Paolo Beltramin per "www.corriere.it", 11 agosto 2019
1.“LASCIAMI VIVERE ANCORA DUE SETTIMANE” – LE ULTIME PAROLE DI SHARON TATE PRIMA DI ESSERE UCCISA DA SUSAN ATKINS, UNO DEI MEMBRI DELLA “FAMILY”, CHE RICORDA: “LE HO DETTO: TU STAI PER MORIRE, E IO PER TE NON PROVO NESSUNA PIETÀ. ERO STRAFATTA DI ACIDO” 2. AD ARMARLA FU CHARLES MANSON, CHE AVEVA CONVINTO I SUOI ADEPTI DELL'IMMINENTE GUERRA RAZZIALE: NELLA “FAMILY” SI FACEVA SESSO DI GRUPPO E SI CONSUMAVA LSD 3. LE STORIE DI QUELLE RAGAZZE PRONTE AD ANDARE SULLA SEDIA ELETTRICA PER LUI…(VIDEO)
«Lasciami vivere ancora due settimane» «Per favore, ti chiedo solo qualche giorno. Ti prego, lasciami vivere ancora due settimane». Sharon Tate, 26 anni, incinta da 8 mesi e mezzo, pensava di passare la serata in casa con gli amici: suo marito, il regista Roman Polanski, a inizio agosto 1969 era a Londra per un sopralluogo.
Ma adesso lei è seminuda, in salotto, immobilizzata. «Non ne potevo più di sentirla implorare — racconterà Susan Atkins detta “Sadie”, che di anni ne ha 21, e un figlio di due — così le ho detto: senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà… Ero strafatta di acido».
La pugnala 16 volte, poi prende uno straccio, lo intinge di sangue e scrive sulla porta la parola «pig», maiale. Prima di quella notte Susan Atkins e gli altri assassini non avevano mai incontrato Sharon Tate, né le altre vittime. Non sapevano nemmeno chi fossero. Era il 9 agosto 1969, sono passati cinquant’anni.
Cinque corpi senza vita La mattina di quel 9 agosto, quando entrano nella villa al 10050 di Cielo Drive, a Bel Air, gli agenti trovano cinque corpi senza vita. Tate, modella e attrice emergente, era nata a Dallas e da adolescente aveva vissuto in Veneto, seguendo il padre colonnello dell’esercito di stanza alla caserma Ederle di Vicenza; quello tra la bellissima Sharon e il geniale Polanski, nel gennaio del 1968 a Londra, per i cinefili era stato il matrimonio dell’anno.
Accanto a lei, distesi sul pavimento, vengono identificati: Jay Sebring, il parrucchiere delle star; Wojciech Frykowski, regista polacco; la sua compagna Abigail Folger, erede di un impero del caffè; fuori dalla porta Steve Parent, 18 anni, ragazzo delle consegne che passava lì per caso, ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo. All’una di notte del 10 agosto, Atkins e i suoi amici fanno irruzione in casa di Leno e Rosemary LaBianca, proprietari di una catena di supermercati.
Dopo averli torturati e uccisi, imbrattano di nuovo le pareti di insulti scritti con il sangue, e aggiungono due strane parole: «Helter skelter». Poi aprono il frigorifero e si mettono a mangiare del formaggio e una barretta di cioccolato al latte. Ad attenderli in macchina questa volta c’è anche un altro uomo, il loro leader.
Si chiama Charles Manson e si è autoproclamato «l’incarnazione di Gesù Cristo e Satana insieme». Per settimane i negozi di armi sono invasi da persone terrorizzate che vogliono proteggersi. Warren Beatty, grande amico di Sebring, mette una taglia di 25 mila dollari sugli autori della doppia strage; perfino Steve McQueen racconta di avere paura e assume una guardia del corpo. Serviranno tre mesi agli inquirenti per arrivare alla pista giusta. Merito della stessa Susan Atkins: arrestata per un altro delitto, in cella racconta a due compagne le idee e le pratiche della Famiglia.
Quella fama mai raggiunta Nato a Cincinnati, in Ohio, da una madre alcolizzata, cresciuto tra riformatori e carceri, Charles Manson arriva a San Francisco a 33 anni, all’inizio del 1967, in tempo per la Summer of Love. Grande ammiratore dei Beatles, sogna di diventare anche lui una stella della musica. Riesce a incontrare Neil Young; per qualche settimana si installa casa di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys; ottiene un provino con il potente produttore Terry Melcher, figlio di Doris Day.
Ma i suoi tentativi di diventare famoso sono tutti fallimentari. In compenso ha carisma e un grande fascino sulle ragazze, così in poco tempo fonda una comunità hippie installata allo Spahn ranch, un vecchio set di film western abbandonato con la crisi del genere. Della Famiglia, come viene chiamata la comune, fanno parte una cinquantina di persone, per la maggior parte giovani donne in fuga dai mariti o dai genitori. Si pratica il sesso di gruppo, ma soprattutto il culto della personalità del leader.
Il ranch è a sole 25 miglia da downtown LA, ma nessuno può raggiungere la città. Non sono ammessi giornali, orologi né calendari. Ogni sera Manson si siede sopra una pietra con la sua chitarra. Canta, prega, filosofeggia partendo dai manuali di Scientology che ha letto in carcere.
Nessuno parla senza il suo permesso. I soldi dei piccoli furti che ordina ai membri della Famiglia servono a procurare i viveri e l’Lsd. La comune è rigidamente maschilista: le donne sono subordinate agli uomini; non possono avere soldi, devono cucinare e fare i lavori più umili.
La Famiglia Nella sua autobiografia Barbara Hoyt, testimone d’accusa al processo, racconta in modo esemplare come è entrata a far parte della Famiglia: «Avevo litigato con mio padre, non ricordo nemmeno più per cosa. Ero scappata di casa e avevo fatto l’autostop. Mi presero due ragazze — una era Deirdre Shaw, figlia di Angela Lansbury — e mi portarono allo Spahn ranch.
Mi accompagnarono da Manson la sera stessa. Tirò fuori la chitarra, mi guardò negli occhi e cominciò a cantare una sua canzone, “Cease to exist”. Faceva: “Bella ragazza, smetti di esistere… Vieni qui e dimmi che mi ami. Lascia il tuo mondo, perché io sono come te, io sono il tuo tipo”. Mi sentii subito accettata e compresa, senza condizioni. Ma voi ve lo ricordate cos’è avere 17 anni?».
Helter Skelter Nelle settimane prima delle stragi, Manson predica una nuova teoria: «Stiamo entrando nell’era dell’Helter Skelter». È il titolo di una canzone del White Album dei Beatles e secondo lui contiene una profezia segreta. Nel mondo sta per esplodere una guerra razziale tra bianchi e neri; alla fine del conflitto toccherà proprio a Manson portare il Nuovo Ordine.
Ma prima bisogna accendere lo scontro, con una serie di delitti a caso, apparentemente razziali. Il pomeriggio del 9 agosto 1969 Manson chiama i suoi seguaci più fidati e ordina loro di uccidere. Da bambina Susan Atkins aveva cantato nel coro della parrocchia.
Leslie Van Houten era stata la reginetta di bellezza della scuola; Charles «Tex» Watson alle superiori era un atleta e uno studente modello. Patricia Krenwinkel aveva fatto anche l’insegnante di catechismo.
Testimone chiave Il processo comincia il 24 luglio 1970 e per il vice procuratore Vincent Bugliosi la sfida si annuncia difficile. Contro Manson non c’è nemmeno una prova materiale e gli altri imputati sono disposti a tutto, anche alla sedia elettrica, pur di far assolvere il loro maestro. Fuori dal tribunale i membri superstiti della Famiglia manifestano per mesi in suo favore.
Tutti si fanno tatuare una croce sulla fronte (solo più tardi Manson trasformerà la sua in una svastica). Il dibattimento, che risulterà c, produce 28.354 pagine di trascrizione. La svolta arriva dalla testimonianza di Linda Kasabian (nella foto), autista del gruppo nei due raid: in cambio dell’immunità, rivela ogni dettaglio dell’organizzazione.
Dopo quasi 43 ore di camera di consiglio, tutti gli imputati vengono condannati a morte. Poco prima dell’esecuzione, il verdetto viene commutato in ergastolo perché la Corte suprema della California abolisce la pena capitale (sarà reintrodotta nel 1978).
Tarantino Negli Stati Uniti non ci sono leggi che vietano di vendere magliette con la faccia di Charles Manson: su Amazon se ne possono ordinare una trentina di modelli diversi. I sociologi hanno scritto che al 10050 di Cielo Drive è stata uccisa l’utopia degli anni Sessanta; ma è anche nata l’icona pop del male assoluto. La sorella di Sharon, Debra Tate, ha ottenuto che almeno non venga distribuito il 9 agosto, giorno del cinquantesimo anniversario.
Il volume scritto da Bugliosi dopo il processo, «Helter Skelter», è entrato nel guinness dei primati come il libro di «True crime» più venduto nella storia, con oltre 7 milioni di copie. I Beatles hanno spiegato più volte che il titolo della loro canzone era ispirato semplicemente allo scivolo di un luna park. La figlia di Angela Lansbury, che non era stata coinvolta in alcun modo negli omicidi, è diventata proprietaria di un ristorante italiano a Los Angeles. Altri ex membri della Famiglia sono spesso ospiti di programmi televisivi.
E a breve potremo vedere nelle sale il film di Tarantino ispirato a questa vicenda«C’era una volta a Hollywood» , mentre l’uomo che voleva diventare il padrone del mondo, o almeno una rockstar, è morto per un cancro al colon il 19 novembre 2017. Su Twitter, i baby boomers hanno cercato di spiegare ai millennials che «Rip, Charles Manson», «Riposa in pace, Charles Manson», non era il commento più appropriato; ma in fondo si sa, sui social funziona così.
Sharon Tate oggi avrebbe 76 anni; il suo meraviglioso abito da sposa color avorio è andato all’asta lo scorso 17 novembre a Los Angeles. Non ha mai saputo che aspettava un maschio.