ItaliaOggi, 13 agosto 2019
Nel Mediterraneo l’invasione delle specie esotiche invasive
Il Mediterraneo è il mare che accoglie il maggior numero di specie esotiche invasive, sia vegetali sia animali. Dall’apertura del canale di Suez, nel 1869, si calcola che oltre 400 specie marine (di cui 165 specie di pesci) siano transitate nel mare nostrum, arrivando sia direttamente sia per mezzo delle acque di zavorra delle navi. E talvolta anche perché privati o istituzioni hanno svuotato in mare i propri acquari.Numerose le specie che sono riuscite a insediarsi nel Mediterraneo orientale, complice anche il cambiamento climatico, provocando sconvolgimenti ecologici, economici e sanitari importanti. E che nei prossimi anni potrebbero invadere anche il Mediterraneo occidentale. Tra questi ci sono il pesce coniglio, una specie erbivora molto vorace, lunga una quindicina di centimetri e dotata di spine velenose, e il pesce palla, che possiede all’interno dei propri organi una dose letale di tetrodotossina. «Si sono registrati diversi casi di avvelenamento in Libano, in Israele o in Egitto», spiega a Le Figaro Patrice Francour, docente al Cnrs/Università Nizza Sophia Antipolis. «Con l’arrivo di questi pesci esotici, la parola d’ordine deve essere una sola: non consumare pesci che non conosciamo».
Il più pericoloso per l’ecosistema è però il pesce coniglio, che deve il nome alla piccola bocca molto mobile, come quella di un coniglio, appunto. Nel 2008 un banco di 5 mila esemplari è stato rilevato sulle coste turche. Nel 2005 questa specie era stata osservata in Sicilia e tre anni più tardi due esemplari erano stati pescati vicino a Marsiglia. Ormai quasi il 70% dei pesci osservati nelle acque libanesi sono pesci coniglio.