Corriere della Sera, 12 agosto 2019
Preso l’ultimo ricercato del G8: era in Francia a lavorare
Sbagliano tutti, alla lunga. E i più sciagurati errori dei latitanti sono due: credere che il tempo abbia messo una distanza di sicurezza, e ignorare che la cerchia degli affetti sia quella maggiormente monitorata dagli investigatori. Così è finito anche Vincenzo Vecchi, 46 anni, pezzo grosso degli anarchici e fra i devastatori (l’unico in libertà) del G8 di Genova, violenze che gli hanno regalato una condanna di undici anni e mezzo.
Vecchi era sparito. Un imponente apparato di ricerca, con un ruolo decisivo avuto dalla Digos milanese, l’ha trovato giovedì. Il ricercato aveva cambiato nome e dopo una vita in vacanza s’era messo a sgobbare. Adesso rinchiuso in cella a Rennes, Vecchi camminava a Rochefort-en-Terre, minuscolo paese in Bretagna (cinquanta abitanti hanno subito creato un comitato di solidarietà). Stava giusto andando a tinteggiare una casa; non ha opposto resistenza con i francesi, che l’hanno fermato appena ricevuta la dritta dai colleghi italiani. Questi, in una fase iniziale, ipotizzavano che il balordo avesse scelto la Spagna. Non è escluso, ma nel frattempo Vecchi aveva cambiato aria e area, girovagando.
Il fatto che lavorasse è indicativo della debolezza della latitanza; un altro dato che fa capire come fosse in difficoltà, abbandonato da suoi stessi «soldati» che l’avevano seguito nella distruzione di banche e supermercati poi incendiati, è l’assenza di falsi documenti: si faceva chiamare Vincent Papale ma non aveva né carte d’identità né passaporti; solo un tesserino di riconoscimento. Agganciata l’ex compagna, la Digos ne ha monitorato i movimenti. L’ultima precauzione, quella di farsi prestare la macchina da un’amica (a bordo anche la figlia, che Vecchi voleva disperatamente vedere), non è servita. Ormai, forti di intercettazioni e di informatori, le stavano dietro. Incollati. Fino al ricercato. Che non s’è mai pentito, di quelle ore genovesi di furia, anzi, ha sempre parlato con orgoglio. Ma le manette e l’estradizione (mercoledì sarà davanti al giudice), si sa, possono fare rivoluzioni.