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 2019  agosto 13 Martedì calendario

Intervista ad Anna Falchi. Parla di lavoro, di soldi e dei suoi amori

Le chiedi quando ha fatto l’ultimo programma su una rete generalista e Anna Falchi ride. Dice: «Non me lo ricordo neanche più». Eppure, a metà anni ’90, i suoi calendari si vendevano a milioni, il Festival di Sanremo in cui faceva la valletta di Pippo Baudo sarà il più visto di sempre da quando esiste l’Auditel, Federico Fellini l’aveva voluta nello spot di una banca con Paolo Villaggio, e in «Dellamorte Dellamore» recitava con Rupert Everett. L’ultima partecipazione vera a un programma risale al 2007, seconda a «Ballando con le stelle».
Anna, che fa adesso?
«Molto la mamma, avendo una figlia di nove anni. Però, a differenza di certe colleghe che dicono “ho smesso per dedicarmi a mia figlia”, io non ho mai potuto fermarmi. Prima lavoravo per ambizione, ora lavoro per guadagnare, cercando di mantenere una dignità artistica».
Quindi?
«Ho detto no a tutti i reality e conduco un programma di cucina su Telenorba, Anna e i suoi fornelli. Da Roma, sono pendolare con la Puglia, dove ci sono gli studi. Mi ha voluta Antonio Azzalini, l’ex capostruttura di Rai, un altro che come me è stato bandito dalla tv generalista».
Lei bandita, perché?
«Non faccio parte di scuderie, non ho mai avuto un agente, non sono mondana, non vado alle cene. E sono difficile da piazzare, dicono. “Troppo ingombrante, troppo iconica...”. Trovano tutte le scuse. Però non dispero mai che arrivi una sfida, meglio se in ambito culinario o calcistico. Nel weekend, continuo a seguire la Lazio per Quelli che il calcio».
La trovo comunque di ottimo umore.
«La cucina mi porta in giro per l’Italia a presentare cooking show. Faccio bagni di folla nelle piazze, ora torno dalla Sicilia, fra il popolo del tonno rosso. Ci faccio le vacanze, così. Dopo aver sfruttato il Lato B, sono passata al piano B».
Ma sa cucinare?
«Me la cavo e, preparando le ricette coi food blogger, imparo. Ora so aprire una cozza, cosa non facile».
Il cinema e la fiction l’hanno più cercata?
«Non propormi è una mia scelta. Non ho più la pazienza di aspettare ore sul set o andare al trucco alle cinque del mattino. Non mi trovo neanche brava, io sono un’improvvisatrice: mi metti sul palco e modero anche la convention di una banca».
Una volta, ha detto che il minuto migliore della sua vita è stato alle 20.45 del 21 febbraio 1995, quando è comparsa sul palco di Sanremo.
«Quell’incoscienza, quell’adrenalina non l’avrò mai più nella vita. La gente si ricorda ancora la filastrocca rap in finlandese, Pium Pium Vipula Vapula».
Ha detto anche che, in quel 1995, fece il primo miliardo di lire.
«Era un modo di dire, ma si guadagnava, neanche ci facevi caso. Però, quando i soldi sono stati meno, sono stata felice lo stesso».
Altri ricordi sfolgoranti?
«Gli inizi. Soddisfazioni che non riuscivo neanche a crederci: il primo spot con Fellini, il primo film con Carlo Lizzani, la prima volta in teatro con Pietro Garinei...».
Che pensa rivedendo i suoi calendari?
«Che abusarne è stato un errore. Per ingordigia ne ho fatti cinque ed essere un sex symbol ti limita. Avessi usato meno il corpo, avrei avuto una carriera diversa. Ma il cervello inizia a funzionarti quando il corpo ti viene meno».
A giudicare da Instagram, è ancora in splendida forma.
«Ho una vita sana, non prendo sole, faccio un’ora al giorno di tapis roulant e ginnastica fai da te».
Il fidanzamento con Fiorello, il matrimonio con Stefano Ricucci... Il gossip quanto ha contribuito a renderla popolare?
«Erano storie vere, diverse dal gossip di oggi, dove s’inventa. E per quanto io parlassi delle mie scaramucce personali, la verità restava dentro di me. Oggi tutti raccontano tutto senza pudore».
È fidanzata col deputato di Forza Italia Andrea Ruggeri, nipote di Bruno Vespa, che vita fate?
«Riservata. Stiamo insieme anche se io vivo con mia madre e con mia figlia. Vivere separati è un bel modo per nutrire l’amore e la gioia. E vivere con la mamma rende bello tornare a casa, trovare la cena pronta, la figlia in buone mani».
Guardando la tv di massimo ascolto, si chiede mai: perché non sono lì?
«Mai con disperazione. Non mi sento perseguitata né sfortunata. Mi sento una persona normale, equilibrata, qualità che in tv mi era difficile trovare».