Corriere della Sera, 13 agosto 2019
Il caffè di Gramellini
Un papà carismatico si aggira sudato per i litorali, indossando magliette incredibilmente colorate, arringando le folle dal podio e mettendo dischi alla consolle. A differenza dei leader Pd e Cinquestelle, unisce le generazioni e raccoglie consensi in tutti i ceti sociali. Quest’estate sono stato in spiaggia ad ascoltarlo. L’ho visto concedere selfie a studentesse tatuate e pensionati con crema protezione 100. L’ho sorpreso a dialogare con ragazzi di borgata e intellettuali da terrazza condonata. La bravura del suo staff nel gestire i social viene studiata nelle università. Nondimeno ha avuto l’idea di portare il proprio corpo in ostensione nei luoghi di villeggiatura. Concepisce il suo mestiere come un tour permanente e va a stanare i seguaci ovunque si trovino, tanto che non mi stupirei se, dopo le spiagge, cominciasse a battere le baite, i tornei di calcetto e i garage multipiano. Sa farsi capire da chiunque e le sue parole sprizzano energia. Parla di cambiamento, di migranti, di inizio di una nuova era. Ma il successo suscita invidie e il suo andare di spiaggia in spiaggia viene sistematicamente boicottato da minoranze organizzate che sanno solo proibire e distruggere. «Il Fronte del No», li ha definiti lui, ancora ieri. Ebbene, basta tergiversare: è tempo di schierarsi con chi dice dei Sì. Io sto con Lorenzo Jovanotti e il suo Jova Beach Party. Diffidare delle imitazioni.