la Repubblica, 10 agosto 2019
In Gran Bretagna le città mettono al bando le parolacce con multe che arrivano fino a mille sterline
"Una barzelletta sporca è una ribellione mentale”, sosteneva George Orwell. Ma le parolacce stanno vivendo un momento difficile in Gran Bretagna: sempre più città approvano norme per metterle al bando, punendo con multe salatissime chi ne fa uso. Da Canterbury a Nottingham, da Morecambe a Dartford, da Ashford a Stoke, negli ultimi tempi molte autorità locali hanno introdotto un divieto di oscenità in luogo pubblico. L’iniziativa suscita dubbi e polemiche. È difficile farla rispettare: la polizia, i cui effettivi sono stati drasticamente ridotti dai governi di David Cameron e Theresa May, ha problemi più seri di cui occuparsi, come le gang armate di coltello. È inoltre poco chiaro che cosa costituisca una violazione: anche espressioni entrate nel linguaggio di tutti i giorni, come “damn” (dannazione)? Si può essere incriminati soltanto per avere detto accidenti?
Ma il problema più serio è se il bando significhi una restrizione della libertà di parola: anche le parolacce possono essere coperte da tale diritto. Proprio per questo la cittadina di Salford, 72 mila abitanti vicino a Manchester, ha prima votato per il divieto e poi nei giorni scorsi lo ha ritirato. La questione può fare sorridere: nell’estate della Brexit, sull’orlo della recessione (negli ultimi tre mesi l’economia nazionale si è contratta per la prima volta dal 2012), con la prospettiva di crisi di governo a settembre ed elezioni anticipate in novembre, gli inglesi avrebbero ben altre preoccupazioni. L’idea di ricevere una multa fino a 1000 sterline per una brutta parola, tuttavia, non fa ridere nessuno. Così la faccenda, dalle pagine della stampa di provincia, è balzata su quelle nazionali del Guardian.
I consigli comunali che hanno adottato il provvedimento dicono che aiuta a combattere i comportamenti antisociali: si parte dalle parolacce – affermano – per poi imbrattare muri, spaccare finestre, urinare per strada, fare furtarelli e peggio. Il paradosso è che, pochi mesi prima di diventare primo ministro, commentando i timori del business per la Brexit, l’allora ministro degli Esteri Boris Johnson disse ai collaboratori: “Fuck business”. Londra, per sua fortuna, non ha ancora passato il divieto.