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 2019  agosto 14 Mercoledì calendario

Le ossa di Dante non si muoveranno da Ravenna

Lasciate ogni speranza voi che volete le ossa di Dante. «Non sono sacre reliquie e meritano il rispetto laico di una scelta fatta dal sommo poeta sette secoli fa: quella di riposare indisturbato a Ravenna». Dalla Romagna è arrivato lo stop definitivo al possibile trasferimento dei resti di Dante Alighieri a Firenze per il settimo centenario della morte del poeta, che ricade nel 2021.
L’idea di portare temporaneamente le ossa di Dante in piazza Santa Croce, davanti alla statua di marmo dedicata al poeta, risale allo scorso maggio. Ed era stata lanciata dal direttore del Ravenna Festival, Cristina Mazzavillani Muti. «Il 4 settembre 2020 le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante inizieranno a Ravenna con un grande concerto», aveva spiegato. «Ci sono tre compositori, un ucraino, un armeno e un italiano, che stanno scrivendo tre pezzi su Dante in chiave contemporanea. Il mio sogno è portare il concerto anche a Firenze, a Santa Croce, attraverso il treno di Dante, quello che attraversa gli Appennini. E su quel treno vorrei che viaggiassero anche le ossa di Dante. I fiorentini ce le chiedono da sempre, possiamo lasciarle per una settimana per poi riportarle indietro».
All’inizio di agosto il sindaco Pd di Firenze, Dario Nardella, aveva preso contatti con il primo cittadino di Ravenna, Michele De Pascale, altro esponente del Partito democratico. «Abbiamo cominciato a parlarne con il sindaco di Ravenna», aveva confermato Nardella. «È ovvio che sarebbe un fatto storico, straordinario, ma che si può realizzare solamente in totale accordo con la città di Ravenna. Non è un caso che nessuno ci sia riuscito in 700 anni».
La giunta Nardella era conscia della difficoltà legale al possibile trasferimento delle ossa del poeta, costretto all’esilio da Firenze nel 1302 in seguito a una condanna a morte sul rogo. I dubbi del sindaco del capoluogo toscano erano fondati. La scorsa settimana, tramite il vicesindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani, è arrivato il secco no dell’amministrazione De Pascale. «Dante Alighieri non venne rapito dai ravennati, ma fu cacciato dai fiorentini e, dunque, costretto a fuggire da Firenze», ha detto Fusignani a ToscanaOggi.
«Scelse Ravenna oltre sette secoli fa, scrivendo qui molti dei versi più belli della letteratura italiana. Le sue ossa meritano il rispetto laico di una città che si è assunta l’impegno e l’onore di custodirle, difendendole, nel corso dei secoli, anche durante avvenimenti storici cruenti e difficili».
«Credo che sia utile sgombrare il campo da ogni equivoco, quand’anche ricco di suggestivi stimoli, e ribadire, senza se e senza ma, che le ossa di Dante non si sposteranno da Ravenna», ha aggiunto Fusignani.
«Occorre chiudere questa ancorché nobile ipotesi, peraltro mai stata al centro del dibattito amministrativo, e voltare pagina per tornare a concentrarsi sulle iniziative più encomiabili e degne di celebrare una ricorrenza importante per il mondo intero. Ben venga il dialogo con le amministrazioni delle altre realtà interessate dalle celebrazioni dantesche del 2021, in primis Firenze, ma con la premessa che si parte da due punti fermi: Ravenna è la città di Dante, perché qui ha scelto di vivere e qui è morto, perciò le ossa non si toccano».