Libero, 12 agosto 2019
Anche gli ospedali chiudono per ferie
Come fossero ristoranti o bar, negozi d’abbigliamento o di articoli per la casa, uffici pubblici o sportelli delle poste. Da nord a sud, anche interi reparti d’ospedale rimarranno chiusi per ferie. I medici vanno in vacanza e i pazienti sono costretti afarsii chilometri perfarsi visitarein altre strutture, i posti letto si riducono, le analisigiàfissate saltanoele operazionichirurgiche vengonofatte slittare a fine estate. Sembra tutto così assurdo,maèla conseguenzainevitabile di una carenza di camici bianchi che si dilata all’ennesima potenza nei mesi estivi. Perché sia chiaro, il problema non sono le ferie, obbligatorie e sacre, ma un sistema ingessato che tra soldi mal gestiti e un blocco del turnover selvaggio mette sempre più a nudo le sue criticità. I problemi maggiori, manco a dirlo, sono al sud, specialmente nelle isole. All’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo il reparto di ginecologia sarà chiuso tutto il mese d’agosto per permettere al personale di smaltire i giorni di vacanza, mentre a Modica ha alzato bandiera bianca la chirurgia dalle otto di sera alle otto delmattino dirottando le urgenze verso Ragusa. A Catania, invece, il Policlinico ha accorpato i reparti di medicinainterna e chirurgia riducendo i posti letto e chiudendo per 15 giorni ciascuno le urologie. E a Palermo? Qui,l’ospedale Civico ha tagliato 30 posti letto tra pneumologia, medicina chirurgia toracica, ginecologia oncologica e urologia. Dalla Sicilia alla Sardegna, la situazione non cambia. Anzi. Da inizio agosto fino al 22 il reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Francesco di Nuoro ha sospeso le sue attività, urgenze ed emergenzeincluse,mentrela chirurgia vascolare ha chiuso per ferie dal 27 luglio all’11 agosto. Due mesi pieni di vacanza (luglio e agosto), invece, nei laboratori d’analisi chefanno attività specialistica legata ad allergologia, autoimmunità e biologia molecolare. All’ospedale Paolo Dettori di Tempio, in provincia di Olbia, bisturi incrociati tutto luglio e tutto agosto nel reparto di chirurgia. E pure a Ghilarza, quattromila anime nell’entroterra oristano, il pronto soccorso ha chiusoil 6agosto e riaprirà il 26. PROFONDO SUD Spostandoci sulla terraferma, situazioni critiche si registrano in Calabria. All’ospedale Pugliese-Ciaccio diCatanzarola riduzione dei posti letto quest’estate tocca il 34%. A luglio è stata chiusa per ferie la cardiologia e nemmeno il reparto oncologico di cure palliative è stato risparmiato. Non si scherza nemmeno in Campania, dove al San Rocco di Sessa Aurunca (Napoli) ostetricia e ginecologia sono off limits da luglio a settembre. Mentre all’Umberto I di Nocera Inferiore la chiusura notturna dell’unità diemodinamica, dovuta all’alternanza dei medici per le ferie, ha rischiato di lasciar morire una signora con un principio di infarto in corso che si è trovata davanti le porte del reparto sbarrate. Non solo: a Nocera sono stati anche ridotti i posti lettoin cardiologia, chirurgia,malattie infettive e neurologia. In Puglia,invece, a essere penalizzati saranno i bambini, visto che le pediatrie degli ospedali di Martina Franca e Castellaneta hanno alzato bandiera bianca da luglio a settembre. IL CASO LIGURIA Le ferie, però, non fanno eccezione al nord e pure qui chiudonoi reparti. In Liguria,i pazienti si sono trovati di fronte al cartello “Chiuso per ferie dall’1 al 25 agosto” appiccicato sull’ingresso dell’ambulatorio di diabetologia dell’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte (Savona). Già dai primi di giugno,invece,il Policlinico San Martino di Genova ha chiuso uno dei due blocchi operatori (tre sale in tutto). Mentre a Imperia la chirurgia vascolare si fa quasi un mese di vacanze: dal 5 al 31 agosto. In Lombardia non si registrano casi eclatanti, semmai la riduzione di decine di posti letto. A Varese l’ospedale di Circolo, insieme al Del Ponte e aCuasso, è sceso dai classici 1.005 letti ai 905 di giugno, agli 880 di luglio e agli 870 di agosto per carenza di infermieri. A Lodi, invece, sono stati sospesi gli interventi di chirurgia da eseguire in giornata dal primo luglio all’8 settembre. E considerandogli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano, oltre a quello del capoluogo, verranno persi 80 posti letto in tutto. Spostandoci a est, in Veneto, fino al primo ottobre nessun bebè potrà vedere la luce nel punto nascita di Vittorio Veneto. Chiuso per tutta l’estate anche il reparto di pediatria dell’ospedale Pietro Cosma di Camposampiero, in provincia di Padova, che si trasferiràaCittadella,amezz’ora di strada in auto. Al centro Italia da non sottovalutare la situazione della Toscana, dove su un totale di 2.581 postiletto non ne saranno disponibili il 10% nelle settimane centrali di agosto. All’ospedale Santo Stefano di Prato il reparto di chirurgia elettiva (interventi programmabili) chiude per ferie dal 21 luglio al 15 settembre, mentre al San Giovanni di Dio di Firenze il day hospital vain vacanza per tutta la settimana di Ferragosto. Chiusure anche al San Giuseppe di Empoli, dove saltano 14 posti letto da metà luglio a metà agosto nel reparto ortopedico-chirurgico di degenza breve, e al San Pietro Igneo di Fucecchio, dove praticamente tutto agosto saranno inutilizzabili i 38 posti letto dell’area dell’artroprotesi. I NUMERI «In Italia mancano 8.000medici, 2.000 dirigenti sanitari e 36.000 infermieri. Ovviamente quando arriva l’estate, coi 15 giorni continuativi diferie obbligatorie tragiugno e settembre per il personale, la carenza èinevitabile. A risentirne di più sono le aree chirurgiche», spiegaCarlo Palermo, segretario nazionale del sindacato Anaao Assomed. «Al sud ci sono regioni che hanno subito piani di rientro importanti perché non stavanoin equilibrio dal punto di vista economico. In Molise c’è un deficit del 35% del personale, ma anche in Campania, Lazio, Calabria e Sicilia ci sono criticità evidenti. Al nord, invece, ci sono regioni come il Veneto che hanno spinto molto sul blocco delle assunzioni senza ricorrereal turnover pur potendolofare. E così, coi pensionamenti accelerati da quota 100, alla fine si è costretti a chiudere i reparti o ad assumere pensionati e stranieri».