Corriere della Sera, 10 agosto 2019
Leader dei 5 stelle o commissario europeo? Il futuro di Conte
Ha sempre negato con ogni interlocutore la volontà di scendere in campo, di porsi alla testa del Movimento, di capitalizzare il bacino altissimo di consensi che ha accumulato in questi mesi di permanenza alla testa del governo. «Smentisco in materia categorica», la nota di poche settimane fa, quando alcune indiscrezioni su una sua rete di incontri privati erano filtrate sulla stampa.
Il futuro di Giuseppe Conte è materia di dibattito, interrogativi, persino di corteggiamenti. Secondo fonti parlamentari almeno una settantina di deputati del Movimento lo vorrebbe come leader, candidato in caso di elezioni, in pratica frontman dei 5 Stelle. Verosimile? Forse no, ma a quanto pare una tentazione esiste e lo stesso Conte l’avrebbe quantomeno accarezzata in questi mesi, pur formalmente rifiutando ogni richiesta diretta.
Di sicuro nei sondaggi la sua figura politica si è piazzata quasi sempre in testa ai consensi. Il dato non è sfuggito perché è stato notato come il suo consenso personale fosse superiore a quello di tutti gli altri leader in campo – a cominciare dallo stesso Matteo Salvini – perché ritenuto figura terza, preferito per una dose di equidistanza che gli è valso il calore di tantissima gente.
Proprio questo calore lo avrebbe fatto innamorare del proprio ruolo, della possibilità di incidere politicamente in Italia e quando è in missione all’estero, della capacità di guidare una squadra. Ora si tratta di capire che ruolo potrà ricavarsi nel futuro, perché in fondo nessuno crede veramente che possa semplicemente tornare a fare il professore di diritto privato a Firenze o allo studio di avvocato, seppure blasonato e di successo.
Nel Movimento 5 Stelle dicono che a questo giro non ci sarà spazio che per Alessandro Di Battista, che è stato fermo un turno e ora non potrebbe e non dovrebbe sottrarsi ad un eventuale cambio di leadership. Bisognerà vedere cosa ne pensa la Casaleggio associati, il cuore gerarchico del Movimento, che a quanto pare in questi mesi ha anche pesato e testato l’eventuale discesa in campo di Giuseppe Conte, scoprendo che avrebbe comunque percentuali di consenso non disprezzabili, almeno in una fase di declino dei 5 Stelle.
Di sicuro Conte coltiva anche l’ambizione di essere una sorta di riserva della Repubblica, e addirittura ha anche fatto un pensierino al ruolo di commissario europeo per l’Italia, in questo momento forse un incastro impossibile, ma non è detto che con lo stesso Salvini alla fine si possa trovare un accomodamento. Sembra un’ipotesi del terzo tipo, come del resto quella che Conte resti a guidare un esecutivo di transizione sostenuto dal Pd per blindare i conti economici.