Corriere della Sera, 10 agosto 2019
In vacanza con De Gasperi
La notte del 3 gennaio 1947, in volo da Roma verso Washington sul quadrimotore Skymaster, Maria Romana De Gasperi, preoccupata dalle turbolenze, chiese al padre Alcide cosa stesse pensando. Il leader democristiano e capo del governo per sdrammatizzare rispose: penso a come farà Menichella a indossare il paracadute. Donato Menichella, direttore generale della Banca d’Italia, non era proprio magro e nelle prove precedenti il volo non era mai riuscito a indossare il paracadute.
Tra i viaggi novecenteschi dei grandi italiani, la prima visita di De Gasperi in America è il più ricco di significati e di aneddoti. A cominciare dalla valigia in pelle fornita sembra dall’avvocato Giuseppe Brusasca e dal corredo del leader in cui assieme al frack e allo smoking comparve un cappotto foderato di astrakan.
Quel che rimane nei testi di storia è che la partecipazione di De Gasperi a un convegno organizzato a Cleveland dall’editore del «Time» Henry Luce segnò il primo e più significativo passaggio per l’Italia da Paese ex nemico a nazione alleata degli Usa.
In quei giorni avvenne di tuto: a Washington il segretario di Stato James Byrnes sostituito da George Marshall, a Roma la scissione dei socialisti a Palazzo Barberini. Al ritorno in Italia, il 17 gennaio, De Gasperi avviò un primo rimpasto ridimensionando la presenza delle sinistre e in maggio i socialcomunisti uscirono definitivamente dal governo.
Sul piano economico l’Italia aveva ottenuto dalla Import Export Bank un prestito di cento milioni di dollari (contro i 700 richiesti) oltre a 50 milioni di risarcimento per le spese sostenute durante l’occupazione Alleata e altri 50 per rifornimento di carbone.
Cominciava una nuova era politica destinata a durare mezzo secolo.