Libero, 13 agosto 2019
I fedeli non credono più nell’eucarestia
La Comunione? Un atto simbolico, per esprimere la vicinanza dei credenti. L’Eucarestia? Un bel simbolo, il simbolo e il ricordo di quel che ha fatto Gesù durante l’ultima cena. Il simbolo del Suo amore per l’umanità. Bei concetti, ad una lettura superficiale. Micidiale attacco al fondamento della fede cattolica, in realtà, attacco sferrato dal cuore stesso della Chiesa, dai suoi fedeli. Rivela infatti un rapporto del Pew Research Center – illustrato dal sito online della Nuova bussola quotidiana – che solo un terzo dei cattolici Usa crede che nella comunione si riceva realmente il corpo e il sangue di Cristo. Il 69 per cento ritiene che il pane, o meglio l’ostia, e il vino siano semplicemente simboli. E sono anche convinti che la Chiesa insegni proprio questo. Una minima parte conosce il concetto di transustanziazione e uno su cinque di quei fedeli che ne conoscono il significato rifiutano tale insegnamento, giudicandolo infondato. settanta pagine Una situazione, quella descritta dal rapporto -70 pagine che raccolgono le rilevazioni effettuate nel febbraio scorso dal Pew Center – che non si può non descrivere come inquietante, dal punto di vista della fede. Tanto che, ricorda ancora La Bussola, monsignor Robert Emmet Barron, vescovo ausiliare di Los Angeles, ha manifestato, via Twitter, tutto il suo disagio: «È difficile descrivere quanto mi irriti quanto emerso dall’ultimo rapporto del Pew Research Center. Questo dovrebbe essere una sveglia per tutti noi nella Chiesa. Siamo tutti colpevoli». Uno stato di cose, dunque, che deve far scattare l’allarme, anche se da decenni è evidente come l’Occidente e i cattolici, in particolare, non nutrano interesse per la storia della Chiesa, e come anche i più elementari insegnamenti del catechismo siano finiti in soffitta. In Italia non si sono svolte, negli ultimi anni, ricerche altrettanto puntuali sullo stato della solidità della dottrina cattolica. Però nel 2016 il Censis ha prodotto un dossier davvero poco incoraggiante, denominato «Il Vangelo secondo gli italiani». Si dimostra come l’80 per cento degli intervistati non abbia dimestichezza con il testo sacro. «Devota incompetenza», ne veniva definita la parola-chiave. Un italiano su tre che va a Messa non lo legge mai. Metà degli italiani lo considera un testo culturalmente fondamentale, ma più che ricordare versetti e citazioni, parla di “immagini” probabilmente mutuate da film e programmi tv. Altri dati mostrano come l’ignoranza regni sovrana: il 44 per cento non sa quanti sono gli evangelisti e l’11 per cento non sa citarne a memoria almeno uno dei nomi. In compenso, il 78 per cento dimostra di sapere che l’Ave Maria non è una preghiera citata nei Vangeli. Tra i commenti ai dati presentati, il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, aveva dichiarato: «Se non partiamo da una cultura del Libro, come fanno gli ebrei e i musulmani, noi cristiani andremo in regressione». Una previsione che sembra avverarsi ogni giorno di più. Del resto, la situazione appariva già difficile nel 2007, alla luce dei dati emersi da uno studio condotto da Famiglia Cristiana, che aveva preso come “campione” 800 battezzati, 48 anni di età media. spiritualità Da questo studio addirittura emergeva che solo il 5 per cento aveva letto i vangeli; alla domanda «come si può coltivare la spiritualità?», il 63 per cento rispose «aiutando il prossimo» e il 35 per cento «facendo volontariato». Molti di meno risposero «pregando» (il 22 per cento) e «andando a messa» (il 14 per cento). È facile anche immaginare quali risposte, o meglio, non risposte, verrebbero date nel caso si approfondisse il tema dell’Eucarestia. Per non parlare della transustanziazione. E con confusioni a più non posso. E dire che soprattutto il nostro Paese è terra di miracoli eucaristici. Ossia miracoli in cui avviene la trasformazione dell’ostia consacrata e del vino in sangue, oppure con il sanguinamento dell’ostia. Evidentemente l’incredulità sull’argomento è di vecchia data, ma ora è in pericolosa espansione. I miracoli sono avvenuti e avverrebbero anche ai nostri giorni, proprio per sconfiggere l’incredulità, le false idee o la distrazione dei fedeli. Uno dei miracoli eucaristici più noti è quello avvenuto a Bolsena nel 1263, quando, mentre celebrava messa un sacerdote che dubitava della transustanziazione (ossia la trasformazione dell’ostia e del vino in sangue e corpo di Cristo, rimanendo sotto le specie del pane e del vino), l’ostia nelle sue mani diventò carne e cominciò a stillare sangue in grande abbondanza. A seguito di questo evento l’anno successivo papa Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini. I miracoli più recenti sarebbero avvenuti in Polonia, tra il 2008 e il 2013, e in Messico, a Tixla, nel 2016. E ha destato molta attenzione il ritrovamento l’anno scorso, ad Arquata del Tronto, di 40 ostie ancora intatte dopo un anno e mezzo trascorso dal terremoto che ha seminato morte e terrore nel centro Italia, seppellendo il tabernacolo della chiesa di Santa Maria Assunta. Per i fedeli, un miracolo e un chiaro segno di testimonianza.