Corriere della Sera, 15 agosto 2019
La Open Arms arriva a Lampedusa
È una decisione del Tar del Lazio a sbloccare la situazione di Open Arms, la nave della Ong spagnola che da 14 giorni si trova in mare aperto con 147 migranti a bordo. Mentre le condizioni igieniche e quelle del mare stavano peggiorando velocemente, il tribunale amministrativo ha disposto la «sospensione dell’efficacia» per il divieto di ingresso nelle nostre acque territoriali, disposto dal ministero dell’Interno, d’intesa con quelli della Difesa e delle Infrastrutture. Una decisione presa sulla base del decreto sicurezza bis, forse l’ultimo atto del governo tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Secondo il Tar «alla luce della documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica)» e «della prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza», si giustifica «la concessione della richiesta» per «consentire l’ingresso in acque territoriali italiane e quindi di prestare l’immediata assistenza alle persone soccorse maggiormente bisognevoli». In sostanza l’avvicinamento di un barcone carico di disperati non può essere considerato come un’ipotesi di passaggio offensivo. E questo anche perché il gommone soccorso dalla nave Open Arms, dal quale sono stati presi una parte dei migranti che adesso si trovano a bordo, «era in situazione di evidente difficoltà». Dopo aver diffuso la pronuncia del Tar, Open Arms comunica che si sta dirigendo verso Lampedusa. Ma il caso non è chiuso perché il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha nessuna intenzione di autorizzare lo sbarco e ha firmato un nuovo divieto di ingresso nelle acque italiane per la Open Arms. Anzi, ne fa un nuovo caso politico che diventa motivo di scontro tra gli ex alleati a pochi giorni dalla mozione di sfiducia contro il governo.
In mattinata era stato proprio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a scrivere al ministro dell’Interno per chiedergli di mettere in sicurezza i 32 minori a bordo. Ma la replica di Salvini era stata sferzante: «Il presidente del Consiglio mi ha scritto per lo sbarco di alcuni centinaia di migranti a bordo di una nave di una Ong che però è straniera e in acque straniere. Gli risponderò garbatamente. Non si capisce perché debbano sbarcare in Italia». E poi ancora: «C’è un disegno per tornare indietro e aprire i porti, un patto innaturale Pd-M5S. Ma io non torno indietro». Dopo la pronuncia del Tar, Salvini annuncia un nuovo divieto di ingresso nelle acque territoriali: «Firmerò il mio no perché complice dei trafficanti umani non lo sarò mai, altri se ne assumano la responsabilità». E anche un ricorso al Consiglio di Stato «in ragione di nuovi episodi». E cioè che la nave «ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia».
Ma la Ong spagnola ha già pronta la contromossa con la richiesta di un commissario ad acta, che si sostituisca a Salvini nell’autorizzare l’ingresso nelle acque territoriali e lo sbarco. Intanto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dopo essere stata in contatto con il Tribunale dei minori di Palermo, ha attivato due navi della Marina militare che stanno scortando Open Arms. Sarebbero pronte a trasbordare i minori a bordo.