Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  agosto 12 Lunedì calendario

Un crowfounding da 870 persone e 230mila euro per fare, degli abeti da risonanza abbatuti dalla tempesta, arpe e violini

«Siamo commossi: non ci aspettavamo che 870 persone, molte dall’estero, versassero 230 mila euro per salvare il nostro lavoro e recuperare quel gioiello della natura che sono gli abeti rossi di risonanza, dal cui legno si ricava il materiale dalle proprietà acustiche uniche per la costruzione degli strumenti musicali».
Fabio Ognibeni è forse il massimo esperto mondiale di legni di risonanza per strumenti musicali, amministratore della Ciresa di Tesero, in provincia di Trento, azienda che ricava da abeti rossi delle Dolomiti con particolari qualità le tavole armoniche dalle quali poi i liutai artigianali e le aziende specializzate in pianoforti costruiscono gli strumenti. «Dopo l’uragano che a fine ottobre dello scorso anno ha abbattuto milioni di alberi sulle Alpi, abbiamo lanciato un crowdfunding a restituzione per finanziare la raccolta degli alberi adatti alla produzione degli strumenti dalle foreste della val di Fiemme e delle aree limitrofe», dice Ognibeni. «La risposta ci ha emozionato. Per l’ambiente la tempesta è stata una grave ferita, ma ha portato alla luce la sensibilità e la generosità di chi ha percepito l’importanza del nostro lavoro per la cultura e per la musica. Tra 2-3 anni, quando dopo la stagionatura naturale avremo venduto le tavole armoniche, ci siamo impegnati a restituire le somme che ci sono state prestate».
Il compito che aveva di fronte l’azienda trentina non era facile. Tra l’enorme numero di alberi caduti e ammonticchiati uno sull’altro come bastoncini dello shanghai bisognava riconoscere gli alberi adatti. La quantità di abeti rossi divelti era tale che per i successivi 5 anni non ne sarebbero stati tagliati altri. Inoltre, dopo la prima estate, gli alberi a terra sarebbero stati intaccati da insetti, funghi e muffe rendendoli inutilizzabili per la produzione degli strumenti musicali. «In nove mesi abbiamo identificato e raccolto 3 mila tronchi di risonanza», prosegue Ognibeni. «Con questi sarà possibile costruire 35 mila strumenti, di cui 15 mila pianoforti, 2.200 arpe da concerto e circa 18 mila strumenti di liuteria come violini e chitarre. Non dimentichiamo che dagli abeti della val di Fiemme venne ricavato il legno con il quale furono realizzati i violini di Stradivari».
Solo 2-3 abeti rossi ogni mille sviluppano le caratteristiche adatte per diventare legno di risonanza. «Devono avere fibra stretta e regolare, devono crescere su versanti rivolti a Nord e Nord-ovest tra 1.400 e 1.800 metri d’altezza dove la neve rimane fino a maggio», spiega il tecnico. «Così gli alberi crescono molto lentamente e all’età di 130-150 anni il tronco raggiunge il diametro giusto per diventare uno strumento dal suono particolarmente armonioso». Senza la raccolta fondi Ciresa rischiava di chiudere per mancanza di legno adatto. «Grazie a chi ha creduto nel nostro lavoro, abbiamo pagato il legno 170 euro al metro cubo, il valore di prima della tempesta, senza speculare sul disastro e l’abbondanza di legno sul mercato», dice con orgoglio Ognibeni. «Per ringraziare tutti abbiamo organizzato il concerto Rinascere dalla musica».