la Repubblica, 12 agosto 2019
quei 113 calciatori in esubero. Si allenano ma non giocheranno mai
Il numero dell’emergenza in Serie A è il 113. Un esercito di calciatori che si allenano con i compagni (quasi sempre), fanno la doccia, partecipano alle riunioni tattiche, ma non giocheranno mai. La definizione è quella che ha dato Maurizio Sarri nella notte di Stoccolma contro l’Atletico: esuberi. Gli allenatori farebbero volentieri a meno di loro, le società da qui al 2 settembre proveranno in ogni modo a sbarazzarsene. Nell’elenco, carneadi come il romanista Coric, che il tecnico Fonseca non ha mai impiegato nemmeno in amichevole, ma pure stelle come l’isolatissimo Icardi, capitano ideale della squadra di chi è fuori dai giochi. Una specialità in cui domina la Fiorentina: 10 uomini da piazzare più Giovanni Simeone, che a Montella non piace granché. Potrebbe prenderlo il Cagliari che deve pure trovare casa a 8 giocatori superflui. Parma e Lazio, 7 uomini in eccesso, non è che sorridano. Solo il neopromosso Brescia non spreca un euro: zero esuberi tra i 25 in organico.
Se gli allenatori lamentano la difficoltà di lavorare con rose troppo larghe, le società si preoccupano dei conti: i 113 calciatori di troppo hanno stipendi annuali superiori ai 200 milioni, tasse comprese. La Juventus, per i suoi, dovrebbe versarne non meno di 37, più di chiunque altro, e basta leggere i nomi per rendersene conto. Dybala, Madzukic, Higuain: uno, forse due di loro partiranno. Il problema è che, come dice Sarri, a decidere non saranno le necessità ma il mercato. È dunque Dybala, ammesso che il Psg faccia un passo avanti, il sacrificabile. Sarri potrebbe così rimanere con Ronaldo, Douglas Costa e i due centravanti insoddisfatti. È chiaro che la strategia di Paratici è diversa, e ancora possibile: vendere (svendere) uno tra Mandzukic e Higuain e scambiare Dybala con Icardi. Dalla sua lista esuberi invece è uscito definitivamente Khedira, confermato a furor di Sarri. L’allenatore l’ha tenuto d’occhio per una decina di giorni e ha deciso che di meglio, in quanto a mezzala, in rosa non ci fosse. Al suo posto potrebbe partire Matuidi, che invece a Sarri non garba, o addirittura Emre Can, che teme di giocare poco e costato solo 16 milioni (la commissione) può garantire una bella plusvalenza. Il francese è stato offerto in Premier, ora Paratici ci prova in Francia, con Psg e Monaco: un prestito può essere la soluzione. L’altro esubero non previsto è Rugani, ex pupillo di Sarri, troppo simile a De Ligt e Bonucci, più forti nella posizione, che a Chiellini e Demiral, più forti sull’uomo. Paratici lo aveva piazzato al Wolverhampton, ma il giocatore ha rifiutato. Ora ci prova con la Roma del suo amico Petrachi, ma Fonseca è freddino. In ogni caso, la Juve non avrà mai i 40 milioni che voleva e anche in questo caso, la cessione quasi certamente sarà in prestito, come per altro nel caso di Perin: saltato il Benfica, c’è una possibilità di affitto al Monaco.
Le ripercussioni per la Juve sono sull’Europa, dove rischia di lasciar fuori lista 6 uomini. Non è l’unica: tra lei, Atalanta, Inter e Napoli, saranno almeno 15 a essere tagliati dalla lista Ch ampions. Salvo acquisti che allunghino il conto. Tra i 113 calciatori in eccesso anche qualche precario. Come i milanisti Biglia e Castillejo, cedibili solo di fronte a offerte che permettano di sostituirli. «Nessuno è incedibile», il mantra in voga a Milanello e non solo. La Roma è della stessa scuola, e chissà quante altre. L’imperativo, per le prossime 3 settimane, è vendere.