteneva di conoscere i segreti (ora sulla sua isola privata sono stati sequestrati dei computer). All’inizio Araoz e il finanziere parlavano soltanto, poi la segretaria le dava 300 dollari «per la famiglia»; la seconda volta lui le regalò una macchina fotografica. Dopo un mese cominciò a chiederle di fargli dei massaggi, togliendosi la maglietta («Doveva vedere il suo corpo per aiutarla a trovare lavoro come modella»). «Mi sentii a disagio e intimidita ma feci quello che diceva». Col tempo, cominciò a toccarsi e a toccarla. Dopo un anno, quando lei rifiutò di fare sesso, la tenne ferma e la violentò.
Araoz non tornò più in quella casa, cambiò anche scuola. Non ha mai incontrato Maxwell, ma la accusa di aver assistito il finanziere nel suo traffico sessuale, garantendogli sempre nuove ragazze e intimidendo possibili testimoni. Maxwell, che oggi ha 57 anni e che ha negato ogni colpa, non appare più in pubblico da tre anni, ma il Daily Mail pubblicava ieri immagini di una villa sulla costa del Massachusetts, dove vivrebbe con il nuovo compagno, dirigente di una società di tecnologia.