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 2019  agosto 15 Giovedì calendario

Il caffè di Gramellini


Un tedesco, che si proclama vittima di un raggiro, ha organizzato il rapimento della presunta truffatrice. A bordo di una monovolume, che per timidezza aveva i vetri oscurati, ha imboccato contromano i portici torinesi di piazza San Carlo e, spalleggiato da due investigatori privati regolarmente muniti di passamontagna, ha provveduto a prelevare il bersaglio mobile per le ascelle, direttamente dalla strada. Chi ha assistito alla scena avrà pensato di essere su un set di James Bond. Invece era solo la manifestazione estrema della mentalità corrente, quella che ha ispirato le nuove norme sulla legittima difesa. Seguitemi nel paradosso. «Se denunciassi chi mi ha fregato – avrà riflettuto il rapitore – dovrei raccontare i fatti miei alla polizia. Addio privacy. E poi si sa dove vanno a finire le denunce. Nel cestino. Anzi fuori, perché non si degnano neanche più di svuotarlo. Ma ammettiamo pure che la pratica proceda verso un esito miracoloso: l’arresto dei truffatori. Un bravo avvocato li farà subito uscire. E allora, tanto vale... Legittima difesa, no? Ci sono tutti i requisiti, a cominciare dal grave turbamento. Mi hanno rubato qualcosa che mi appartiene, avrò diritto di riprendermelo? Invece sono stato arrestato io, con i miei due complici, pardon collaboratori. Confido in una fiaccolata di solidarietà». P.S. Si esagera, naturalmente, ma è per dare l’idea. Bacioni di buon Ferragosto.