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 2019  agosto 12 Lunedì calendario

Intervista a Francesca Fabbri Fellini. Parla di suo zio Federico

Incontro Francesca Fabbri Fellini al Grand Hotel di Rimini, luogo simbolo non solo della Romagnama della cultura del nostro paese. Francesca, giornalista per anni in forza alla Rai, è l’unica erede per DNA del regista che vinse cinque volte l’Oscar. Al Grand Hotel di Rimini, oggi di proprietà della famiglia Batani, ogni angolo racconta un pezzo di storia di Federico Fellini e di sua moglie, Giulietta Masina, che spessovi dimoravano. Io stesso ho il ricordo di quando la coppia elegantissima entrava per soggiornare nell’albergo dove oggi stesso esistela suite dedicata al regista. Francesca come era suo zio nella vita privata, in famiglia?
«Esattamente come nella vita pubblica. Zio Chicco (così lo chiamavo) era un uomo di una umiltà straordinaria che non amava darsi le arie e che si approcciava alla vita con una semplicità pratica straordinaria”.
E lei come si descrive?
«Credo di avere molti punti in comune con mio zio. Amo la mia famiglia e per questo ho fatto scelte importanti anche di rinuncia professionale”.
Tipo?
«Lavoravo da tanto tempo in Rai alla trasmissione “Vita in diretta”. A un certo punto nel 2006 mia madre eraappenamancata emio padre iniziòa stare male così decisi di stargli vicino e non esitai a lasciare per questo il mio lavoro. Mio papà è mancato quest’anno dopoannidilunga malattia ma so per certo che soltanto grazie alla mia vicinanza è riuscito a vivere di più e con più serenità”.
C’è qualche altra cosa in cui sente di somigliare a suo zio?
«Entrambi abbiamo la passione per le cose che non si spiegano”.
Cosa intende dire?
«Zio Federico aveva molti mondi a cui si ispirava nella propria vita; uno di questi era quello riferibile al sovrannaturale, a ciò che non possiamo spiegare, a ciò che accade nella porta accanto”.
Uno dei suoi amici era il professor Gustavo Roll. (Gustavo Roll è stato uno dei più importanti sensitivi italiani e le sue capacità vennero considerate da molti come autentici fenomeni paranormali). Quale era il rapporto tra suo zio e Gustavo Roll?
«Di grande amicizia e di profonda stima. Roll aveva due grandi occhi che sembravano davvero arrivare da un altro pianeta e due sono le cose veramente incredibili che accaddero, una a mio zio ed un’altra a me personalmente”.
Me le può raccontare?
«Zio Federico un giorno mi raccontò che scese da casa per andare a Torino proprio a incontrare il sensitivo e si trovò sul pianerottolo il professor Roll che gli dava dei consigli ma, quando il taxi prenotato arrivò e salì su e si sedette, era solo. Quando Federico iniziò a parlargli Roll non c’era più. È stato sicuramente uno dei suoifenomeni di bilocazione”.
Roll era una persona molto riservata e le sue frequentazioni con personaggi come suo zio o Zeffirelli o la famiglia Agnelli vennero fuori dopo tanto tempo. L’ha conosciuto personalmente?
«No.Ma è come sel’avessi conosciuto dai racconti di mio zio. Mi affascinava anche il suo modo discreto digestire queste sue capacità e l’amicizia sincera con Federico e Giulietta”.
Mi racconta la sua esperienza con Roll?
«Un giorno quando lo zio stava male ed era quasi al termine dei suoi giorni Roll mi telefonò emi disse “Vorrei dare la mia vita per scambiarla con Federico e Giulietta”. Io sobbalzai perché sapevo cheGiulietta stava male ma non pensavo fosse così vicina la sua fine. Così chiesi il significato di questa frase e lui mi rispose soltanto che non era il momento di morire, che dovevano fare ancora molte cose e che lo zio stava guardando tutti dall’alto, osservando ilmondo da un punto di vista privilegiato. Pochi giorni dopo, il 31 ottobre, zio Federicomorìe Giulietta ci lasciò nemmeno quattro mesi dopo, il 23 marzo del 1994”.
Giulietta e Federico, una vita insieme?
«Quello tra i miei zii fu un amore immenso e un vero e proprio sodalizio, un rapporto totale ed assoluto che li ha portati a lasciare questa terra nello stesso momento. Sarebbero statiincapaci di sopravvivere uno all’altro”.
Ancora è impresso nella nostramemoria il ricordo della consegna del quinto Oscar, quello alla carriera, consegnato da Sofia Loren e Marcello Mastroianni a suo zio; così come è impresso nei nostri cuori il viso e le lacrime di Giulietta quando venne ringraziata dal marito. Era il 24 marzo del 1993 e dopo pochi mesi Federico Fellini ci avrebbe lasciato. L’immagine di quella premiazione a Los Angeles è la fotografia del loro amore?
«L’amore tra Federico e Giulietta è unico ed è stato totale. Forseil nonaver avuto figli (l’unico, Pier Federico, è morto a soli quindici giorni per una broncopolmonite) ha fatto diventare l’unoanchegenitore dell’altro. Io so solo che avevano una vita schiva, il più possibile (sembra incredibile) lontano dai riflettori e che il mondo del “mistero” era sempre presente nella poetica dei film felliniani”.
Mi può fare qualche esempio?
«Quando Gelsomina ascoltando un palo dellaluce in “la strada “prevede un imminente temporale. Questaè unaformaallegorica, metafisica che faceva parte della poesia linguistica di mio zio”.
Quali registi piacevano a Fellini?
«Sicuramente StanleyKubrick con il suo film Barry Lyndon del 1975, anche lui unvisionario. Permeilcinema invece ha due tempi: il primo tempo ha come unico riferimento Charlie Chaplin ed il secondo mio zio Federico”.
L’anno prossimo sarà il centenario della nascita. Cosa sta preparando la sua città, Rimini?
«Il Sindaco Gnassi sta cercando di completareil “museo Fellini “nel castelloMalatestiano. Un Museo che celebreràper sempreillegame tra mio zio e la città romagnola. Saràil “Museo Internazionale Federico Fellini”. Ho grande attesa per questa opera e spero davvero che si riesca adinaugurare nel 2020. Ho sempre sentito grande affetto da tutte le nazioni, russi, cinesi, americani; l’Italia a volte sembra anoressica nel riconoscere le grandezze dei suoi artisti”.
Rimini ha però riaperto il cinema Fulgor ed ha progettato il Museo Fellini.
«Riminiè qualcosa di speciale. Il cinema Fulgor fu quello dove mio zio vide per la prima volta “Maciste” e ne rimase folgorato. Penso sia stato in quel momento che ha sentito la vocazione per il suo lavoro futuro”.
Torniamo all’amore tra suo zio Federico ela grande Giulietta Masina. Esistono degli aneddoti che ha voglia di raccontare?
«Uno sopratutto! Il 30 ottobre del 1943 mio zio convolò a nozze con Giulietta. Il 30 ottobre 1993 fu l’ultimo giorno in vita di mio zio e seppur in coma non volle deludere le aspettative di mia zia e chiuse definitivamente gli occhi il 31 ottobre. La loro unione fisica terminò einiziò quella e