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 2019  agosto 13 Martedì calendario

Le vittime di Lubitz non si accorsero di morire. Lo dice la Lufthansa

I parenti delle vittime del volo Germanwings precipitato sulle Alpi francesi il 24 marzo 2015 che hanno fatto causa a Lufthansa hanno ricevuto dalla compagnia una lettera in cui si afferma che le persone a bordo non si sono accorte di niente e non hanno quindi avuto «paura di morire». La tragedia era stata causata volontariamente dal copilota Andreas Lubitz che ha perso la vita insieme alle 149 persone che si trovavano sull’aereo partito da Barcellona e diretto a Düsseldorf. Tra loro, anche il fratello e la nipote della 66enne Marlies Weiergräber, di Krefeld in Renania Settentrionale-Vestfalia, che ha in corso un procedimento per il risarcimento dei danni morali con Lufthansa: la prossima udienza si terrà in autunno. Ora la compagnia ha scritto al suo avvocato, riporta la Bild, che i passeggeri non si sono resi conto di quanto stava succedendo: una risposta probabilmente funzionale ad evitare il risarcimento (calcolato in 25 mila euro a vittima). «Non è credibile che non si siano accorti di niente e che non abbiano avuto paura di morire – dice Weiergräber —. Ci sono abbastanza elementi che dimostrano il contrario».
Nelle registrazioni degli ultimi minuti prima della tragedia salvate sulla scatola nera dell’aereo, recuperata dopo il disastro, si sente il comandante, che Lubitz aveva chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio, bussare alla porta. Poco dopo, la sua voce: «Per l’amor di Dio, apri la porta». Poi il pilota tenta di sfondarla con un’ascia e urla ancora «apri questa maledetta porta». Sullo sfondo le grida dei passeggeri. Difficile che non abbiano avuto paura di morire.
Lufthansa si è giustificata dicendo che è la Bea, l’ente per la sicurezza aerea francese, a sostenere che molte delle persone a bordo non abbiano compreso l’accaduto.
Quello di Lubitz era stato un omicidio-suicidio: il copilota aveva problemi psichici e un deficit della vista che non gli avrebbe permesso di rinnovare la licenza di volo. Una circostanza per lui insopportabile.