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 2019  agosto 11 Domenica calendario

Intervista a Matteo Salvini. Parla delle elezioni, di Di Maio, di Renzi e di Moscopoli

Il ribaltone rischia di sorprenderlo in bermuda e infradito. «Guardi che non sarebbe un “trappolone” per me, ma per gli italiani. Pensate un po’ voi, Renzi e Di Maio assieme... il governo dei disperati». È ora di cena. Matteo Salvini arriva nel suo hotel a Catanzaro Lido. Reduce da giochi d’acqua e spruzzi nel blu dello Ionio, adesso è praticamente un bagnante. Scende dall’auto e sfoggia un’abbronzatura peperone. Ciabatte, costume stropicciato e un po’ umido, maglietta “I Love Calabria” con un cuore grande e rosso.
Il leader della Lega si appresta a correre a Soverato per un comizio sotto le stelle di San Lorenzo. Accanto a lui, con una camicia strizzata che regge a stento l’urto di queste pazze vacanze, l’europarlamentare leghista e proprietario del “Papeete”, Massimo Casanova.
Salvini, ha letto le parole di Beppe Grillo? Non chiude a un nuovo esecutivo.
«Un film dell’orrore».
Roberto Fico dice che sulla data del voto decide Mattarella. Lei spera che sia il Presidente della Repubblica a garantirle le elezioni?
«Tutti hanno sempre ripetuto che dopo questo governo c’erano solo le elezioni. Quindi spero che il Presidente Mattarella senta la sensibilità del Paese. Un governo con Renzi e Di Maio non la ascolterebbe, questa sensibilità».
Ma siamo in una Repubblica parlamentare, ministro. Sarebbe costituzionalmente legittimo.
«In democrazia tutto è legittimo. Tra l’altro un governo tra Pd e Cinquestelle non sarebbe certo una fregatura per la Lega, anzi. Noi però sette ministeri li abbiamo sacrificati perché ci siamo resi conto che al Paese serviva concludere con l’attuale governo».
Renzi è orientato a favorire un governo di scopo, lo sa?
«È il potere della poltrona. Solo e unicamente questo. Ditemi una cosa su cui sono d’accordo Renzi e Di Maio. Rispetto i “cacciatori” di poltrone, per carità. E rispetto i disperati che non vogliono tornare a lavorare fuori dal Parlamento».
In realtà si tratta, come detto, di una scelta pienamente consentita dal sistema parlamentare.
«Benissimo, vedremo: lo spieghino agli italiani».
Lo interrompono per scattare qualche selfie. Da giorni il suo “nevrotico-tour” in giro per le spiagge d’Italia divide i vacanzieri. Bagni di folla, striscioni di contestazione, cori di protesta sulle note di “Bella Ciao”.
Salvini, ammetterà però che con questa crisi sotto l’ombrellone sta esponendo il Paese al rischio di un esercizio provvisorio?
«Io so come tirarlo fuori il Paese. Se si vota in fretta e si fa la manovra in fretta, noi le idee ce le abbiamo ben chiare».
In fretta? Come minimo, fine ottobre per le elezioni, poi i tempi tecnici per riunire le Camere e un nuovo governo. Come fare per evitare questo salto nel buio?
«Si può votare anche prima di fine ottobre. E poi, se le elezioni danno un risultato chiaro, noi la manovra ce l’abbiamo già pronta in testa.
Piuttosto...».
Dica.
«No, dico, sarei curioso di una manovra targata Pd-cinquestelle. Però non mi interessa, ripeto, andiamo presto in Parla mento e ciascuno dica la sua. Il presidente Mattarella farà il suo».
È vero che lunedì potrebbe vedere Di Maio?
«Noi lunedì siamo a Roma, non so che programma abbia lui».
Quindi lo vede? E per fare cosa, per evitare il ribaltone?
«Non abbiamo incontri in agenda.
Non abbiamo niente di preparato. Né con lui, né con Conte».
Potrebbe essere ricevuto di nuovo da Mattarella?
«Mattarella l’ho già incontrato. Gli ho detto quello che penso».
Non teme che un nuovo governo dia il tempo ai suoi avversari di vedere come finiranno le ultime inchieste sulla Lega, a partire da Moscopoli?
«No. Primo, perché io sono tranquillo. Secondo, perché stanno giocando con il Paese».
Ministro, non sarà che ha sbagliato la tempistica per ottenere le elezioni?
«Guardi, l’unica cosa che non possiamo permetterci per i famosi mercati e per la stabilità, è perdere dieci o venti giorni Per aspettare che cosa, poi? Se c’è un governo, lo tirino fuori. C’è un esecutivo Pd-Movimento? Lo facciano.
Altrimenti si vada subito al voto».
È Fico il suo “sospettato” come premier di scopo? E teme l’attivismo di Conte?
«Non lo so e non mi interessa. Inorridisco. Sarebbe un film dell’orrore».