il Fatto Quotidiano, 11 agosto 2019
Su Conte i sondaggi sono divisi. C’è che lo dà al 4 e chi all’11 per cento
OGGIX
I sondaggi non sempre sono perfetti, ma quasi mai sono incoerenti tra loro. Magari ballano uno o due punti percentuali, ma difficilmente un partito al 30 per cento scende al 20 nei dati di un altro istituto. Il caso di Giuseppe Conte, però, fa eccezione.
Le ipotesi di un partito dell’attuale premier o di un Conte nuovo leader del M5S dividono i sondaggisti. Marco Valbruzzi (Istituto Cattaneo) distingue le due possibilità: “Se formerà un suo partito non avrà molto margine. È vero che ha un grande consenso personale, ma spesso non si traduce in voti e soprattutto se davvero si voterà fra due mesi non avrà il tempo di far conoscere la sua nuova forza politica. Se diventasse leader dei 5 Stelle, invece, Conte potrebbe portare dal 3 al 5 per cento in più”.
Più disfattista Enzo Risso (Swg): “I nostri dati di fine luglio danno una lista Conte sotto al 5 per cento. Così come Gentiloni, che aveva un gradimento molto alto, non credo riesca a convertire l’apprezzamento per i toni, i modi e l’equilibrio in voti”. Neanche come guida dei 5 Stelle: “Sarebbe un profilo simile a quello di Di Maio, non è una svolta come potrebbe essere un Di Battista”.
Di tutt’altra idea è Antonio Noto (Noto Sondaggi): “Secondo le nostre rilevazioni di inizio luglio, un partito di Conte varrebbe già un 11 per cento. Non si può dire che la stessa percentuale si aggiungerebbe ai voti del M5S se Conte ne diventasse leader, perché l’elettorato del premier è piuttosto trasversale, essendo percepito prevalentemente come un moderato di area centrosinistra”. Questa circostanza, secondo Noto, potrebbe favorire scenari post-voto: “Una lista Conte sarebbe ponte perfetto tra Pd e 5 Stelle”. A patto, naturalmente, che il partito di Conte e i 5 Stelle tolgano almeno una decina di punti alla Lega.
Cauto è invece Pietro Vento (Demopolis): “Negli ultimi mesi la statura politica di Conte è cresciuta notevolmente e dopo l’apertura della crisi da parte di Salvini l’ultimo intervento del premier è stato apprezzato da ampi segmenti di opinione pubblica”. Motivi per cui “la fiducia in Conte resta significativa e trasversale”, senza però che si possano trarre conclusioni elettorali: “È ancora troppo preso per stimare oggi l’eventuale peso di una sua lista civica”. Anche Nicola Piepoli (Istituto Piepoli) non si sbilancia, ma è certo che Conte possa favorire i 5 Stelle erodendo il gap con la Lega: “Potrebbe aiutarli a risalire di qualche punto, perché negli ultimi giorni si è comportato da perfetto uomo della Costituzione, regolando Salvini e chiarendo che non può essere lui a decidere quando e come si sciolgono le Camere”.
Che il premier abbia o meno un certo consenso, Lorenzo Pregliasco (Youtrend) crede comunque che Salvini avrà gioco facile: “Conte potrà raccogliere un apprezzamento abbastanza trasversale, ma è lontano nei toni, nel linguaggio e nel mondo di riferimento dal leader della Lega. Per questo non penso che una sua discesa in campo come leader scalfisca il Carroccio”. Per sapere chi avrà ragione potrebbero bastare poche settimane.