la Repubblica, 13 agosto 2019
La Aston Martin ha perso il 75 per cento del proprio valore in soli 10 mesi
Tu vuoi fare il modenese, ma sei nato in Inghilterra... Sembra molto impervia la strada in Borsa di Aston Martin, iniziata a ottobre con la promessa di replicare i successi della Ferrari. L’azione della casa inglese continua invece a perdere terreno e oggi vale un quarto di quel che valeva al momento della quotazione. A deprimerla le previsioni di un calo delle vendite e addirittura l’ipotesi di un aumento di capitale.
Tutto era iniziato in autunno secondo i migliori auspici. Aston Martin, la casa che ha costruito, tra gli altri, i modelli di James Bond nei film di 007, sognava di replicare il successo della Rossa. La quotazione del Cavallino è riuscita a far migrare l’industria di Maranello dal settore dell’auto a quello del lusso. Oggi Ferrari mette a profitto un terzo di ciò che incassa, come i grandi brand della moda. E così è nata l’idea di una Ipo in grado di rendere più redditizia l’azienda della supercar inglese.
Il primo semestre del 2018, con un profitto di 64 milioni di sterline sembrava la premessa incoraggiante. Lo sbarco in Borsa è avvenuto il 3 ottobre del 2018 al prezzo di 19 sterline per azione. Nelle intenzioni degli azionisti (soprattutto Investindustrial dell’italiano Andrea Bonomi) quella valutazione doveva essere solo una base di partenza. Così è era accaduto per la Ferrari che nel giorno della quotazione in Borsa a Wall Street valeva 52 dollari e oggi sfiora i 160. Ma il sogno è durato pochi mesi. I conti non eccellenti del primo semestre 2019 (una perdita di quasi 80 milioni di sterline) hanno fatto precipitare il titolo che il 31 luglio è sceso sotto le 5 sterline. In 10 mesi l’auto di James Bond ha perso il 75% del valore. Anche perché la società ha annunciato un taglio dei target di vendita 2019 (da 7.300 a 6.300 vetture) e lasciato trapelare l’ipotesi di un aumento di capitale. Qui sta la principale differenza con Ferrari. A Maranello non c’è il problema della riduzione delle vendite previste. Semmai, in presenza di una crisi, si riducono i tempi di attesa dei clienti. E poi, a pesare sui conti inglesi, c’è un accantonamento straordinario di 19 milioni di sterline. Una cifra considerevole che secondo Bloomberg è da attribuire al mancato rispetto di un contratto da parte della cinese Detroit Electric, società promossa da Albert Lam, ex direttore di Lotus.
La Detroit Electric si sarebbe impegnata a pagare ad Aston Martin 20 milioni in cambio di disegni e attrezzature per la progettazione. Nel primo semestre 2018 la posta era stata messa tra gli attivi anche se la Detroit si era impegnata a pagarla a rate. Improvvisamente però i pagamenti si sono bloccati. Tra due giorni Sotheby’s metterà all’asta l’Aston Martin di James Bond, compresi i sedili eiettabili. Probabilmente qualche azionista vorrebbe schiacciare il pulsante e scappare dal business.