Corriere della Sera, 12 agosto 2019
I numeri in Parlamento
OGGIX
milano In Parlamento, pallottoliere alla mano, se funzionasse la prova di forza di Matteo Renzi contro il segretario Nicola Zingaretti, ci potrebbero essere i numeri per sostenere un governo istituzionale. La solidità di questa maggioranza alternativa, oltre che dal sostegno in blocco degli eletti M5S, dipenderà però soprattutto da cosa decideranno deputati e senatori di Forza Italia, dopo che Berlusconi avrà incontrato Salvini.
Partiamo dal fronte dem. A Palazzo Madama Matteo Renzi e Luca Lotti – tra fedelissimi dell’ex premier e componenti della corrente di Base riformista – controllano circa 35-40 senatori sui 51 totali del Pd. Mentre a Montecitorio i Renziani arrivano a quota 60-65 sui 111 deputati del Partito democratico. Il potere contrattuale dell’ex leader sta tutto in questi numeri. E l’attuale segretario Nicola Zingaretti, nonostante il plebiscito incassato alle primarie, in questo quadro si ritrova come un generale senza truppe. Truppe che, però, potrebbe invece rifondare a propria immagine compilando le liste in caso di elezioni immediate.
Nel Movimento il clima è incandescente, ma la road map rimarcata da Beppe Grillo e da Luigi Di Maio potrebbe spingere gli eletti a sostenere in blocco un’intesa contro le urne subito che parta dal taglio dei parlamentari, da sempre battaglia simbolo del Movimento. A spingere i grillini verso questa direzione, come assicurano in via anonima alcuni di loro, ci sarebbe anche l’assicurazione di mantenere intanto uno scranno che molti difficilmente tornerebbero ad occupare dopo nuove elezioni. Alla Camera i pentastellati sono 216 e al Senato 107. A questi vanno aggiunti una decina tra espulsi e fuoriusciti dal Movimento, oggi nel gruppo Misto.
A puntellare l‘alleanza anti Salvini ci sono, poi, sicuramente i 14 deputati di Leu, oltre ai 4 sempre della sinistra nel Misto al Senato, assieme al socialista Riccardo Nencini, Emma Bonino ed altri.
Ma la grande incognita di questa operazione, con l’alleanza in blocco tra Lega e FdI, resta Forza Italia. Ufficialmente la posizione del partito, forte di 104 deputati e 62 senatori, è quella di andare subito al voto, con in prima fila la piccola truppa dei fedeli a Giovanni Toti in uscita dal partito. Ma tra gli azzurri, specie i moderati poco affini a Salvini, sembra non secondaria una fronda che potrebbe fare lo strappo e sostenere un governo di garanzia. Tutto dipenderà dal vertice tra Salvini e Berlusconi.