Corriere della Sera, 12 agosto 2019
Boris Herrmann, lo skipper che darà un passaggio a Greta per raggiungere New York
Col secchio, ma gliel’ha detto? «Sì, certo». E lei come ha reagito? «In modo rilassato, rispondendo che aveva messo in conto che sarebbe stato un viaggio faticoso, e l’importante è arrivare». Boris Herrmann è lo skipper tedesco che ha offerto a Greta Thunberg un passaggio in barca a vela per partecipare al vertice dell’Onu sul clima in programma a settembre a New York. Come? Ma rispondendo ad un suo post su Twitter, dopo che la ragazza aveva annunciato l’intenzione di andarci senza volare, anche se non sapeva come. E, ovviamente, Greta ha accettato.
Raggiunto sul cellulare in una località non meglio precisata nel Sud dell’Inghilterra, da dove salperanno dopodomani, questo 38enne già vicecampione europeo nella categoria 505, esordisce subito con l’aneddoto del secchio.
Il secchio è quello che durante le due settimane di navigazione attraverso il Nord Atlantico sostituirà la toilette a bordo del Malizia II, la barca da regata che porterà Greta, il suo papà Svante, e il cameraman che da qualche mese li segue per un progetto di documentario, fino a New York. «La nostra è una barca da competizione, il bagno semplicemente non è previsto», si giustifica lo skipper, che con il Malizia II affronterà prossimo anno il Vendée Globe, una circumnavigazione del mondo in solitaria, senza possibilità di attracco o assistenza.
Come non c’è la toilette, così non c’è una doccia: «No per lavarsi Greta non potrà usare il secchio, l’acqua del mare è troppo fredda», ride il velista, lasciando intendere che l’opzione non è contemplata. Del resto le barche da regata hanno interni molto spartani, dove c’è spazio solo per l’essenziale: nel caso del Malizia II, due brandine, tra montagne di cavi e la solita strumentazione di bordo, più un generatore ad idrogeno e anche un impianto a pannelli solari.
Due brandine, per cinque passeggeri. «Io e il mio amico Pierre Casiraghi ci alterneremo al timone, e poi ci sono delle stuoie per sistemarsi con il sacco a pelo negli spazi liberi», continua Hermann. Quanto alla cucina, si limita ad un fornelletto da campeggio: «Ma ci siamo organizzati per garantire la dieta vegana di Greta», assicura lo skipper.
La cosa più importante però sarà determinare una rotta tale da non mettere troppo alla prova l’equipaggio: «Per questo siamo ancora indecisi se partire mercoledì. Navigheremo sempre alla velocità di crociera di 14 nodi, anche se la barca raggiunge con sicurezza i 25 nodi, e mai con un mare sopra forza sette». «E comunque per le oltre 3 mila miglia della traversata, saremo sempre in contatto con un team a terra, pronto ad intervenire in caso di necessità. In 12 giorni dovremmo farcela».
Dopo di che la giovane attivista svedese proseguirà il suo viaggio fino a Santiago del Cile via terra, insieme al papà e al cameraman, mentre Hermann e Casiraghi riporteranno indietro la barca. Del resto fretta Greta non ne ha, in fondo si è presa un anno sabbatico proprio per questo.